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La mostra su Artemisia Gentileschi a Genova duramente criticata: “è la cronaca di uno stupro”

L’esibizione dedicata alla pittrice secentesca organizzata a Palazzo Ducale nel capoluogo ligure ha suscitano non poche polemiche. Le critiche arrivano prima dalle studentesse di Storia dell’Arte e poi dai magazine di settore. “È la spettacolarizzazione di una violenza”, commentano.
A cura di Annachiara Gaggino
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Una sala della mostra "Artemisia Gentileschi - Coraggio e passione" a Palazzo Ducale a Genova (Instagram @museidigenova)
Una sala della mostra "Artemisia Gentileschi – Coraggio e passione" a Palazzo Ducale a Genova (Instagram @museidigenova)

Scoppia la polemica sulla mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi al Palazzo Ducale di Genova "Artemisia Gentileschi – Coraggio e passione". Quella che poteva essere l'occasione per raccontare una pittrice rivoluzionaria, si è invece trasformata nella "cronaca di uno stupro", secondo alcune studentesse della Laurea magistrale in Storia dell’Arte e valorizzazione dei Beni culturali dell’Università del capoluogo ligure. Tra loro, in particolare, si sono esposte Valentina Cervella e Carolina Dos Santos, che hanno duramente criticato il contenuto dell'esposizione anche sui social.

La polemica: dalle studentesse universitarie ai magazine di settore

A scatenare il caso c'è il modo in cui viene raccontata la violenza sessuale subita dalla giovane artista da parte di Agostino Tassi: "un voyeurismo, una micidiale operazione patriarcale", ha commentato Valentina Cervella. "Mentre la voce di un’attrice legge, dettagliatamente ed enfaticamente, tutte le fasi dello stupro, così come raccontate da Artemisia durante il processo, e attestate dai documenti, indugiando parecchio sui particolari  alle pareti, vengono proiettati i quadri della pittrice, e sul letto, fisico, davanti al pubblico, scende un profluvio di sangue", ha raccontato Cervella a La Repubblica.

La locandina della mostra "Artemisia Gentileschi - Coraggio e passione" (Instagram @palazzoducalegenova)
La locandina della mostra "Artemisia Gentileschi – Coraggio e passione" (Instagram @palazzoducalegenova)

Le critiche hanno raggiunto anche Noemi Tarantini, che racconta l'arte sui social e che, chiamata in causa proprio dalle studentesse in rivolta, ha recensito la mostra negativamente su Exibart, giornale online dedicato all'arte e alle esposizioni. "La triste vicenda personale della nota pittrice sembra proprio attirare esposizioni in cui lo stupro viene spettacolorizzato fino a diventare pornografia del dolore, rubando la scena alla qualità artistica", scrive Tarantini, che si propone di spiegare nel suo articolo quanto questa tipologia di narrazione sia sbagliata. Racconta che la mostra si apre con un: "Dove tutto è cominciato", che non si riferisce né alla sua nascita, né all'inizio della sua carriera ma proprio a quel tragico evento di cui fu vittima. "Poteva essere un’occasione per parlare di victim blaming, delle difficoltà di un’artista (con l’apostrofo) nel Seicento di farsi spazio in un circuito prettamente maschile, di come le esperienze traumatiche l’abbiano perseguitata in vita e dopo la morte, compromettendone inesorabilmente la reputazione. Invece no: vittimizzazione, pietismo e spettacolarizzazione", ha concluso.

La replica di Palazzo Ducale e dell'organizzatrice

La risposta alle forti critiche non è tardata ad arrivare da Palazzo Ducale che in una nota stampa ha dichiarato:

Riteniamo che il messaggio della mostra sia coerente con l’attenzione che il Ducale in tutte le sue forme ha sempre dedicato ai diritti e alla lotta contro la violenza sulle donne, e sia pensato per arrivare al più ampio pubblico possibile. Rispetto alle critiche che in questi giorni stanno arrivando sulla mostra di Artemisia Gentileschi restiamo aperti al dialogo e al confronto costruttivo.

L'esibizione è stata inaugurata dal sottosegretario Vittorio Sgarbi, promossa e organizzata da Arthemisia, azienda che si occupa di organizzare mostre temporanee e permanenti sul territorio nazionale e internazionale. Una replica arriva anche dalla presidentessa, Iole Senna, che commenta:

Tutta la mostra é una chiara ed evidentissima denuncia contro la violenza sulle donne. Non a caso si celebra la donna che per prima ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente la violenza subita e che, 400 anni fa, ha addirittura sfidato l’intera società per rivendicare la sua libertà. Se si parla di Artemisia, non é possibile omettere il racconto del fatto che ha segnato tutta la sua vita, soprattutto quella artistica. Significherebbe censurare i fatti. La mostra è stata fatta tutta da donne che lavorano in un’azienda fatta quasi interamente di donne, in cui il rispetto e la stima per le donne é al massimo livello possibile.

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