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Monfils racconta i controlli antidoping a sorpresa nel tennis: “È stato lì ore. Poteva rubare tutto”

Alcuni tennisti hanno raccontato cosa accade davvero prima di un controllo antidoping a sorpresa. Tra l’imbarazzo di Fils e l’aneddoto di Monfils, storie curiose dal mondo del tennis.
A cura di Alessio Morra
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Gli atleti professionisti sono soggetti ciclicamente a controlli antidoping a sorpresa, e per questo motivo devono essere sempre reperibili. La storia è piena di casi curiosi. Nel 2011 Serena Williams sentì un rumore provenire dall'esterno della sua abitazione di notte, pensò fosse un ladro, invece era un addetto dell'antidoping. Il Guardian ha sondato diversi tennisti ed ha scovato una serie di storie particolari, alcuni pure divertenti, di lunghe attese per i controlli antidoping.

L'antidoping dopo una festa infinita

Da vero istrione un aneddoto intrigante lo ha raccontato Gael Monfils, che prima ancora di essere legato sentimentalmente a Svitolina, non disdegnava anche una divertente night life. Quando era all'alba della sua carriera, una volta, parole sue, tornò a casa quasi alle 6 del mattino dopo una festa infinita: "Dopo una rapida corsa mi addormentai. Dieci minuti dopo bussano alla porta. Era l'addetto al controllo antidoping. Lo feci entrare ma gli dissi: ‘Sono morto. Ho bisogno di dormire. Gli dico: ‘Fratello non c'è la possibilità che urini'. So che devi stare con me. Vieni nella mia stanza. Mi svegliai che erano le tre del pomeriggio. Lui era seduto su una poltrona controllando il suo telefono. Mi ha aspettato ore. Avrebbe potuto anche rubare tutto a casa mia".

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Griekspoor e la partita dell'Ajax

L'Agenzia Mondiale Antidoping richiede che ogni atleta, in questi ogni tennista, dia la sua reperibilità e ogni atleta sa che il controllo può arrivare tra le 5 e le 6 del mattino. Tallon Griekspoor, che ha recentemente sfruttato il ritiro di Jannik Sinner a Shanghai, ha ricordato che un addetto dell'antidoping in attesa del momento giusto rimase a casa del tennista olandese per tre ore: "Rimase con me sul divano, guardammo una partita dell'Ajax per intero".

Fils: "Strano quando c'è uno sconosciuto che ti guarda"

Mentre Mensik fu ‘costretto' a lasciare la scuola in anticipo per sottoporsi a un test, in questo caso a un orario accettabile. Arthur Fils, giocatore francese attualmente infortunato, nel suo racconto ha badato più all'atto pratico: "Uno sconosciuto che ti guarda mentre fai la pipì è duro. Ogni volta è una situazione strana".

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L'esperienza di Fritz e la considerazione di Rublev

Taylor Fritz ricorda la sua esperienza, a Shanghai: "Venivo da un lungo volo. L'addetto rimase nella mia stanza. Io dormivo 10 minuti e provavo, ma niente. Andò così per ore". Mentre Andrey Rublev vede il problema in modo differente: "Vedere le stesse facce aiuta. A volte se c'è un novellino è più difficile. C'è chi vuole farti rispettare le regole, è un po' come quando arriva il preside a scuola. Ma in genere sono rispettosi, sono lì che ti guardano senza cercare di farti impazzire".

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