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La dieta di Okinawa: come vivere a lungo seguendo lo stile di vita orientale

A Okinawa in Giappone i centenari sono numerosissimi. Il segreto della longevità è nel loro regime alimentare. In cosa consiste la dieta di Okinawa lo abbiamo chiesto alla nutrizionista Valentina Schirò.
Intervista a Dott.ssa Valentina Schirò
Biologa e nutrizionista
A cura di Francesca Parlato
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Esiste un'isola in Giappone, nel sud del Pacifico dove i centenari sono cinque volte più numerosi che in qualsiasi altra regione del mondo. È l'isola di Okinawa. I suoi abitanti vivono in buona salute e in maniera indipendente fino alla soglia dei cento anni. Ed è di origini giapponesi anche la donna più anziana del mondo, Kane Tanaka, data di nascita 2 gennaio 1903, che quest'anno ha compiuto 119 anni.

La dieta di Okinawa

Il segreto della longevità del popolo che vive in Giappone e in particolare su quest'isola? Uno stile di vita attivo e una dieta speciale, basata principalmente sulle verdure, che negli ultimi anni è stata esportata in tutto il mondo, con il nome proprio di Dieta di Okinawa. "È una dieta a basso apporto calorico che prevede circa 1200 calorie al giorno (contro le 2000-2500 che siamo soliti assumere) con un altissimo consumo di verdure e di alghe, mentre le proteine sono quelle che arrivano dai prodotti della pesca". ha spiegato a Fanpage.it la nutrizionista Valentina Schirò. Nell'alimentazione dei centenari di Okinawa la carne non è vietata ma si mangia principalmente nei giorni di festa. "Si consuma soprattutto carne di maiale, ma raramente. Le principali fonti proteiche sono il pesce e i legumi, in particolare la soia". Tra i carboidrati invece troviamo le patate rosse, che hanno un bassissimo indice glicemico e il riso integrale. "Prevista anche la frutta e soprattutto la frutta secca". All'appello mancano però i grassi. "L'olio extravergine di oliva è la fonte principale. Mentre è molto scarso il consumo di latticini". Bando invece agli alcolici, sì invece a verde e tè al gelsomino. "Il tè verde è ricco di antiossidanti e può essere molto utile a livello metabolico". A fare la differenza con altre tipologie di diete a basso contenuto calorico è anche il modo in cui gli alimenti, in particolare le verdure, vengono cotti. "La cottura è principalmente a vapore oppure nel wok, entrambe tipicamente asiatiche. Si tratta di due modalità che consentono di preservare i nutrienti delle verdure cosa che invece è più difficile quando si utilizzano cotture più violente (a più alte temperature) oppure più lunghe". La dieta di Okinawa prevede poi in ogni pasto la presenza di tante portate diverse in piccole porzioni. "È un'abitudine tipicamente orientale: durante il pranzo o la cena abbiamo magari un'insalata di verdure crude, poi delle alghe o dei funghi cotti e poi il pesce, accompagnato da riso integrale. Tante preparazioni, servite in piccole portate, dove sono presenti in maggiore quantità le fibre e in misura minore le proteine e i carboidrati. Le porzioni sono piccole e varie".

Perdere peso seguendo l'alimentazione giapponese

Essendo un regime alimentare ipocalorico molte persone scelgono di adottarlo per perdere peso. "1200 calorie al giorno sono molto poche – spiega Schirò – È vero che è una dieta estremamente ricca in nutrienti ma io consiglio di seguirla sempre per un breve periodo di tempo. A lungo andare potrebbe infatti rallentare il metabolismo e questo bloccherebbe di conseguenza il dimagrimento: l'organismo andrebbe infatti a rallentare le uscite perché troppo ridotte le entrate". Va bene quindi adottare a tavola lo stile giapponese ma attenzione a farlo per troppo tempo. "E poi io consiglio anche di stare molto attenti con il tè verde, perché se da un lato è un potente antiossidante, dall'altro, visto che stimola molto la tiroide, potrebbe dare problemi ai soggetti già predisposti per motivi familiari o genetici, alle patologie tiroidee". 

Dieta di Okinawa e longevità

Ovviamente però non è solo l'alimentazione a garantire la longevità, ma lo stile di vita. Non essere sedentari, condurre una vita attiva, riuscire a mettere da parte lo stress sono tutti elementi che insieme alla dieta concorrono a uno stato di benessere in grado di contribuire alla salute dell'organismo. "Credo che poi ci sia un altro aspetto molto importante della cultura giapponese – conclude la dottoressa Schirò – Il momento del pasto è un momento in cui il soggetto si prende cura di sé stesso. Il piatto è ideato per preservare la salute e per curarla, non soltanto per soddisfare il palato. Pensiamo alle spezie: non hanno soltanto lo scopo di insaporire, ma anche una funzione salutistica. È una visione diversa dell'alimentazione rispetto alla nostra". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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