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In Cina i giovani vanno in ufficio in pigiama: vogliono essere liberi dalle convenzioni

Sempre più giovani in Cina si presentano sul posto di lavoro in pigiama e ciabatte. È per reclamare una vita più comoda, con meno complicazioni e obblighi.
A cura di Giusy Dente
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Lo chiamano dress code: è il codice di abbigliamento e ogni occasione ne richiede uno. Non si tratta necessariamente di regole scritte, ma più di convenzioni. È quel tacito accordo che fa sì che a nessuno verrebbe mai in mente di presentarsi sul posto di lavoro in pigiama, perché questo indumento appartiene a un'altra dimensione, più domestica e privata. Eppure, c'è chi in Cina questo codice ha deciso di sfidarlo, perché stanco di dover assolvere a obblighi che complicano la vita, in un momento storico in cui invece si ha bisogno invece solo di leggerezza e spensieratezza. Ora in Cina i giovani vanno in ufficio proprio in pigiama.

Cosa succede in Cina

Passiamo una consistente fetta del nostro tempo a renderci "presentabili" sul posto di lavoro. Cerchiamo di dare un'immagine professionale, curata, adatta all'ambiente in cui stiamo per recarci, che si tratti di lavori d'ufficio o lavori che richiedono un contatto col pubblico. Il tailleur, la cravatta, la camicia perfettamente stirata: ma quanto sarebbe più facile infilarsi una tuta e via? Decine di migliaia di giovani cinesi si sono resi conto proprio di questo: di quanto sia pesante dover necessariamente adottare un certo abbigliamento per uscire di casa e andare sul posto di lavoro. Ecco perché hanno deciso di nobilitare calzettoni di lana, ciabatte di pelo, pigiamoni oversize. Il trend è nato con Kendou S, il primo utente di Douyin (il Tiktok cinese) a mettere in rete il video del suo insolito outfit da ufficio: definirlo casual sarebbe riduttivo.

Kendou S su Douyin
Kendou S su Douyin

La ragazza si è mostrata con un look paragonabile a quello delle domeniche casalinghe in cui si decide di oziare tra divano e poltrona, in cui si resta in pigiama, ci si butta addosso una felpa per stare più caldi, si aggiungono ai piedi pesanti calzettoni di lana (magari pure bucati sull'alluce). A quel punto in tantissimi hanno replicato la sua idea, abbracciando la filosofia di una vita meno legata a obblighi e convenzioni, più improntata alla serenità, alla comodità. Il video è diventato virale, con oltre 700 mila like e quasi 2 milioni di condivisioni. Si è diffuso a macchia d'olio anche su Weibo (la versione cinese di X), Xiaohongshu (una specie di Instagram) e altre piattaforme social. L'hashtag di accompagnamento è sempre "gross outfits for work", che si può tradurre come "disgustosi abiti da lavoro". Il trend coinvolge soprattutto le donne, che in Cina sono tenute a rispettare standard molto elevati per l’abbigliamento da ufficio. Kendou S ha ammesso di aver ricevuto molte critiche dal suo datore di lavoro, scioccato dal suo abbigliamento per nulla curato e non in linea con quello degli altri dipendenti, un look colpevole di danneggiare l'immagine dell'azienda.

Kendou S su Douyin
Kendou S su Douyin

Perché andare a lavoro in pigiama

Una ragazza intervistata dal New York Times, che lavora come designer d'interni a Wuhan, ha ammesso semplicemente: "Voglio indossare ciò che voglio. Semplicemente non penso che valga la pena spendere soldi per vestirmi al lavoro, dato che sto solo seduta. Voglio solo vivere un po' di più a modo mio". Complice una vita sempre più frenetica, con aspettative sempre più alte sulle performance, i giovani stanno cercando di rallentare, di recuperare la salute mentale anche attraverso i gesti più semplici, dando la priorità ai loro sentimenti e mettendo in secondo piano le apparenze. Vogliono essere padroni delle proprie vite, senza doverle vivere in funzione degli altri. Il periodo della pandemia ha certamente avuto un suo ruolo, in tutte queste nuove dinamiche. Dopo i lunghi periodi trascorsi lavorando in casa, chi torna in ufficio oggi vuole farlo alle proprie condizioni, indossando ciò che vuole. Il Covid ha cambiato le regole della moda, improntando anche quella da ufficio alla comodità, piuttosto che al rigore e alla formalità. Si vedono più jeans e meno cravatte, più sneakers e meno tacchi a spillo. Insomma, si sta facendo labile il confine tra casa e lavoro: siamo sicuri che sia un bene assottigliare (ancora di più) questa distanza?

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