Snowmanning: il flirt che nasce per noia in inverno si scioglie come neve al sole in primavera

Sì bello il foliage e belli i colori autunnali, ma arrendersi all'arrivo del freddo, delle piogge, della riduzione di ore di luce è comunque una bella fregatura. Con l'arrivo della "brutta stagione" un po' di malumore è comprensibile: ci si sente più scarichi, si perde energia, i ritmi del corpo rallentano, si è deconcentrati e con meno voglia di fare. Sopraggiunge quella malinconia nota come Autumn Blues: una vera ve propria depressione stagionale. Cavarsela da soli è pesante, ecco perché in questo periodo dell'anno si avverte particolarmente forte il bisogno di qualcuno vicino con cui condividere il buio della stagione invernale, rannicchiati sotto le coperte a vedere un film bevendo una tazza di cioccolata calda fumante. Questo legame, però, è per sua natura stagionale tanto quanto la depressione. Mentre quest'ultima sparisce appena torna il caldo e si può correre al mare, allo stesso modo i flirt invernali si sciolgono come neve appena torna il sole, perché l'interesse svanisce bruscamente. Questa tendenza a cercare un partner "stagionale" si chiama Snowmanning.
Cos'è lo Snowmanning?
Il termine è stato coniato nel 2019. Lo Snowmanning (letteralmente "pupazzo di neve") è la tendenza a intraprendere una relazione con qualcuno durante l'inverno, per trovare conforto nella stagione che più di tutte porta a starsene dentro casa, a uscire di meno, a provare malcontento, a frequentare meno persone. Sono legami di convenienza, in cui ci si fa compagnia per arrivare vivi fino alla primavera, quando inevitabilmente i nuovi ritmi stagionali porteranno alla rottura.
Complice anche il Natale, la festa per antonomasia collegata alla famiglia e al calore domestico, soprattutto a novembre e dicembre molte persone sentono il bisogno di condividere quel momento dell'anno con qualcuno di speciale, che possa scaldarci il cuore. E poco importa se quell'alchimia poi svanirà, se si scioglierà sotto i raggi del sole primaverile. Non bisogna prenderla troppo sul personale: è che, tolte le sovrastrutture e guardata la cosa con oggettività, ci si rende conto che quella persona non è poi così speciale e quell'alchimia non è poi così forte, da far rinunciare a tutte le possibilità che porterà la bella stagione.
Non c'è nulla di male nella scappatella invernale, è umano cercare conforto quando ci si sente annoiati, soli, malinconici. La possibilità che qualcuno possa farci uscire da quel torpore è uno stimolo a cui è difficile rinunciare, perché porta con sé l'opportunità di sentirsi vivi in un momento "morto". Il rischio è ovviamente quello di affrettare molto le cose per poi fare bruschi passi indietro una volta che il partner non serve più per superare indenni le domande dei parenti alle tavolate natalizie. C'è sempre la zia che vuole sapere quando ti sposerai, la nonna che ti chiede di presentarle il fidanzato: ed è lì che il partner stagionale diventa più prezioso che mai per stemperare la tensione del "non ho nessuno".
Ovviamente, chi fa il pupazzo di neve se non è ben consapevole del suo ruolo rischia di farsi molto male. Non è per tutti l'occasionalità, quindi lanciarsi in storie per loro natura di breve durata, rischia di rivelarsi una perdita di tempo se si vive la frequentazione sperando in qualcosa in più. Può portare a una grossa delusione, perché dall'altra parte c'è invece qualcuno che dentro di sé sa benissimo che sta cercando solo un po' di compagnia. Il caso peggiore è avere a che fare col ghosting, chi sparisce proprio di punto in bianco senza spiegazioni. È sempre difficile da accettare, anche quando le aspettative sono basse (figuriamoci quando invece si è fatto un investimento, su quella persona). Viceversa, se per entrambi la finalità è la stessa ci si può godere l'inverno in serenità, senza eccessivo coinvolgimento, dicendosi arrivederci con una stretta di mano appena spuntano i primi raggi del sole e c'è da organizzare la vacanza estiva.