Pietrangeli spiega perché vuole il suo funerale al Foro Italico: “È per le signore, se piove”

È un Nicola Pietrangeli in ottima forma quello che si presenta ospite di Piero Chiambretti su Rai3 per commentare la recente finale persa da Jannik Sinner al torneo di Roma contro Carlos Alcaraz. Il 91enne monumento del tennis italiano spiega perché vorrebbe che il suo funerale fosse celebrato proprio al Foro Italico, ovvero la sede del torneo capitolino, e precisamente sul campo che porta il suo nome. Questione di galanteria nei confronti delle signore.
Il due volte vincitore del Roland Garros non vede alcun problema nella sconfitta del numero uno al mondo contro lo spagnolo: "Perdere una finale contro Alcaraz non è così brutto, nel senso che l'allenamento è una cosa e la partita è un’altra. Quindi non è che ha perso al primo turno, ha perso in finale. Ha giocato un primo set perfetto, ha avuto anche due setpoint. Dopo, evidentemente, è pesata molto l'assenza dalla gara per tre mesi, quindi ci sta tutto. Poi, ripeto, perdere contro un giocatore che è alla tua altezza, più o meno, insomma siamo lì, va benissimo".

Pietrangeli difende Sinner sulla residenza Monte Carlo: "La gente parla senza sapere le cose"
Spesso accusato di essere mosso da invidia nei confronti di Sinner, per il fatto di essere stato scalzato dal trono ideale di miglior tennista italiano della storia, Pietrangeli lo difende quando Chiambretti gli chiede cosa pensi delle critiche mosse al 23enne altoatesino per il fatto di avere la residenza a Monte Carlo, con i conseguenti vantaggi fiscali: "Ma, vedi, questa gente che parla, molto spesso non sa bene come stanno le cose – replica l'ex numero 3 al mondo, che ha ugualmente vissuto a lungo nel Principato – Allora, c'è una specie di patto, che, per esempio, Sinner vince un torneo ad Amburgo, dico per dire, paga le tasse che si pagano in Germania, lui le paga nel Paese dove guadagna i soldi, e mi pare abbastanza giusto. Se poi uno vuol vivere a Montecarlo o a Timbuktu o non so dove, sono affari suoi".

Quanto al dualismo con Adriano Panatta, Pietrangeli non rinuncia a mandargli una stilettata: "Intanto Adriano l'ho visto nascere, perché mi ricordo benissimo, era il luglio del '50, me lo ricordo proprio bene. Molta gente pensa che lo facciamo apposta, però ci divertiamo, ci vediamo poco ultimamente, lo sai, abita a Treviso, però con Adriano abbiamo un certo feeling e ci capiamo. Io non ho mai detto che ero più forte di Panatta, ho solo detto che Adriano, nato per giocare a tennis, non c'è dubbio che giocava strabene a tennis. Dico solo che bisogna vedere la carriera di uno sportivo, si guarda coi risultati, non è che si guarda con la simpatia, piuttosto che un'altra cosa. Mi hanno detto: ‘Ma tu lo sai quanti tornei ha vinto Adriano?'. Dico: ‘No, non lo so'. Allora, mi pare che fossero 14 o 16, e mi dicono: ‘Ma tu lo sai quanti ne hai vinti te?'. Dico: ‘No, non lo so'. ‘Sono 48'…".
Pietrangeli e il funerale al Foro Italico: "Se piove, c'è il parcheggio, così le signore non si bagnano"
L'ultima domanda di Chiambretti è sulla richiesta fatta al presidente del CONI Malagò di farsi seppellire al Foro Italico, nel campo a lui dedicato. Pietrangeli corregge il conduttore: "No, è solo di farmi solo la cerimonia del funerale, la tomba ce l'ho – chiarisce l'ex capitano di Coppa Davis – Perché? Allora, ti spiego. Vorrei al Foro Italico perché c'è il parcheggio, se piove, che le signore non si possono bagnare, la bara la mettiamo lì nel sottopassaggio e rimandiamo a domani…".