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Cose di cui mi vergogno: su TikTok spopolano i video di chi dice la verità e non ostenta perfezione

L’hashtag #socialmediaisfake dice che i social spesso divulgano falsità e illusioni, una perfezione fittizia. Gli utenti ora vogliono onestà e verità.
A cura di Giusy Dente
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Il confine tra vita reale e vita virtuale si è fatto labile: siamo abituati all'esposizione della quotidianità in tutta la sua interezza, in ogni momento e ogni aspetto. Non c'è colazione o cena che non venga immortalata, non c'è vacanza che non diventi un reel emozionante e poi ci sono i selfie, le foto coi figli e gli amici, persino le proposte di matrimonio e i gender reveal. Tutto passa attraverso Instagram e TikTok, o meglio: tutto quello che c'è di bello e positivo, quello che conviene mostrare, ciò che piace e fa sentire forti. Ovviamente ad andare per la maggiore sono contenuti che ispirano commozione, che generano allegria, che puntano sulla bellezza e che danno l'idea di vite perfette fatte di successi, gioie, soddisfazioni. E i momenti no dove sono? Dove sono le insicurezze, i fallimenti, i difetti e le imperfezioni?

TikTok @rikkedrue
TikTok @rikkedrue

Sicuramente tutta questa fetta di contenuti che un tempo era impensabile, oggi trova più spazio sui social, dove in tanti cercano maggiore veridicità, maggiore aderenza alla realtà, alla vita vera, che ovviamente non è fatta solo di vacanze e momenti felici. Proprio per questo, è diventato virale su TikTok un nuovo trend che punta proprio alla condivisione di verità scomode, tutte quelle verità che magari si tende a tacere per paura del giudizio, per paura di essere presi in giro, per vergogna. In nome della franchezza e dell'onestà, tanti stanno esternando i loro piccoli "segreti", quelle cose che mai avrebbero pensato di riuscire a dire dinanzi a una sconfinata platea come quella di un social network.

TikTok @gaylecantspell
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L'hashtag #socialmediaisfake dice proprio questo: che i social media sono piattaforme che troppo spesso divulgano falsità e illusioni, una perfezione fittizia e irraggiungibile. Ecco perché gli utenti ora dicono tutte quelle cose che solitamente avrebbero difficoltà ad ammettere, a se stessi e agli altri. C'è chi parla di difficoltà di coppia, chi di ricordi d'infanzia dolorosi, chi di problemi finanziari. Riguarda soprattutto la generazione Z (quindi le persone nate tra il 1996 e il 2010), quelli che maggiormente sono impegnati nel contrastare le visioni idealizzate della vita quotidiana che si trovano online. "Ho frequentato l'università per cinque anni e ho conseguito un master, ma lavoro ancora come barista e guadagno il salario minimo mentre tutti i miei coetanei hanno un lavoro adeguato" dice Hannah su TikTok. Le fa eco Niki: "Sono disoccupato ormai da quasi un anno perché ho corso un rischio e non ha funzionato". E poi c'è Sara: "Mi sento sola quasi tutto il tempo anche se ho degli amici fantastici, non riesco a sfuggire al sentimento di solitudine".

TikTok @rikkedrue
TikTok @rikkedrue

A dare avvio al trend è stato un 26enne danese con un post di marzo in cui elencava le "otto cose che mi vergogno di dire ad alta voce". Rikke Drue ha detto di aver realizzato il video dopo essersi sentita sola e insicura riguardo alla sua carriera e ha ben pensato di esprimere i propri sentimenti, invitando gli altri a fare altrettanto, per sentirsi liberi. Da allora il video ha accumulato oltre un milione di visualizzazioni. Lei ha parlato delle insicurezze legate alla sua pelle, della difficoltà di sviluppare una solida carriera e parallelamente crearsi una famiglia. "Una volta pubblicato sono stata preso d'assalto e sono passata da 700 a 5.000 follower e tutti sono stati così gentili – ha raccontato a The Guardian – Ho ricevuto molti messaggi da persone che mi ringraziavano per aver condiviso questi pensieri che stavo avendo, perché si sono sentiti meno soli nelle loro situazioni".

TikTok @rikkedrue
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Ma attenzione, perché questo trend ha anche delle insidie, come ha spiegato lo psichiatra londinese Mark Silvert: "Esiste il rischio di semplificare eccessivamente questioni psicologiche complesse o di rendere inavvertitamente affascinanti meccanismi di coping malsani". Si tratta pur sempre di oversharing, dunque di un eccesso di condivisione ed esposizione, di un parlare troppo di sé e del proprio privato. Eloise Skinner, psicoterapeuta, ritiene che la chiave per padroneggiare l'oversharing online sia usarla in modo costruttivo: "Questa tendenza non è certamente un metodo sostenibile in grado di fornire la strada per la guarigione, ma sicuramente spingerà più persone ad essere più aperte su ciò che stanno attraversando. Spero che possa essere il primo passo per le persone che cercano un aiuto professionale per creare miglioramenti a lungo termine per la loro salute mentale".

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