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La grande paura di Sinner che gli ha fatto cambiare vita: “Quando sei bambino è spaventoso”

Jannik Sinner racconta cosa accadde un giorno di una decina di anni fa e come quell’episodio fu decisivo per fargli scegliere il tennis abbandonando lo sci, dove pure era un campioncino: “Quando sei bambino è spaventoso, per me lo è stato”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Jannik Sinner ha chiuso in anticipo il torneo di Madrid dopo essersi ritirato per il problema all'anca, rinunciando a scendere in campo nel match dei quarti di finale contro Auger-Aliassime. Un forfait dettato dalla precauzione in vista dei prossimi obiettivi segnati nel rosso della terra battuta: Roma e Parigi. Il 22enne campione azzurro peraltro esce dal torneo spagnolo meglio dei suoi rivali in cima al ranking: ha infatti 200 punti in più, a fronte dei ben 800 in meno di Alcaraz, che aveva vinto lo scorso anno, mentre Djokovic è rimasto fermo. Ora la differenza tra Sinner e il numero uno è scesa a 1130 punti, ma il serbo ha ‘cambiali' pesantissime in scadenza. A Madrid Jannik si è fermato con saggezza, laddove da bambino tanto anni fa si era fermato per paura: "Qualcosa di spaventoso", racconta oggi, spiegando perché decise di cambiare sport e vita, facendo la fortuna dell'Italia.

Il piccolo Sinner era un talento non solo con la racchetta in mano, ma anche con gli sci ai piedi: li mise per la prima volta a tre anni e mezzo, e nel 2009 – a 7 anni – vinse il Trofeo Topolino in slalom gigante. Ma contemporaneamente ci dava dentro anche col tennis e a 13 anni decise di dedicarsi completamente a quest'ultimo abbandonando lo sci. Una decisione dietro la quale c'è un sentimento umano, umanissimo, la paura. Jannik la toccò come mai era accaduto prima in un giorno che ricorda con gli stessi palpiti di allora.

Il piccolo Jannik Sinner sugli sci: era un campioncino anche lì
Il piccolo Jannik Sinner sugli sci: era un campioncino anche lì

"Ero davvero bravo a sciare, non così bravo a tennis – spiega nella chiacchierata col Financial Times – Quando avevo 12 o 13 anni, partecipavo a una gara, ed era la prima gara di discesa libera. Vai lì e devi saltare 30 o 40 metri, e quando sei bambino è spaventoso, per me lo è stato. Allora mi sono detto: forse ho troppa paura per andare a sciare. Ho scelto di giocare a tennis perché per me è una competizione sana".

Inoltre nel tennis si può anche rimediare ad un errore, non è mai finita finché non stringi la mano a rete all'avversario: "Quello che mi ha aiutato di più è stata la parte mentale. Quando scii e commetti un errore, non puoi vincere la gara. Se cadi sei fuori gara". Nel tennis invece puoi anche essere sotto 0-40 e match point di fila per l'altro giocatore, ma la rimonta miracolosa è sempre possibile. Ne sa qualcosa Novak Djokovic nella leggendaria semifinale di Coppa Davis ribaltata da Sinner lo scorso novembre, match che spianò alla vittoria degli azzurri in finale sull'Australia, riportando l'Insalatiera in Italia dopo 47 anni.

Sinner durante il match vinto contro Khachanov a Madrid
Sinner durante il match vinto contro Khachanov a Madrid

Tennis e sci hanno una cosa in comune: a differenza di altri sport, non c'è contatto fisico. Una considerazione che offre a Sinner l'occasione per far balenare con poche parole la natura del feroce competitore che si nasconde dietro il bravo ragazzo e lo sportivo correttissimo che tutti conoscono: "Non hai contatto con il tuo avversario, ma puoi comunque ferirlo". E di feriti nel circuito Jannik ne ha fatti davvero tanti…

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