
Ogni Natale ha la sua Bridget Jones. Nell’immaginario collettivo, il single delle feste è lei: imbarazzata, buffa, un po' goffa, costretta a giustificare la propria solitudine tra una portata e l’altra a tavola, con la domanda di rito che arriva puntuale come il panettone "Come va la vita sentimentale?". Da anni il cinema, la televisione e la cultura pop hanno costruito questa figura come un’eccezione temporanea, una parentesi da chiudere al più presto, possibilmente entro Capodanno. Sicuramente, la società non investe sulle persone single, lo dimostrano i numerosi progetti di marketing che tendono a escludere sempre più spesso chi non ha un partner dalle offerte e promozioni. Essere single a Natale non è raccontato come una condizione legittima, ma come un problema da risolvere, una mancanza che diventa ancora più evidente sotto le luci dell’albero. Se da una parte manca il sostegno della società e il giudizio è ancora troppo evidente, dall'altra personalmente credo che non ci sia periodo migliore per essere single.
Viviamo in una società che non supporta chi è single, soprattutto a Natale
Credo che ormai chi è single sia abituato alle domande scomode dello zio al pranzo di Natale o allo sguardo sconcertato del collega quando gli diciamo che passeremo il 25 da soli. Il punto è che questa narrazione non resta confinata alle battute dei parenti, dei conoscenti o alle commedie romantiche. La società, nel suo complesso, investe poco o nulla sui single, soprattutto durante le feste. Il marketing natalizio parla quasi esclusivamente il linguaggio delle coppie e delle famiglie: pubblicità di gioielli che celebrano "il per sempre", pigiami divertenti venduti a coppie, spot di supermercati che raccontano tavolate affollate, viaggi pensati per due o pacchetti famiglia, promozioni "romantiche" che danno per scontato un più uno da cui farsi accompagnare. Anche il concetto stesso di casa, a Natale, viene venduto come spazio condiviso, mai come rifugio individuale. Il single diventa invisibile, oppure tollerato solo come fase di passaggio, mentre il messaggio resta sempre lo stesso: la felicità, soprattutto a dicembre, è una questione di coppia.
Perché le feste sono il periodo migliore per essere single
Eppure, guardando più da vicino, il Natale è forse il momento migliore per essere single. È l’unico periodo dell’anno in cui il tempo rallenta davvero, in cui le città si svuotano, il silenzio diventa socialmente accettabile. Le città sono illuminate e pullulano di incredibili mercatini, si può scegliere quando e se decorare casa. Perché è proprio così: essere single a Natale significa poter scegliere come stare, con chi e se farlo. Significa sottrarsi all’obbligo della performance familiare perfetta, vivere le feste senza mediazioni, costruire rituali personali che non devono rispondere alle aspettative di nessuno. Di solito poi in questo periodo ci sono tantissimi impegni. Se da una parte avere un partner sarebbe una responsabilità aggiuntiva, dall'altra la socialità degli appuntamenti natalizi, siano cene aziendali o serate organizzate da amici, permette anche di conoscere qualcuno di nuovo e fare nuove amicizie. In un momento storico in cui si parla tanto di autonomia, benessere e autodeterminazione, forse è arrivato il momento di riscrivere anche il racconto delle feste. Non come parentesi malinconica in attesa dell’amore, ma come spazio pieno, legittimo, e sorprendentemente libero.