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Australian Open

Novak Djokovic aveva perso tutto, ma in un anno si è ripreso il tennis e ora sogna il Grande Slam

Novak Djokovic vincendo gli Australian Open è tornato numero 1 del mondo. Da sette mesi è praticamente imbattibile ha conquistato sei titoli vincendo 37 partite su 38 disputate sul tour.
A cura di Alessio Morra
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Novak Djokovic ha vissuto gli ultimi dodici mesi molto particolari. Le lacrime che hanno fatto seguito al successo di Melbourne rappresentano forse al meglio il suo stato d'animo. Un anno fa era stato sbattuto fuori dall'Australia, perché non aveva il vaccino contro il Covid, ha faticato a ripartire, ma poi è tornato imbattibile e ora si è preso tutto, e con gli interessi. Un anno vissuto pericolosamente e una stagione che potrebbe, non consacrarlo perché è già uno dei più grandi di sempre, ma che potrebbe vederlo realizzare il Grande Slam.

Probabilmente un giorno ci faranno una serie tv o un documentario. Perché la parabola di Djokovic dal gennaio 2022 a quello 2023 è pazzesca. A Melbourne, il 4 gennaio 2022, Novak si presenta per giocare lo Slam che preferisce, ma dopo quasi due settimane di battaglia legale viene espulso. Cacciato dal paese con ignominia, dopo essere stato anche rinchiuso in un albergo per alcuni giorni. Non gioca gli Australian Open, perde la prima posizione della classifica mondiale, perde ancora il record di Slam, perché Nadal fa 21, e soprattutto non giocando fatica a ritrovare la condizione.

Perde male a Dubai con Vesely e a Montecarlo con Davidovich, gente con cui in tempi normali avrebbe passeggiato. Molti pongono dubbi sulla sua carriera. La stagione sul rosso è alterna. Ko in finale a Belgrado, in semifinale a Madrid con Carlos Alcaraz, che nel frattempo si svela. Vince Roma, in modo netto, si ripresenta al Roland Garros, ma perde con Nadal nei quarti, al termine di una partita pazzesca.

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Una delusione, ma da quel momento in poi è stato imbattibile. Trionfa a Wimbledon, ancora una volta, piegando in rimonta Sinner, Norrie e Kyrgios, e dopo si è riposato o meglio preparato per un autunno da re. Perché negli Stati Uniti e in Canada, sempre per la questione del mancato vaccino al Covid, non poteva andare. Tirato a lucido, dopo aver giocato la Laver Cup, ha vinto Tel Aviv e Astana, dove ha battuto Medvedev e Tsitsipas, ha perso la finale di Parigi Bercy con Rune (unica vera sconfitta), e poi ha trionfato da campione imbattuto alle Finals di Torino.

Chiusura splendida, da numero 5 ma con vista numero 1. Perché Djokovic sapeva bene che vincendo gli Australian Open sarebbe tornato al vertice. In Australia stavolta è entrato, ci è arrivato con largo anticipo e per non farsi mancare nulla ha vinto il 250 di Adelaide, battagliando in finale con Korda, poi a Melbourne è stato un trionfo. Ha faticato più con gli arbitri, ha litigato per tre volte, che con gli avversari: un solo set perso, briciole lasciate tra ottavi, quarti e semifinale. In finale ha battuto Tsitsipas.

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Slam numero 22, pari con Nadal, titolo ATP numero 93 e mentre piangeva a bordo campo avrà pensato a tutti questi ultimi dodici mesi e soprattutto al fatto che si è ripreso il tennis, perché da oggi è di nuovo il numero 1 del mondo. E ora chi lo ferma? La risposta è forse nessuno, se gioca come a Melbourne, dove ha dato una sensazione di invincibilità. Il sogno è il Grande Slam, che ha sfiorato nel 2021. L'unico vero avversario è Carlos Alcaraz, non solo al Roland Garros.

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