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Zombieing: la psicologa spiega come non cadere nella trappola degli ex che ritornano

Con la psicologa abbiamo cercato di comprendere cosa nasconde lo zombieing, il comportamento degli ex che tornano nelle vite delle persone a distanza di tempo.
Intervista a Dott.ssa Lucia Montesi
psicologa, psicoterapeuta
A cura di Giusy Dente
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"A volte ritornano", come si suol dire: vale per la candida e vale per gli ex. Ecco perché la scrittrice Sophia Kercher si è inventata un neologismo per indicare proprio il comportamento di un ex che prima scompare e poi ricompare nella vita di una persona con cui aveva una relazione e che a fatica era riuscita a metterci una pietra sopra. Quando si dice il tempismo! È successo a tutti di veder ricomparire qualcuno nella nostra vita, qualcuno che avevamo con difficoltà dimenticato per andare avanti. Ecco, si parla quindi di zombieing, in riferimento agli zombie, i morti che tornano in vita. Il termine è diventato popolarissimo anche sui social. Abbiamo approfondito questo comportamento (tipico del cosiddetto "malessere") con la psicologa.

Perché gli ex tornano nelle nostre vite?

C'è da stare attenti, con gli occhi ben aperti per non farsi fregare. Un ex che torna, difficilmente lo fa per ricostruire seriamente qualcosa che si era rotto, difficilmente riprende i contatti con intenzioni sane. La dottoressa ha infatti chiarito una volta per tutte: "Quando gli ex tornano come nulla fosse dopo essere spariti senza spiegazioni, lo fanno per soddisfare i loro bisogni emotivi, quindi lo fanno per loro stessi e per nutrire la propria autostima. Non c’è un reale interesse a riallacciare un rapporto: il riaggancio ha il solo fine di ricevere conferma di avere ancora potere e fascino su di noi, mantenere il controllo su di noi e impedire di rifarci una vita, avere attenzioni e affetto in un momento di solitudine, avere nuovi stimoli, evadere dalla noia, controllare come stiamo per sentirsi in pace con la coscienza. Generalmente bussano per vedere se saremmo ancora pronti ad aprire la porta, ma non sono autenticamente interessati ad entrare". C'è qualcosa di profondamente egoistico nello zombieing: chi torna lo fa solo per nutrire il proprio ego, disinteressandosi completamente dei sentimenti e delle reazioni dell'altro.

Riprendere contatti con un ex: sì o no?

È difficile chiudere definitivamente una porta, lasciare fuori qualcuno che abbiamo amato, con cui vedevamo un futuro. Per questo la tentazione di riaprire la porta quando si sente bussare è umana, è comprensibile. Raramente è una mossa intelligente da fare, ma può succedere. La dottoressa ha spiegato: "Quando un ex ricompare dopo aver maturato una riflessione su ciò che ha portato alla fine della relazione, su suoi eventuali comportamenti problematici, portando delle giustificazioni valide su un eventuale sparizione ed è sinceramente intenzionato a costruire un rapporto su basi migliori, allora può essere positivo riprendere i contatti e riprovare". Ovviamente è un caso raro: "Quando un ex chiude la relazione semplicemente sparendo senza dare spiegazioni, quindi facendo ghosting, innanzitutto non ha intenzione di riprendere un rapporto stabile e continuativo, anzi: una volta ottenute attenzioni e gratificazioni molto probabilmente sparirà di nuovo, e lo farà ripetutamente, alternando brevi riapparizioni a nuovi silenzi che lasciano l’altro nella confusione e nel dolore, di cui non si cura. Questo modo di gestire le relazioni è comunque spia di una difficoltà emotiva e relazionale o di una immaturità, di mancanza di empatia e rispetto dei sentimenti dell’altro, di un approccio disimpegnato e superficiale alle relazioni". Dare una seconda possibilità quindi rischia di essere solo controproducente: sono più gli svantaggi che i vantaggi. L'esperta ha precisato: "Porta a restare incastrati in un rapporto disfunzionale e tossico. Lo zombeing genera confusione e un certo disorientamento".

Come affrontare il ritorno di un ex

Come gestire la situazione quindi? Come comportarsi per non farsi raggirare da un ex che torna, minacciando la nostra serenità magari a fatica riconquistata? La dottoressa ha spiegato: "Chi subisce zombieing sta male perché si trova inaspettatamente a confrontarsi con il ritorno dell’ex quando finalmente stava riuscendo a superare l’abbandono e a riprendere la propria vita. Il ritorno senza spiegazioni porta ad arrovellarsi nel tentativo di dare un senso al comportamento dell’altro, riapre le ferite emotive che si stavano appena rimarginando, causa uno stallo emotivo e una difficoltà a proseguire serenamente la propria vita, riaccende la speranza di riallacciare il rapporto. Lo zombie quando si ripresenta di solito lo fa con modi lusinghieri e accattivanti o con toni nostalgici, ma è bene non lasciarsi trascinare e mantenere la lucidità, non cedere alla tentazione di rispondere di impulso. Il modo migliore per non lasciarsi manipolare è l’indifferenza: non rispondere affatto, neanche per insultarlo, ignorare, perché qualunque altra forma di risposta sarebbe vissuta come una conferma che siamo ancora interessati e siamo ancora presi. Il nostro fervore non farebbe che dare prova del nostro coinvolgimento, nutrendo il
suo ego". Insomma, è una trappola bell'e buona in cui abbiamo solo da perdere.

Il vero lavoro è proprio non cedere a queste tentazioni, concentrarsi sul marcio che è ben nascosto dietro le apparenze. Questo è possibile solo lavorando su se stessi, avendo ben chiaro un concetto di amore sano, mettendo un punto fermo per non soffrire. Il consiglio dell'esperta è: "Possiamo riuscire a chiudere la relazione dando significato e valore al tempo passato tra l’abbandono e il ritorno, non dimenticando quanta sofferenza ha comportato, quanta rabbia e umiliazione, rimpianti, rimorsi e sensi di colpa, renderci conto di essere stati manipolati, riflettendo e prendendo consapevolezza di quale parte di noi collude con questo tipo di relazioni, portandoci ad esempio a cercare chi ci maltratta e ci abbandona. Qualsiasi relazione che ferisce e provoca sofferenza, rabbia, tristezza, non è amore. L’amore è rispetto dell’altro, partecipazione, costanza, affetto reciproco".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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