Zverev racconta perché stava per vomitare in campo al Roland Garros: “Ho ingoiato 50 zanzare”

Alexander Zverev è uscito molto provato dalla partita persa contro Novak Djokovic al Roland Garros. Tutta colpa di una nuvola di zanzare che gli ha quasi provocato un conato di vomito in campo, del freddo improvviso che – a suo dire – ha smorzato il suo servizio agevolando le letture dell'avversario e di quel punto pazzesco che il serbo ha chiuso dopo uno scambio durato 41 colpi scagliati da una parte all'altra della rete in circa un minuto.
Zverev si china sulla racchetta, sembra vomitare
Il tennista tedesco vince il primo set (6-4) poi nel secondo subisce il ritorno prepotente di Novak e va sotto 4-1. Tocca a Zverev servire ma lui si ferma e ha una strana reazione che sorprende anche Jim Courier. L'ex numero 1 al mondo commenta in telecronaca la sfida con il serbo e a un certo punto si ferma: è spiazzato da quel comportamento che definisce "strano" perché non sa darsi subito una spiegazione plausibile rispetto a quanto vede. Il giocatore usa la racchetta a mo' di bastone per sostenersi, ha il capo chino come in preda a un rigurgito, dà l'impressione di rimettere. In realtà no, il disagio è provocato da altro e diventa chiaro quando, alzando il tono della voce, fa capire che gli è finito qualcosa in bocca causandogli ribrezzo: "Ho già ingoiato circa 50 zanzare…", mormora. Il gioco riprende e dopo oltre 3 ore complessive la spunta Nole col punteggio di 4-6, 6-3, 6-2, 6-4.
Il tedesco sfavorito dal "freddo calato sul campo"
Nell'analisi fatta a fine partita Zverev ha giustificato le sbavature della sua prestazione facendo sì i complimenti a Djokovic ("il suo livello è stato davvero molto alto, in alcuni momenti è stato difficile per me") ma co un'attenuante. "All'inizio della partita – ha ammesso in conferenza -, il sole era ancora alto e faceva un po' caldo. Sentivo di poterlo martellare con il servizio e di potergli tirare qualche vincente. Poi ha iniziato a fare molto freddo e non ho potuto fare molto".
Djokovic sapeva già come e dove avrebbe tirato la palla
Il contesto ambientale ha inficiato in qualche modo la prestazione, già difficile per l'interpretazione della gara sfoggiata dal campione balcanico, apparso a tratti ingiocabile. Le difficoltà incontrate quando gli toccava battere si sono rivelate zavorra ulteriore: "La mia velocità di servizio è calata a causa della temperatura più bassa. Ho faticato a trovare il modo di dominare gli scambi perché lui neutralizzava il mio servizio in maniera molto efficace. Ho anche avuto la sensazione che spingere con i miei colpi da fondocampo non servisse a molto. E ho faticato a trovare soluzioni. Non sapevo più come conquistare un punto da dietro contro di lui. Djokovic aveva sempre una contromossa pronta".
E se a Roma contro Lorenzo Musetti il problema erano state le palline poco reattive, questa volta il tedesco ha provato un senso di frustrazione maggiore per una serie di fattori, a cominciare da un livello di tennis del serbo tale da rendere vano ogni tentativo di tenergli testa.