Sinner si intromette tra Djokovic e l’arbitro mentre stanno discutendo: gli spiega perché sbaglia

La semifinale del Roland Garros tra Jannik Sinner e Novak Djokovic è stata intensa e a tratti carica di tensione. Per sua stessa ammissione, l'azzurro ha dovuto far ricorso al suo miglior tennis per avere la meglio sull’avversario serbo in grande spolvero. Il tutto senza mai perdere il suo proverbiale equilibrio, come quando ha deciso di intromettersi in una discussione che rischiava di prendere una brutta piega tra Nole e l'arbitro.
Djokovic litiga con il giudice di sedia, interviene Sinner
Questo perché Djokovic non ha gradito una chiamata dell'ufficiale. Una palla fuori in un momento decisivo, ovvero sul 5-4 per l’avversario di Sinner con il punteggio nel game di 40-40. Punto pesante che avrebbe potuto permettere al campione 38enne di portarsi a set point, e che invece, in virtù della decisione del giudice di sedia, si è "trasformato" in una chance per allungare il parziale. Grandi dubbi da parte del giocatore serbo, che ha voluto vedere il segno e ha chiesto il controllo dello stesso.
Jannik convince Djokovic che si fida di lui nella semifinale
Avvicinatosi alla rete, Novak ha iniziato a discutere con l'arbitro indicando un segno e spiegando che, a suo dire, non c'era distanza tra la scia lasciata dalla pallina e la linea. Insomma, per lui la palla era buona, e per questo ha iniziato a farsi sentire in modo deciso. Sinner, dal canto suo, dopo aver visionato il segno, ha deciso di prendere parte alla discussione, un po’ a sorpresa. Si è spostato a ridosso del suo avversario e ha iniziato a spiegargli qualcosa: in pratica, gli ha fatto capire che stava guardando il segno sbagliato, quando in realtà quello corretto (e fuori) era uno vicino.

Lo stesso Djokovic è sembrato convinto dalla teoria di Sinner e infatti ha replicato: "Ho capito, ci sono due marchi (ovvero segni, ndr)". Subito dopo quel confronto si è girato ed è tornato al suo posto pronto a riprendere il match. Insomma, fiducia nella versione di Jannik che, tra l'altro, si è confermata corretta, come evidenziato poco dopo dal replay tecnologico mostrato al pubblico ma inutilizzabile dal giudice di sedia. Al cambio campo, comunque, Djokovic è tornato a lamentarsi con l'ufficiale, facendo un paragone tra quella situazione e una di poco precedente a suo dire molto dubbia.