Jannik Sinner svela dove custodisce i 21 trofei vinti finora: “Non in casa mia, è troppo piccola”

Il palmarès di Jannik Sinner è in costante aggiornamento. Il trionfo di Pechino ha permesso al tennista italiano di mettere in bacheca il 21° trofeo della sua carriera. Insomma, i titoli iniziano a diventare tanti per l'azzurro, che non ha cambiato la sua routine: anche l'ultima coppa, quella del China Open, piuttosto ingombrante, raggiungerà le altre. Dove? Non nella residenza di Jannik a Monte-Carlo, ma nella casa dei genitori, in Italia.
Dove conserva i trofei Jannik Sinner, dopo il China Open
Ne ha parlato proprio il campione italiano nella conferenza successiva all'ultimo successo, prima di volare a Shanghai, dove scenderà in campo da favorito e proverà a ridurre ulteriormente le distanze dal numero uno del ranking, Carlos Alcaraz, che non ci sarà. Tra il serio e il faceto, gli è stato chiesto dove conservi tutti i trofei: "Stai accumulando una bella collezione di trofei. Questo dev'essere probabilmente uno dei più grandi che tu abbia mai vinto. Dove metti i trofei?".
E Sinner ha spiegato che non è cambiato nulla rispetto al passato, e lascia tutte le coppe – ingombranti e non (come le repliche dei trofei Slam, più piccole rispetto a quelle originali consegnate al momento della premiazione) – a Sesto: "Sempre a casa dei miei genitori. Il mio appartamento è piuttosto piccolo, quindi non c’è molto spazio". Quindi nella sua abitazione di Monte-Carlo Jannik Sinner non ha nessuno dei suoi titoli. Anche le coppe per i successi agli Australian Open e a Wimbledon, oltre a quella di Pechino (i tre titoli vinti in questa stagione), sono finite a casa Sinner in Italia. Qui il giocatore torna solo nei momenti in cui ha bisogno di relax, in alcune delle pause dall’attività agonistica.
Dove vive Jannik Sinner, la casa a Monte-Carlo
Al contrario, tra un torneo e l'altro, quando deve anche fare il punto con il suo team, Jannik torna a casa sua a Monte-Carlo. Si tratta di una residenza di proprietà, acquistata durante i mesi della sospensione per le conseguenze del caso Clostebol. Un ambiente in cui si trova molto bene, come ha spiegato a più riprese, e in cui ha tutto quello di cui ha bisogno: "Onestamente sto molto bene qua, mi sento a casa perché chi vive qua non è invadente. Ne parlavamo con il coach: se non fossi qua non saprei dove andare per allenarmi, perché abbiamo campi da tennis, la terra e il cemento, delle palestre incredibili. Il tempo è ottimo e ci sono tanti giocatori con i quali allenarsi".