video suggerito
video suggerito

Da cicciona a deforme, il dizionario segnala le parole offensive: “Rispecchiano una mentalità inaccettabile”

Cicciona, lardoso, quattrocchi, brufoloso: il nuovo dizionario Treccani segnala accuratamente i termini che si usano per fare body shaming. La linguista Valeria Della Valle ha spiegato a Fanpage.it perché le parole sono importanti.
Intervista a Prof.ssa Valeria Della Valle
linguista
A cura di Giusy Dente
0 CONDIVISIONI
Immagine

Il mondo cambia e di conseguenza cambia anche il modo di descriverlo, di parlarne: cambia il linguaggio, cambiano le parole, alcune perdono di efficacia e altre si affacciano nell'uso comune, perché più pertinenti a raccontarlo. Una lingua è patrimonio identitario e culturale di un Paese e da 100 anni l'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani difende e tutela questo patrimonio. Per festeggiare il centenario dalla fondazione (il 18 febbraio del 1925 su iniziativa di Giovanni Treccani degli Alfieri e Giovanni Gentile) si è pensato a qualcosa di nuovo. La linguista Valeria Della Valle a Fanpage.it ha raccontato il progetto realizzato assieme al collega Giueppe Patota: "Ci è sembrato bello festeggiare con un'opera rivolta ai più giovani, per ringiovanire l'Istituto con un messaggio rivolto a loro". Questo messaggio parla di inclusività, educazione, valori, rispetto. Nel 2024 proprio quest'ultimo termine era stato scelto da Treccani come Parola dell'Anno, per sottolineare quanto sia attuale e rilevante nella società odierna. Ma spesso ce ne dimentichiamo e il rispetto verso il prossimo viene meno: prevale la leggerezza di un linguaggio denigratorio, che offende l'altro, lo ferisce, lo spinge verso la vergogna. Nei casi peggiori, e ce lo insegna la cronaca, si arriva a gesti estremi e disperati. Il nuovo dizionario elaborato dai due linguisti, invece, ha una missione anche educativa rivolta proprio ai più giovani, per guidarli in un uso più consapevole delle parole.

Il nuovo dizionario che evidenzia le parole offensive

Nell'era dei social, dell'estetica, dove regna una sorta di culto dell'immagine e della perfezione, chi non aderisce a certi standard è spesso oggetto di pesanti offese e critiche gratuite (per nulla costruttive). Prendere di mira il corpo è un'arma che funziona sempre: si colpisce un fronte su cui si è sensibili, su cui ci si sente esposti; il corpo è qualcosa di tangibile e che tutti vedono, è come ci mostriamo al mondo, ciò che si nota prima. Il modo in cui descriviamo i corpi e ne parliamo, dice molto di noi e della società, come ha chiarito la professoressa: "Tant'è vero che la descrizione cambia nel tempo. Se consultiamo un dizionario del passato, la descrizione del corpo, delle sue parti, delle sue funzioni era molto diversa o addirittura mancante per una forma di censura. Tutto questo naturalmente per nostra fortuna è cambiato". L'estremo opposto di oggi, però, ha visto arricchirsi il linguaggio dell'odio, soprattutto tra i più giovani, incapaci di dare il giusto peso a certe parole, spesso pronunciate senza alcuna consapevolezza.

Il nuovo dizionario Treccani di Della Valle e Patota è proprio per loro: "Si rivolge a un pubblico specifico, i ragazzini e le ragazzine tra i 10 e i 17 anni: una fascia di età molto delicata. Abbiamo concepito, studiato per loro un dizionario completamente nuovo, con una particolare attenzione a certe parole. Non ne abbiamo censurata neanche una: ci sono tutte, anche le più volgari, anche quelle più violente perché comunque fanno parte della lingua italiana e della nostra tradizione, bella o brutta che sia. Quello che abbiamo fatto, visto chi sono i destinatari e le destinatarie del dizionario, è avvertire che con quella parola ci vuole una certa attenzione: da cicciona a deforme, da mongoloide a ebete. È una parola che può fare molto male, molto offensiva. Vogliamo avvertire che quella parola esiste, ma che bisogna fare attenzione perché può fare molto male. I ragazzini e le ragazzine quando usano parole offensive, lo fanno spesso senza consapevolezza. È come se non si rendessero conto dell'impatto che quella parola ha, su un difetto fisico, per un problema psichico".

Da un lato, quindi, c'è il significato delle parole, ma dall'altro c'è un intento formativo: "Il nostro vocabolario vuole servire a illustrare la lingua italiana, a spiegare in modo semplice tutte le parole, ma c'è anche una funzione diciamo educativa, sociale. È come se avessimo messo dei piccoli semafori che si illuminano per dire: attento, questa parola esiste, però se la devi usare sappi che può fare molto male. La parola a volte viene buttata lì anche per per scherzo, per fare effetto, per vantarsi di qualcosa, ma senza rendersi davvero conto. Abbiamo pensato di unire al rigore delle definizioni, delle spiegazioni, delle etimologie, della storia delle parole, la possibilità di dare un aiuto ai nostri lettori più giovani, una guida. Siamo stati molto espliciti, in maniera che si rendano conto di quello che si può fare con le parole. Si può fare molto bene, ma si può fare anche male. Certi termini rispecchiano una mentalità del passato che oggi non è più accettabile".

In nome dell'aderenza tra mentalità sana e attualità, i linguisti hanno fatto anche un'altra scelta ben precisa, presentata già in altre loro pubblicazioni: "Registrare le parole non più solo al maschile, ma al femminile, sia gli aggettivi che i sostantivi. Ci sembrava che fosse un retaggio del passato, superato: era una convenzione. Non c'è nessuna regola che dice che la lingua debba essere registrata solo al maschile: era una era una tradizione del Cinquecento, che però rifletteva una società diversa. Oggi le donne, per fortuna, fanno tutti i mestieri, tutto può essere declinato e al maschile e al femminile, quindi lo abbiamo fatto anche in questo dizionario rivolto ai più giovani. È una piccola cosa, però può contribuire a modificare la mentalità del lettore e della lettrice di giovane età".

Nessuna discriminazione di genere, un segnale forte contro il body shaming e il bullismo: il dizionario tradizionale supera la sua vocazione linguistica e diventa quasi un libro di lettura, un manuale educativo per parlare ai giovani di attualità. Racconta loro di un mondo dove c'è spazio per le donne anche nei settori lavorativi a loro un tempo preclusi, racconta di un mondo dove si va oltre gli stereotipi e si supera il linguaggio dell'odio. Per questo il vocabolario propone anche delle alternative più neutre rispetto a certe parole cattive. A fare la differenza è sempre la consapevolezza, la capacità di comprendere bene il confine tra ironia e derisione. E la consapevolezza dei più giovani va costruita così da farli crescere come individui rispettosi, capaci di stare al mondo e di scegliere con cura le parole, comprendendo il loro reale peso.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views