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Marina Abramović, 77 anni dedicati all’arte della performance

L’artista, che compie gli anni oggi, 30 novembre, ha dedicato oltre metà della sua vita alla carriera. Tra esibizioni che l’hanno portata a oltrepassare limiti fisici e psicologici, rimane indimenticabile il sodalizio artistico e sentimentale con Uray, con cui ha realizzato opere che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo dell’arte.
A cura di Annachiara Gaggino
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Marina Abramović
Marina Abramović

Marina Abramović, la nonna della performance art compie oggi, 30 novembre, 77 anni, 50 dei quali dedicati alla carriera. Tutto iniziò a Edimburgo nel 1973, quando diede vita alla sua prima performance, Rhythm 10, basata su una sfida popolare tra i contadini russi, quella di aprire la mano e passare il coltello tra le cinque dita. Sarà l'apripista per una serie di esibizioni che vedono l'artista affermarsi con sempre più autorevolezza nel mondo dell'arte, cambiandola, stravolgendone la prospettiva, lo spettatore non era un silente fruitore dell'opera di qualcun altro, ma diventava parte della stessa. Audace, irriverente e profonda, Marina Abramović ha sfidato se stessa, i suoi limiti fisici e psicologici, indagando la natura umana, utilizzando il proprio corpo come mezzo. "Bruce Nauman ha detto che l'arte è questione di vita o di morte", ha dichiarato a Style Magazine. "Può sembrare melodrammatico ma è così". È questo che ha portato l'artista serba, nata a Belgrado nel 1946, a spingersi sempre oltre i confini, diventando una delle donne più influenti nel panorama artistico degli ultimi anni. Una mostra organizzata a Londra alla Royal Accademy e visitabile fino al primo gennaio 2024, ripercorre la sua straordinaria vita artistica.

L'esordio nell'arte e l'incontro con Ulay

Marina Abramović sviluppa una propensione per l'arte fin dalla tenera età, un interesse che viene incoraggiato anche dalla famiglia. Si iscrive all'Accademia di Belgrado dove si approccia al mondo della performance e della corporeità, trasferendosi poi nei Paesi Bassi per approfondirne lo studio. È lì che conosce Ulay. I due instaureranno un sodalizio artistico e una relazione sentimentale che proseguirà per 12 anni. Le esibizioni realizzate portano la coppia alla notorietà internazionale, acclamati da pubblico e critica grazie alla loro capacità di indagare le dinamiche sociali e relazionali, utilizzando sempre il proprio corpo come strumento principale, un legame talmente intenso da rendere quasi impossibile scindere i due artisti dalla coppia.

Marina Abramović (Instagram: @abramovicinstitute)
Marina Abramović (Instagram: @abramovicinstitute)

Negli anni danno vita a performance come Imponderabilia (Bologna, 1977) dove il pubblico è stato costretto a passare tra i due corpi nudi, uno di fronte all'altra, in uno spazio talmente stretto da costringere la persona a scegliere da quale parte rivolgersi; oppure Rest Energy nel 1980, cinque minuti in cui Ulay reggeva un arco mentre Abramović teneva in tensione un freccia puntata dritta al cuore. Non la prima performance in cui l'artista ha messo a rischio la propria vita: una delle sue più celebri, tenutasi a Napoli nel 1974, la vedeva inerme su un tavolo circondata di oggetti che il pubblico poteva scegliere di utilizzare su di lei in qualunque modo volesse, tra questi anche una pistola carica che qualcuno le mise in mano diretta alla testa.

Marina Abramović
Marina Abramović

Poi l'addio con colui che rimase il suo grande amore per gli anni avvenire, un momento pieno di emozione che non poteva non avere una risonanza artistica. I due si lasciano percorrendo a piedi la Grande Muraglia Cinese partendo dai due lati opposti e incontrandosi a metà strada (2500 chilometri). Dopo 90 giorni di cammino avviene l'addio straziante di una coppia che, non solo si è amata, ma che ha regalato al mondo un'eredità artistica incommensurabile.

La carriera da "solista" di Marina Abramović

La fine della relazione con Ulay non determina la fine della carriera artistica di Marina Abramović che prosegue con le sue performance accrescendo sempre di più la sua fama. Ricercata da i maggiori enti, porta le sue esibizioni in tutto il mondo, dal Belgio all'Italia fino al MoMa di New York. Proprio nella Grande Mela, nel 2010 si dedica a Marina Abramović: The artist is present, dove l'artista rimane seduta davanti a un tavolino nell'atrio del museo tutti i giorni per tre mesi, otto ore al giorno, il pubblico le si siede davanti, lei rimane impassibile.

Marina Abramović al MoMa nel 2010 nel corso di Marina Abramović: The artist is present
Marina Abramović al MoMa nel 2010 nel corso di Marina Abramović: The artist is present

Imperterrita e imperturbabile fino a che non si presenta proprio lui, il compagno di arte e di vita che non vedeva da anni. Abramović si scioglie, e si lasci andare prima a un sorriso e poi a un abbraccio, mettendo in luce tutta la sua grandezza e la sua sensibilità. Un momento immortalato in un video che ha fatto il giro del web e che ancora commuove gli spettatori.

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