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Un infinito vicino alle piramidi, il significato dell’opera di Pistoletto: “Il passare del tempo che si manifesta”

Terzo Paradiso è l’opera di Michelangelo Pistoletto tra le Piramidi di Giza: l’installazione simboleggia l’incontro tra due rappresentazioni di eternità.
Intervista a Paolo Naldini
direttore di Fondazione Pistoletto Cittadellarte
A cura di Giusy Dente
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Foto Fondazione Pistoletto Cittadellarte
Foto Fondazione Pistoletto Cittadellarte

Come si può rileggere l'eredità delle Piramidi di Giza attraverso l'arte contemporanea? È la sfida della quinta edizione di Forever Is Now, esposizione internazionale ospitata in Egitto, sull'inconfondibile sito UNESCO. La mostra è un modo per celebrare il passato ma intrecciandolo col presente e con un occhio al futuro: le piramidi diventano il simbolo del desiderio umano di immortalità e infinito. Non a caso, proprio al segno matematico dell'infinito si è ispirato Michelangelo Pistoletto, che ha realizzato un'opera dedicata al Terzo Paradiso, promossa da Fondazione Pistoletto Cittadellarte. Oltre all'artista italiano hanno partecipato altri 9 artisti di fama internazionale che hanno interpretato a loro modo il concetto di dialogo tra passato e futuro. Paolo Naldini, direttore della Fondazione Pistoletto Cittadellarte, ha spiegato a Fanpage.it il significato di Terzo Paradiso, il messaggio che vuole dare al mondo. Questa e le altre installazioni saranno disponibili al pubblico dall'11 novembre al 6 dicembre 2025.

Il significato di Terzo Paradiso, opera di Michelangelo Pistoletto

Le foto dell'installazione, incastrata tra la sabbia e il cielo d'Egitto e con le iconiche piramidi sullo sfondo, sono spettacolari. L'opera di Michelangelo Pistoletto si compone di una serie di massi e nel cerchio centrale un obelisco tronco e specchiante. Il simbolo dell'infinito infatti, benché immediatamente riconoscibile, è stato reinterpretato dall'artista proprio con l'aggiunta di un terzo cerchio. Il direttore Paolo Naldini ha spiegato: "I massi provengono dalle cave, le stesse da cui si prendono i materiali per interventi di ristrutturazione e restauro dei monumenti e delle piramidi. L'obelisco è tronco: la punta abbiamo voluto che fosse quella della stessa piramide. Quindi ci si deve mettere nella giusta posizione affinché la prospettiva faccia coincidere la fine dell'obelisco con la punta della piramide. Questo è per mettere in relazione strutturale e architettonica i due elementi. È specchiante perché lo specchio è la cifra di Pistoletto dagli anni Sessanta e perché lo specchio ci pone di fronte a noi stessi. Il tutto è un'interrogazione che la storia ci fa su dove stiamo andando, da dove veniamo e chi siamo". L'opera crea un collegamento tra passato e presente, insomma.

Foto Fondazione Pistoletto Cittadellarte
Foto Fondazione Pistoletto Cittadellarte

Ma ci sono altri elementi simbolici rilevanti nella struttura dell'installazione, che rendono ancora più potente il suo messaggio da un punto di vista spirituale: "Il verticale della piramide connette la terra con il cielo. L'aldilà è l'infinito, la vita dopo la morte, come sappiamo dalla straordinaria storia dell'Antico Egitto. Questa dimensione verticale è collegata alla vita sulla terra, che è la base della piramide, uno spazio pesante dove noi umani viviamo, triboliamo e lavoriamo. Invece la punta della piramide che tocca il cielo e rimanda appunto alla trascendenza". L'infinito è il simbolo di Terzo Paradiso, ma con un terzo cerchio che ne stravolge la struttura tradizionale che tutti conosciamo. Viene riconfigurato in modo da aprire al centro un altro spazio, che è il doppio della dimensione dei due laterali. Il direttore della Fondazione ha spiegato: "Questo cerchio centrale è il luogo in cui gli opposti si combinano, è uno spazio ampio e accogliente, mentre nel simbolo dell'infinito fatto come otto lo spazio è un puntino. La riconfigurazione del segno dell'infinito con questo terzo cerchio apre lo spazio della creazione: lo spazio centrale è lo spazio dove noi possiamo creare, ma anche dove la natura crea".

Foto Fondazione Pistoletto Cittadellarte
Foto Fondazione Pistoletto Cittadellarte

La riflessione sul tempo di Michelangelo Pistoletto

Sullo sfondo dell'opera ci sono le piramidi di Giza, che sono un segno tangibile del passato, un passato che però vive ancora, che è visibile e che tanto ha lasciato in ciò che è venuto dopo. Il passare del tempo e la memoria sono questioni centrali nella produzione di Michelangelo Pistoletto, nella sua ricerca artistica. Come ha spiegato il direttore della Fondazione: "Il passare del tempo è il continuo divenire che nel cerchio centrale viene accolto e interpretato. Si accoglie l'idea che tutto il nostro mondo è finito, ma è anche un simbolo che rappresenta visivamente la coesistenza del finito nell'infinito. È in questa connessione tra finito e infinito che il passare del tempo si manifesta. Rispetto a questo c'è anche un altro pensiero, che è come le grandi nostre opere si pongono. Li chiamiamo monumenti, perché ammoniscono, ci parlano e ci danno delle indicazioni su come vivere. Sono delle indicazioni morali che ci ricordano da dove veniamo, che ci ricordano di mantenere la memoria del passato. I monumenti che creiamo oggi che cosa dicono ai nostri contemporanei e che cosa diranno alla storia del futuro? Ecco, noi pensiamo che il simbolo del Terzo Paradiso svolga questa funzione".

Foto Fondazione Pistoletto Cittadellarte
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