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Sinner non accetta il richiamo dell’arbitro, prima gioca e poi si arrabbia: rarità a Vienna

Sinner arrabbiato con l’arbitro nel match contro de Minaur. Il motivo? Un richiamo per il mancato rispetto del tempo concesso per la battuta, un time violation.
A cura di Marco Beltrami
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Jannik Sinner non è uno abituato a lamentarsi in campo. Eppure, a Vienna, durante la semifinale contro de Minaur, c’è stato un momento in cui il tennista italiano ha avuto da ridire con l’arbitro. Il motivo? Un warning ricevuto dall’ufficiale, una vera e propria rarità per un giocatore proverbiale per correttezza e compostezza. Una decisione che Sinner non ha gradito e che ha fatto notare a modo suo.

Sinner punito con un warning per time-violation

Nel corso del primo set, durante un turno di servizio, Sinner si è dilungato troppo prima di battere e ha ricevuto così un richiamo da Fergus Murphy. Non ha rispettato il time violation, con i secondi concessi per la battuta scaduti. Per questo il giudice di sedia, con un annuncio ufficiale, ha ammonito l’azzurro, che inizialmente non ha fatto una piega. Al cambio di campo, però, ecco la “recriminazione”: civile ma decisa.

Cos'è il time violation nel tennis

Il regolamento prevede che i tennisti, prima di servire, abbiano a disposizione 25 secondi dal punto precedente. È il giudice di sedia a far partire il conto alla rovescia dopo l’annuncio del punteggio. Se il cronometro arriva a zero prima che il giocatore abbia iniziato la sua azione di battuta, scatta la violazione di time violation.

Sinner arrabbiato con l'ufficiale

Sinner si è avvicinato alla postazione del giudice di sedia per spiegare il suo punto di vista. Jannik ha chiarito di aver dovuto prolungare la sua routine di servizio non per colpa sua: come spesso accade, ha voluto aspettare che si placasse il rumore sugli spalti per trovare la giusta concentrazione. L’arbitro, però, non ha voluto sentire giustificazioni, sostenendo che Sinner avrebbe dovuto fare un cenno per segnalare la situazione.

Perentoria la chiusura di Jannik prima di tornare al suo posto: “Non è come sostieni tu, hai sbagliato questa volta”. Nessuna mancanza di rispetto, come nel suo stile, ma la voglia di far sentire la propria voce in modo chiaro.

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