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Sinner chiude Pietrangeli e Panatta nel cassetto: “La sfida è con me stesso, la storia la faccio per me”

Il tennista azzurro è diventato numero 4 al mondo dopo aver preso a pallate Alcaraz e dato una bella lezione a Medvedev. A Malaga per le Finals della Davis ci sarà. E a chi gli porge paragoni col passato dice: “Andare oltre i risultati degli altri non mi dice niente”.
A cura di Maurizio De Santis
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Jannik Sinner posa con il trofeo conquistato al torneo di Pechino.
Jannik Sinner posa con il trofeo conquistato al torneo di Pechino.

A Malaga, per le Finals di Coppa Davis ci sarà. Jannik Sinner, numero 4 al mondo, vincitore a Pechino dopo aver dato una bella lezione in finale a Pechino a Daniil Medvedev (che un tempo lo sbeffeggiava sbadigliando), lo dice a corredo di quel momento di gloria che s'è guadagnato sul campo, col duro lavoro perché – spiega – "io mi sento bene solo se alla fine sono stanco morto".

Magari non gradisce tanto l'argomento, per tutto quanto s'è detto e c'è stato dopo il aver dato tutto agli US Open, però adesso anche se non ha proprio "voglia di parlare di questo" può anche permettersi di lasciarsi andare e confessare serenamente che di essere "contento di come mi sono allenato" dopo l'esperienza nel torneo americano.

"La scelta di non andare in Davis alla fine serviva a quello, la programmazione si fa in base agli obiettivi". Viva la sincerità. "Però a Malaga farò parte della squadra perché la sensazione che dà la maglia azzurra a me piace. La Coppa si può vincere". Musica per le orecchie del capitano Volandri, copre (anche) il brusio di sottofondo che lo ha accompagnato dopo la decisione di rinunciare alla sfida contro il Canada a Bologna.

La stretta di mano tra Jannik e Medvedev, battuto in finale in Cina.
La stretta di mano tra Jannik e Medvedev, battuto in finale in Cina.

Distrutto e felice, come non potrebbe esserlo? Sinner ha massacrato Alcaraz (numero 2 in classifica) a pallate, preso il tennista russo e lo ha relegato al ruolo di comparsa nelle foto lasciandogli in omaggio un orsacchiotto da prendere dalla "sua" Coppa (consumando a freddo una vendetta dolcissima suggellata da parole di gran classe), sa che a Shanghai gli basterà il minimo sforzo (superare almeno il primo turno) per avere in tasca anche il biglietto delle Atp Finals di Torino.

Bravo, bravissimo eppure nell'intervista al Corriere della Sera è quasi un'impresa strappargli un sorriso, qualcosa che assomigli vagamente a un pizzico di autocompiacimento che ogni tanto non guasta. Jannik no, non cede alla tentazione. È così, perfettamente concentrato su se stesso e sulle mille cose che ha da fare perché essere arrivato lì sopra, nell'Olimpo del tennis mondiale non è una meta ma un punto di partenza.

"Niente è scontato nel nostro mondo", e basta già questa frase per spiegare qual è lo stato d'animo del ragazzo che ha una testa da ‘vecchio' su un corpo giovane. "C’è più lavoro da fare adesso che sono diventato numero 4 del mondo, rispetto a prima. Non ci si ferma mai e io posso ancora migliorare nei movimenti… alla volée, al servizio. Non sono arrivato al picco, proprio no".

Il tennista russo mette (e poi toglie) un pupazzetto nella Coppa conquistata dall'azzurro.
Il tennista russo mette (e poi toglie) un pupazzetto nella Coppa conquistata dall'azzurro.

Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano, non è stato tenero nei confronti di Sinner: "Ha fatto qualcosa di eccezionale, ha solo 22 anni e tutta la vita davanti. Ma per fare quello che ho fatto io forse ce ne vogliono due, di vite". Adriano Panatta, che dopo 47 anni nell'era Open ha visto eguagliato il 4° posto nel Ranking, gli ha dedicato un messaggio di stile e un augurio speciale: "Adesso mi supererà anche, sono contento per lui e per il tennis italiano".

Jannik è già entrato nella storia del tennis e dello sport italiano ma è ancora giovane abbastanza da riscriverla a suo piacimento, lasciando i ricordi virati seppia chiusi in qualche cassetto. "Andare oltre i risultati degli altri non mi dice niente. Non mi interessano i paragoni con il passato. Voglio diventare forte io, Jannik Sinner, la sfida è con me stesso e la storia la costruisco per me, per nessun altro".

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