Holger Rune sa cosa sta succedendo al tennis: “Dopo il Covid è accaduto qualcosa”

Nelle ultime settimane si è molto discusso – anche in chiave polemica, insinuando addirittura una volontà dell'ATP di favorire Sinner e Alcaraz per averli sempre in finale dei tornei – circa il rallentamento delle superfici. Una maggiore lentezza dei campi che allargherebbe ulteriormente il margine di superiorità degli attuali dominatori del tennis mondiale, laddove invece una maggiore velocità consentirebbe a chi è meno forte di poter trarre vantaggio da scambi brevi e giornate particolarmente fortunate tra servizi e colpi risolutivi. Un dibattito che peraltro sarebbe mal posto, a parere di Holger Rune, secondo il quale il rallentamento del gioco è dovuto principalmente alle palline piuttosto che alle superfici, con un ‘turning point' che sarebbe stato la pandemia da Covid-19.
La teoria di Holger Rune sul rallentamento del gioco nel tennis attuale: c'entrano le palline, dal Covid in poi
"Penso che dipenda più dalle palline che dai campi in sé – ha sentenziato il 22enne tennista danese, impegnato questa settimana nel torneo di Stoccolma – Dopo il Covid è successo qualcosa, credo che il materiale sia cambiato. Ho parlato con altri giocatori ed ex giocatori di come le palline si comportino diversamente ora, di come siano diverse le sensazioni in campo. Anche se non credo che sia così ovunque. Qui non credo che sia così veloce, Basilea la prossima settimana sarà più veloce, e Parigi l'anno scorso mi è sembrata estremamente veloce".

Interpellato poi circa la sua fama di ‘bad boy' nel circuito, Rune ha spiegato il suo punto di vista a ‘Tennis Masterr': "Se la voglia di vincere e la passione mi rendono un cattivo ragazzo, certamente. Ma io non la vedo così. Io la vedo come un giocatore che vuole davvero vincere, che fa tutto il necessario, anche se questo significa sfogare la frustrazione. A Shanghai, non parlo per gli altri, ma non ero l'unico a comportarmi così".
Rune non è tra quelli che ritiene troppo pesante il calendario: "Possiamo ancora scegliere"
L'attuale numero 11 al mondo non si unisce al coro di chi critica la durezza del calendario del tennis: "È lungo, ma possiamo ancora scegliere. Se giochi bene, puoi saltare qualche torneo. Per me è fantastico, è qualcosa che ho sognato per tutta la vita, essere nel tour e giocare eventi ATP. Credo che molti altri abbiano lo stesso sogno".