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Per Zverev gli organizzatori favoriscono Sinner e Alcaraz, l’ironia di Jannik: “Non sono io a creare i campi”

Zverev punta il dito contro gli organizzatori dei tornei favoriscono Sinner e Alcaraz: “Vogliono che Sinner e Alcaraz abbiano successo in ogni torneo”. La risposta ironica di Jannik: “Non sono io a creare i campi”.
A cura di Vito Lamorte
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Dopo la vittoria al secondo turno del Masters 1000 di Shanghai (6-4 6-4 contro il francese Royer), Alexander Zverev ha lanciato una frecciata ai responsabili dei tornei, criticando la crescente uniformità delle superfici di gioco. “Non sopporto che la velocità dei campi sia ormai uguale ovunque. Capisco che vogliano favorire giocatori come Sinner e Alcaraz, ma così si perde la varietà che ha sempre contraddistinto il tennis. Un tempo erba, cemento e terra battuta imponevano stili diversi, oggi si può giocare nello stesso modo su tutte”, ha spiegato il tedesco.

Poco dopo, Jannik Sinner ha replicato con toni pacati, prendendo le distanze dalle insinuazioni: “Io e Alcaraz non abbiamo voce in capitolo su come vengono preparati i campi. Non siamo noi a decidere: il nostro compito è solo quello di adattarci e dare il massimo in ogni situazione”.

Zverev contro gli organizzatori dei tornei che favoriscono Sinner e Alcaraz: la risposta ironica di Jannik

Il tema dell’uniformità delle superfici è tornato centrale al Masters 1000 di Shanghai, alimentando il dibattito tra appassionati e giocatori. A riaccendere la discussione ci ha pensato Alexander Zverev, che ha espresso apertamente il proprio disappunto: “Non sopporto che i campi siano tutti uguali. Mi sembra evidente che si voglia favorire giocatori come Sinner e Alcaraz, capaci di adattarsi ovunque. Dopo tanti anni nel circuito, trovo assurdo che si possa giocare nello stesso modo su ogni superficie. Il tennis ha bisogno di più varietà e di stili differenti, non di omologazione".

Interpellato sull’argomento, Jannik Sinner ha replicato con eleganza e un pizzico d’ironia: “Io e Carlos non decidiamo come vengono preparati i campi. Ogni torneo è diverso, e cerco semplicemente di adattarmi. In passato ho giocato bene anche su superfici più rapide. Non spetta a me stabilire le condizioni, il mio compito è solo esprimere il miglior tennis possibile, qualunque sia il campo".

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