Valentin Vacherot aveva avuto una premonizione: un amico mostra il messaggio prima di Shanghai

A volte si esagera nel racconto sportivo, ma la vittoria di Valentin Vacherot nell'ATP 1000 di Shanghai non può essere definita in altro modo che una favola. Il 26enne monegasco, che ha iniziato il torneo da numero 204 al mondo e lunedì sarà nei primi 40, è diventato il giocatore con il ranking più basso nell'era open ad aver vinto un torneo di questa categoria. Vacherot non aveva nemmeno la garanzia di un posto nel tabellone, non parliamo di quello principale, bensì delle qualificazioni. Glielo ha ‘regalato' la defezione del nostro Luca Nardi: da lì Valentin ha infilato un filotto di nove vittorie consecutive, l'ultima sull'adorato cugino Arthur Rinderknech, ad aggiungere favola alla favola.
La premonizione di Vacherot prima del torneo di Shanghai: "Può succedere in qualsiasi momento"
Tante lacrime di entrambi dopo il match, poi è spuntato anche un messaggio di Vacherot a un amico che conteneva una premonizione che al momento doveva apparire una follia. E invece era la ‘visione' di una delle più grandi imprese del tennis moderno. Chi avrebbe potuto prevederlo? Forse l'unico ad immaginare di arrivare lontano, dove neanche i sogni più sfrenati potevano autorizzare (in tabellone nel torneo cinese c'era anche un certo Sinner, subito ritiratosi per i crampi contro Griekspoor), era proprio il prode Valentin. "Tenterò la fortuna alle qualificazioni di Shanghai, una striscia folle può verificarsi in qualsiasi momento", aveva scritto qualche giorno prima in un messaggio inviato all'americano Barnaby Smith, suo compagno di squadra per quattro anni alla Texas A&M University.
Indubbiamente una sequenza di risultati più "folle" di così era difficile da immaginare: dopo aver superato due turni di qualificazioni, Vacherot ha battuto nell'ordine Djere (numero 82 del ranking), Bublik (17), Machac (23), Griekspoor (31), Rune (11), Djokovic (5) e in finale suo cugino Rinderknech, che col suo numero 54 era a sua volta l'altro inatteso protagonista della favola (da lunedì sarà 28).
Il cugino battuto in finale: "Ne parleremo su una panchina quando avremo 80 anni"
"Questo non accadrà mai più, mai nella storia – ha commentato Rinderknech dopo la finale persa col cugino – Non solo in questo secolo, ma nella storia in generale. È incredibile, un evento unico. Potremo parlare di questo momento, seduti su una panchina, quando avremo 80 anni".
La madre di Vacherot, che è la sorella di quella di Rinderknech, si sforza di credere che sia tutto vero: "È una storia di famiglia davvero fantastica. A volte mi sveglio nel cuore della notte e non riesco a riaddormentarmi per un'ora. No, non è un sogno!". Ma ci assomiglia davvero parecchio.