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Come si diventa narcisisti patologici: la psicologa spiega “Fragilità precoce e mancato riconoscimento”

Si tende molto spesso a usare il termine narcisista a sproposito, senza capire veramente le caratteristiche di questa patologia. Abbiamo chiesto a un’esperta di spiegarci cosa vuol dire davvero soffrire di narcisismo e perché è importante parlarne correttamente.
Intervista a Dott.ssa Chiara Simonelli
Psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma
A cura di Elisa Capitani
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Narcisista, un termine che richiama nell'immaginario collettivo arroganza, egocentrismo o manipolazione. Quante volte negli ultimi anni questo termine è stato utilizzato e abusato, per indicare persone sicuramente un po' egocentriche o incentrate su sé stesse, ma non necessariamente affette da narcisismo. L'utilizzo superficiale di questo termine può generare confusione e disinformazione, distogliendo l'attenzione dalla vera situazione psicologica, che è invece più complessa e patologica. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Chiara Simonelli, psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma, che ci ha raccontato chi sono davvero le persone classificate come narcisiste.

Cos'è davvero il narcisismo e come si classifica

La dott.ssa Simonelli chiarisce: "Il termine narcisismo è oggi molto usato, spesso anche in maniera impropria. Non ogni persona sfuggente o che si sottrae a una relazione può essere definita narcisista. Dal punto di vista clinico, infatti, il disturbo narcisistico di personalità riguarda una percentuale molto bassa della popolazione, uomini e donne. Il DSM-5, il manuale diagnostico di riferimento per i disturbi mentali, lo colloca tra i disturbi della personalità e lo definisce come un pattern pervasivo di grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia". Ma è importante anche distinguere una forma di narcisismo sano, che corrisponde alla capacità di prendersi cura di sé, rispettare i propri bisogni e coltivare il proprio benessere (aspetto fondamentale per relazioni equilibrate), da una di narcisismo patologico, che invece si manifesta come un eccesso difensivo e disfunzionale, che nasce spesso in giovane età, a causa di squilibri nelle relazioni primarie famigliari.

Le principali caratteristiche del narcisista

Il narcisismo patologico non è quindi solo il mito di Narciso che si specchia nell'acqua e si innamora della sua immagine riflessa, è piuttosto un modo disfunzionale di percepire sé stessi e di stare in relazione con gli altri. "Tra i criteri clinici elencati nel manuale DSM-5 emergono caratteristiche specifiche per individuare una persona affetta da narcisismo. In primo luogo, un senso grandioso della propria importanza e la convinzione di essere speciali, alimentato da fantasie di successo, potere, e bellezza. Il narcisista è poi sempre alla ricerca di ammirazione e ha aspettative irrealistiche di un trattamento privilegiato. Ma soprattutto, chi soffre di narcisismo mostra una seria mancanza di empatia, dal momento che l'altro non viene percepito come un individuo con sentimenti e bisogni propri, ma come uno strumento utile a confermare quell’immagine. E, infine, queste persone sono dei grandi manipolatori, pronti a sfruttare gli altri per raggiungere i propri fini, mostrando anche atteggiamenti arroganti o prevaricanti", spiega l'esperta. Ovviamente, non tutti questi tratti compaiono insieme nella stessa persona, e i livelli di gravità possono variare. Esistono anche forme più gravi, come il cosiddetto narcisismo maligno, che può arrivare a gravi comportamenti manipolatori e distruttivi.

Narciso, Caravaggio, ca. 1599, Palazzo Barberini, Roma
Narciso, Caravaggio, ca. 1599, Palazzo Barberini, Roma

Gli effetti nelle relazioni e il ruolo dei social

Dal punto di vista relazionale, la caratteristica più evidente è la manipolazione e la strumentalizzazione dell’altro. Il partner viene visto come un mezzo per alimentare la propria immagine e non come un individuo con bisogni e sentimenti. La mancanza di empatia rende difficile costruire un legame autentico, perché il narcisista tende a cercare solo conferme e ammirazione e si interessa poco del rapporto in sé. "Un vero narcisista non si irrita se tu hai un problema o stai male: semplicemente non riesce a entrare in sintonia con te, perché vede l'altro solo come strumento per alimentare la propria immagine", afferma l'esperta. I social media poi possono sicuramente amplificare queste dinamiche. Da un lato promuovono messaggi positivi di autocura e autostima, dall’altro incoraggiano modelli basati sull’apparenza, sul numero di like e sull’approvazione esterna. Questo può influenzare soprattutto gli adolescenti, ancora in cerca di identità, ma anche adulti che faticano a sviluppare un senso di sé più solido.

Narcisismo e fragilità interiore: strumenti di aiuto

Alla base del narcisismo patologico, spiega la dott.ssa, c’è quasi sempre una fragilità precoce, legata a esperienze infantili di mancato riconoscimento e accettazione. La persona costruisce così una sorta di corazza difensiva che nasconde però un grande senso di vuoto. Il percorso terapeutico, quando intrapreso, è complesso e spesso ostacolato dalla paura di scoprire il nulla dietro la facciata. Il lavoro si concentra su principalmente sul riportare gradualmente la persona narcisista alla realtà, smontando le sue fantasie di grandiosità, ma anche sull'affrontare sentimenti dolorosi come vergogna e inadeguatezza e sul ricostruire la capacità empatica. Non sempre, tuttavia, la prognosi è favorevole, il narcisista tende a sottrarsi al percorso terapeutico per il timore di crollare di fronte alla propria fragilità, ma l'esperta spiega che "bisogna andare a piccoli passi: non si può scardinare un equilibrio, per quanto doloroso, senza sorreggere la persona nelle fasi più fragili, perché dietro la corazza del narcisista c'è sempre una fragilità enorme".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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