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Il vero amore arriva dopo i 30 anni, la psicologa: “Relazioni meno idealizzate, si hanno le idee chiare”

Da adolescenti si vive l’amore con più intensità. Da adulti complice l’esperienza si creano connessioni più vere ma con più difficoltà. L’analisi dell’esperta a Fanpage.it.
Intervista a Dott.ssa Lucia Montesi
psicologa psicoterapeuta
A cura di Giusy Dente
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Secondo uno studio pubblicato su Journal of Social and Personal Relationships, la maggior parte delle persone incontra il vero amore solo dopo i 30 anni. Ci si arriva al termine di un percorso di costruzione dell'identità, a completamento di un lavoro su sé stessi che rende emotivamente completi, sani e disponibili. Mentre l'amore a vent'anni è spesso più intenso, gli psicologi sostengono che raramente è costruito sulla maturità emotiva o sulla compatibilità a lungo termine. Una relazione, per essere duratura, ha bisogno di consapevolezza. A  questo stadio le persone arrivano solo dopo una crescita personale che passa anche attraverso delusioni e fallimenti. Ecco perché così tante persone riferiscono di trovare un amore autentico, profondo e sicuro solo in una fase "tarda" della vita. Fanpage.it ha commentato questa ricerca con un'esperta. La dott.ssa Lucia Montesi ha sviscerato le differenze tra amore e innamoramento da adolescenti e da adulti, spiegando perché idealmente dopo i 30 anni si può trovare più autenticità di connessione, ma ci sono anche molte più resistenze da vincere. La consapevolezza è un punto di forza, certo, ma dall'altro lato rende anche più selettivi, meno propensi ad andare incontro alle esigenze altrui: non si è disposti a rinunciare all'autonomia e all'indipendenza a fatica conquistate.

Che differenza c'è tra le relazioni che si instaurano da adolescenti e quelle che nascono da adulti?

Le relazioni tra adolescenti sono più frequentemente basate sull'infatuazione, quindi su un coinvolgimento molto intenso ma altrettanto effimero che può rapidamente svanire. Allo stesso tempo, però, gli amori adolescenziali sono vissuti in modo totalizzante con un investimento emotivo molto forte, con sentimenti estremi ed emozioni amplificate. Le relazioni tra adolescenti hanno anche un'importante funzione di sperimentazione nel processo di costruzione dell'identità, perché sono una palestra in cui si impara a esprimere le emozioni perché lo sguardo dell'altro rappresenta uno specchio, come se il modo in cui ci vede il partner ci rimandasse un riconoscimento di chi siamo e come siamo. Le relazioni nate tra adolescenti rischiano maggiormente di non durare per sempre, perché nel corso del tempo i partner possono maturare in direzioni diverse, sviluppare nuovi aspetti di sé per cui l'incastro che aveva fatto nascere la coppia non funziona più. Le relazioni che nascono tra adulti sono, o dovrebbero essere meno idealizzate e meno totalizzanti, più basate su un reciproco arricchimento, su uno scambio paritario e un supporto reciproco, con una capacità maggiore di gestire i conflitti. Quando ci si incontra da adulti, ogni partner è già strutturato, ha una identità definita, è più consapevole delle proprie esigenze. Va detto che oggi sia gli adolescenti che i giovani adulti vivono la coppia in un modo più narcisistico e individualista rispetto al passato, dando priorità ai propri bisogni e al mantenimento della propria autonomia. Gli adolescenti di oggi vivono l'amore in una modalità più fluida, rifiutando di applicare etichette al rapporto, ma lo vivono anche con il freno a mano tirato perché hanno molta paura di soffrire, di essere dipendenti dall'altro e di mostrare la propria vulnerabilità.

Cambia il modo di vivere l'innamoramento, o questa fase iniziale è uguale nelle varie fasi dell'età?

L'innamoramento è grosso modo uguale nelle varie età della vita perché riveste sempre la stessa funzione: quella di favorire l'accoppiamento tra due individui. A qualsiasi età si manifesta quindi come una follia temporanea in cui tutto ci sembra meraviglioso, anche se ci sono alcune differenze: in adolescenza l'idealizzazione dell'altro è massima e l'attrazione fisica gioca un ruolo principale, mentre al crescere dell'età l'idealizzazione, pur essendo sempre presente nell'innamoramento, è meno intensa e altri fattori diventano importanti al di là dell'attrazione fisica e sessuale.

Cambia il modo di superare la rottura, da adolescenti e da adulti?

La rottura è sempre dolorosa, a qualunque età si verifichi. Per gli adolescenti, che vivono le emozioni in modo amplificato, la rottura appare catastrofica ed è un colpo alla propria identità in formazione. Gli adulti hanno una maggiore capacità di elaborazione della rottura e di gestione delle emozioni, d'altra parte la relazione tra adulti può avere un impatto maggiore sulla vita di ciascun partner (ad esempio se c'è anche una convivenza o ci sono dei figli), pertanto la rottura rappresenta una crisi profonda perché richiede la ricostruzione di molteplici equilibri. In età adulta la rottura della relazione può essere particolarmente dolorosa quando si somma ad altre rotture e delusioni  precedenti. 

Come si evolve l'innamoramento in amore?

L'innamoramento è di solito la prima fase di un legame, quella in cui vediamo l'altro come perfetto, non ne percepiamo i difetti, ne abbiamo bisogno come di una droga e starne lontani ci strugge. Nell'innamoramento siamo poco lucidi, euforici, sentiamo meno il bisogno di mangiare e dormire perché ci basta il desiderio dell'altro. Dopo un paio d'anni fortunatamente questa fase di follia rientra e può trasformarsi in amore, che comporta invece una visione più realistica dell'altro. Passare all'amore significa desiderare una stabilità, fare progetti, volerci prendere cura dell'altro in modo continuativo. È meno romantico dell'innamoramento: significa anche tornare coi piedi per terra ed essere più lucidi, ma è necessario perché ci sia un legame sano e adulto che vada oltre il sentire le farfalle nello stomaco.

È più difficile trovare l'amore a 30 anni? 

A trent'anni si hanno le idee chiare su ciò che si desidera da una relazione e si diventa più esigenti e selettivi. A quest'età abbiamo ormai delle abitudini consolidate, delle comodità a cui non vogliamo rinunciare e che non siamo disposti a sacrificare per la relazione. Soprattutto, non siamo disposti a rinunciare alla nostra autonomia e a tutto ciò che abbiamo costruito per andare incontro alle esigenze di un altro. Chi desidera una relazione stabile ha più difficoltà a trovare un partner, per la tendenza attuale verso modalità di essere coppia meno definite e meno impegnative. Delusioni e fallimenti precedenti possono poi scoraggiare dal mettersi di nuovo in gioco e portare a chiudersi in sé. 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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