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Perché il vero errore di Jannik Sinner non è rinunciare alla Coppa Davis con l’Italia

È giusto che Jannik Sinner avverta l’urgenza di gestire il suo tempo per migliorare e riavvicinarsi ad Alcaraz, meno lo sono le discutibili scelte di comunicazione del nostro campione.
A cura di Jvan Sica
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L’amore per la Patria (l’assenza della lettera maiuscola oggi può suscitare qualche scandalo), l’affetto per i sacri lidi o ancora più in profondità la vera e propria italianità di Jannik Sinner sono quotidianamente terreno di discussione, se non letteralmente di scontro. Quando vince un torneo del Grande Slam un po’ meno, in quel caso diventa per tutti o quasi italianissimo e ci sentiamo tutti molto più italiani insieme a lui. Quando rinuncia alla Coppa Davis invece improvvisamente diventa molto più austriaco e noi, restando fortemente azzurrissimi, iniziamo a riferirgli diversi improperi e battute. Di fronte a un mondo tifoso molto più popolare e appassionato rispetto a pochi anni fa, quando il tennis mancava del campione italiano ed era seguito soprattutto da appassionati e comunque non da quella che si potrebbe definire massa, Jannik Sinner continua a fare errori di comunicazione.

Mentre tutti lo aspettavano ai Giochi Olimpici di Parigi per sfidare Djokovic e Alcaraz sui campi del Roland Garros, decise di saltare la manifestazione praticamente per un mal di gola. L’infortunio fa parte del gioco, ma diventa complicato far capire una cosa del genere a chi aspetta di vedere una volta tornato dall’ufficio o dal mare come “si è mosso il medagliere”. Vero è che è complicato parlare a tante persone, audience a cui Sinner deve rivolgersi perché è arrivato a tale livello di popolarità, di cose come una pausa per ridefinire i progetti da qui alla fine dell’anno o anche di riposizionamento degli obiettivi in relazione a nuove opportunità, ma nemmeno puoi dire a tutti che ti fa male la gola e non vai a un torneo che si gioca ogni quattro anni.

Sinner e il trionfo in Coppa Davis nel 2024.
Sinner e il trionfo in Coppa Davis nel 2024.

All’assenza dai Giochi bisogna aggiungere anche quella alla fase ai gironi della Coppa Davis 2023, quando passiamo per il rotto della cuffia contro Canada, Cile e Svezia, per poi andare a vincere il torneo, così come ha mancato la fase a gironi del 2024, in cui siamo passati soprattutto grazie a un Berrettini in grande spolvero.

Oggi Sinner dichiara per la quarta volta che non sarà in maglia azzurra, ma questa rinuncia dovrebbe avere un retropensiero diverso. Da quel che Sinner ha ripetuto diverse volte in queste settimane, la scoppola di New York contro Alcaraz in finale l'ha sentita molto forte. Ha detto chiaramente, già nella conferenza stampa dopo la finale, che ha bisogno di cambiare delle cose perché ha capito che lo spagnolo sta accelerando e si sta allontanando. Un atleta del livello e con la testa di Sinner forse ha compreso che Alcaraz può dargli quelle due spanne per cui poi diventa imprendibile e questo vuole dire perdere i maggiori tornei al mondo per chissà quanti anni.

Per mettere quindi la nuova marcia e accelerare allo stesso modo dello spagnolo, Sinner ha ribadito anche di dover uscire dalla comfort zone e lavorare su degli aspetti del gioco e del fisico. E per fare questo serve tempo, non può fare quello che ha sempre fatto negli ultimi anni. Una settimana in più per riposare prima e lavorare poi per migliorare questi dettagli serve tantissimo. La rinuncia alla maglia azzurra quindi ha un senso profondo e un potenziale ritorno incalcolabile. Sinner in qualche modo ci sta dicendo, se volete che io sia sempre al livello che vi aspettate, livello per cui devo affrontare almeno alla pari Alcaraz, allora devo avere del tempo per costruire delle cose che ancora non ho. Per fare questo mi serve del tempo e lo devo rubare alla Coppa Davis.

Sinner con la racchetta d’oro del Six Kings Slam.
Sinner con la racchetta d’oro del Six Kings Slam.

Questo è quello che traspare dagli ultimi mesi di Sinner, ma, e torniamo alla comunicazione, quello che invece è stato pensato e venuto fuori è orribile: “Non gioco la Coppa Davis perché devo riposare e poi l’ho già vinta due volte”. Forse la cosa peggiore che si poteva dire era proprio questo, ovvero chiedere di riposare dopo aver giocato un torneo inutile se non per i soldi guadagnati e non pensare di rivincere un torneo storico, in cui si rappresenta l’Italia, con tutto il suo portato simbolico, beceramente offuscante come detto all’inizio, ma che deve comunque essere preso in considerazione da un campione che vuole riferirsi a un popolo così grande da essere potenzialmente l’intera nazione.

Sinner ha ancora una volta scelto per il suo bene, e su questo non ci piove, rispetto alle altre volte però lo ha fatto per motivi ancora più decisivi per la sua carriera e se le altre rinunce sembravano scelte almeno inopportune, questa è una scelta che può farlo accelerare, almeno nello scenario migliore possibile. Quello che invece non cambia e anzi peggiora sono le motivazioni date alla stampa e quindi ai tifosi-pubblico per cui si fanno queste scelte. A volte serve spiegare bene, a volte serve dire la verità, a volte invece si può anche nascondere o velare, ma quello che dovrebbe uscire è un senso potente e chiaro per le scelte fatte, che non saranno mai inattaccabili ma almeno meno infantili di quelle che Sinner e i suoi ci hanno fino a oggi sempre proposto.

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