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Che stanchezza i social e le app di incontri: che cosa è la dating fatigue

Che fatica gli appuntamenti. Le app come Tinder da facilitatori di incontri sono diventate fonte di frustrazioni. Il perché lo spiega la psicoterapeuta e sessuologa Maria Claudia Biscione.
Intervista a Dott.ssa Maria Claudia Biscione
Sessuologa e psicoterapeuta
A cura di Francesca Parlato
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Ci mettiamo in gioco, ci facciamo coraggio, vinciamo le nostre resistenze e timidezze, scegliamo una bella foto e la carichiamo sul profilo di Tinder o di Grindr. E una volta online cominciamo a sfogliare uno dopo l'altro, con l'automatismo del dito che scorre sullo schermo, i potenziali date che si trovano nei nostri paraggi. E speriamo nel match di quello giusto. Ma anche se non sembra poi così tanto faticoso scorrere le pagine di questo catalogo virtuale, alla ricerca del lui o lei che corrisponda (almeno a prima vista) alle nostre esigenze, secondo alcuni esperti negli ultimi anni abbiamo cominciato a soffrire della dating fatigue. Il termine l'ha coniato la giornalista francese Judith Duportail che su questo fenomeno ci ha scritto un libro, bestseller in Francia, e non ancora tradotto in Italia. Secondo Duportail compilare account sulle app di incontri, aspettare il match, mettere like e cuoricini sperando di essere ricambiati e trovarsi  poi nella situazione di dover subire alcune "inciviltà affettive" come il ghosting (quella barbarica pratica di sparire senza lasciare traccia da un giorno all'altro) ci costano fatica, ci procurano malessere e frustrazione.

Le app di incontri sono davvero dei facilitatori delle relazioni?

Queste app per cuori solitari nascono per facilitare gli incontri tra persone troppo impegnate con il lavoro per avere il tempo di conoscere qualcuno alla vecchia maniera, in un bar, a una festa, tramite amici di amici di amici. Ma alla fine si stanno rivelando quasi un boomerang. "Sicuramente questo tipo di social è un'opportunità in più per chi fa fatica a trovare degli spazi di interazione – ha spiegato a Fanpage.it la sessuologa Maria Claudia Biscione – Servono a darsi la possibilità di mantenere un allenamento in attesa di tempi e spazi migliori, ma farei attenzione a considerarli un surrogato di un incontro a due". 

Cosa sbaglio su Tinder

Le regole del gioco sono diverse. Mentre i più giovani le conoscono, si muovono più abilmente tra match e like, sanno come destreggiarsi tra le pagine di questi cataloghi virtuali, chi ha superato i 30 anni non è sempre così abile. A partire dalle reticenze già sull'iscrizione. "Molte persone si vergognano, credono che siano contenitore di soggetti problematici o disfunzionali. Si prova imbarazzo all'idea di incontrare qualcuno che si conosce – spiega Biscione – Ma la difficoltà più grande riguarda le modalità di interazione: molti approcciano a una nuova conoscenza attraverso sguardi, gesti, con la fisicità. E ovviamente tutto questo viene meno se si conosce qualcuno tramite app". Bisogna puntare sulle competenze verbali. "Ci dobbiamo costringere a scrivere qualcosa di accattivante, a trovare una frase che stupisca, e questo può essere faticoso. Non perché non si abbiano queste capacità, ma perché non è detto che si sappia usarle. Sono strumenti che non abbiamo addestrato e poi raccontarsi sui social, dove le regole sono velocità, capacità di mettere in atto dei piccoli effetti speciali per riuscire ad agganciare l'altro non è certo una caratteristica che abbiamo tutti". 

Ogni volta è un primo appuntamento

Una volta agganciata l'altra persona arriva il momento di uscirci, con il rischio di dover pescare sempre nello stesso repertorio e di vivere ogni volta lo stesso primo appuntamento. "C'è questo rischio – spiega Biscione – Ma per scongiurarlo io consiglio intanto di trovare un contenitore dove siamo comodi, dove ci sentiamo a nostro agio. La questione non è fare la ruota del pavone, raccontare sempre lo stesso curriculum. Ma portarci a casa sempre qualcosa di buono per noi. Cerchiamo ogni volta di variare, di evitare di raccontare sempre le stesse cose". E poi possiamo approfittare di questi appuntamenti anche per allenare alcune capacità, come il rifiuto. "Non è facile saper dire di no, saper dire non sono interessato. Il rifiuto è un'arte. Ad alcune persone riesce benissimo altre invece si dispiacciono. E allora approfittiamo di questi appuntamenti per imparare a dire, quando ci accorgiamo che non c'è feeling: Grazie ma non sono interessato".

Tanti date poche relazioni serie

Ma la maggiore causa della dating fatigue, intesa proprio come il malessere causato dalle troppe delusioni e dalle aspettative mancate, è sicuramente il fatto che la maggior parte degli appuntamenti non conduce da nessuna parte. "Succede spessissimo di uscire con una persona, magari si sta anche bene e poi però questa sparisce, se ne incontra un'altra e poi sparisce di nuovo. Ma non bisogna avvilirsi. Anche questo fa parte delle regole del gioco. Dobbiamo sempre ricordarci che si tratta di una palestra, dove ognuno ha la sua logica e le sue motivazioni. C'è chi lo fa per perdere tempo, chi per sentirsi gratificato, chi per evadere dalla noia, chi come passatempo, chi cerca solo sesso e chi l'uomo o la donna della vita". Ridimensionare le aspettative serve a non incappare in delusioni e frustrazioni. "L'anima gemella si può trovare anche sui social ma non dobbiamo immaginarlo come il luogo magico dove nel giro di due o tre match scoveremo la persona della vita. Esattamente come non pensiamo che andando a un aperitivo troveremo il nostro futuro marito o la nostra futura moglie. Saremmo pazzi. La socialità è un lavoro, ci vogliono molte uscite, molte feste e molti incontri prima di trovare la persona giusta. L'offerta esponenziale che troviamo online non ci semplificherà le cose. È soltanto un moltiplicatore di opportunità, inclusi gli incontri fallimentari". 

5 consigli per evitare la dating fatigue

Per scongiurare la dating fatigue, ora che l'abbiamo identificata e abbiamo capito perché anche sfogliare un catalogo può essere frustrante, ecco cinque consigli della sessuologa per vivere con più leggerezza gli appuntamenti fissati online .

1. Fare un check delle proprie aspettative

"È la prima cosa che dobbiamo fare quando scegliamo di iscriverci a queste app. Chiediamoci cosa ci aspettiamo, cosa vogliamo e cerchiamo di essere onesti con noi stessi e di attribuire il giusto valore a questi mezzi, di ricordarci che si tratta di moltiplicatori di incontri, ma non di luoghi magici. Ricordiamoci sempre che queste app sono una palestra e che va bene allenarsi ma diventare ‘fitness addicted' ha delle controindicazioni. Non può essere l'unico posto dove ci sentiamo a nostro agio, deve essere un elemento in più ma non l'unica possibilità". 

2. Non prenderla come un fatto personale

"Cerchiamo di non prendere le delusioni e le frustrazioni che un appuntamento sbagliato ci provoca come un fatto personale. Se un'uscita è fallimentare, se la persona che abbiamo incontrato sparisce dopo il primo appuntamento, non mettiamola sul "Non piaccio", "Non vado bene". Lo abbiamo detto prima, le motivazioni per cui si sta su questi social sono diverse, e ci sono migliaia di persone che non ci corrispondono. E poi prendiamo un dato di realtà: se dopo un aperitivo con degli amici torniamo a casa senza aver rimorchiato nessuno, non ci diremmo mica che siamo dei falliti. Lo stesso ragionamento lo dobbiamo fare con le persone che conosciamo online". 

3. Allena le competenze

"Per stare sulle app o i siti di incontri bisogna superare vergogne e imbarazzi, ma soprattutto dobbiamo imparare anche a sponsorizzare noi stessi. Oltre al canale fisico dobbiamo allenare il canale verbale, dobbiamo essere più leggeri, se siamo delle persone che di solito ascoltano molto, sforziamoci di raccontare di noi, non lasciamo spazio solo all'altro. Se una persona non ci piace non dobbiamo avere paura di dirlo. Impariamo a mettere fuori delle competenze differenti da quelle con cui di solito ci muoviamo". 

4. Sii aperto al cambiamento

"Ogni appuntamento deve essere una fonte di crescita, sempre e comunque. Se ci mettiamo lì con il nostro solito repertorio statico, non impareremo nulla. Ricordiamoci che ogni incontro ci potrà insegnare qualcosa e ogni esperienza ci può migliorare. L'obiettivo deve essere proprio questo: tornare sempre a casa con un risultato positivo in termini di apprendimento. L'obiettivo non è fare la ruota del pavone". 

5. Nutri la tua vita

"La dating fatigue, le frustrazioni, nascono perché siamo ossessionati dalla ricerca di qualcuno. Per questo il miglior modo per non affaticarsi è costruire cose che ci piacciono. Più ci nutriamo, ci coccoliamo con le passioni, più è facile anche incontrare le persone giuste per noi. Se siamo ossessivamente concentrati dalla ricerca dell'anima gemella, sui social o dal vivo, più sarà alto il rischio di essere frustrati. Se invece siamo centrati, se iniziamo a entrare nell'ottica che un'altra persona è un valore aggiunto alla nostra vita che già è bella e piacevole, sarà più facile incontrare qualcuno che ci interessi".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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