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Djokovic stravolto dopo l’Australia, così è rinato: “Molte maschere sono cadute nel tennis”

In una lunga intervista Novak Djokovic ha parlato anche di quanto accaduto dopo l’esclusione dagli Australian Open, e di quello che spera per l’edizione 2023.
A cura di Marco Beltrami
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Novak Djokovic è reduce dalla bella doppietta di tornei vinti, ad Astana e Tel Aviv. Un modo incoraggiante per avviarsi verso la conclusione della stagione, con l'attuale numero 7 della classifica ATP che scenderà in campo prima nel Masters di Parigi e poi nelle Finals di Torino. Si chiuderà così per lui un anno travagliato e contraddistinto anche dalle feroci polemiche per la sua posizione sul vaccino Covid che gli ha impedito di fatto di scendere in campo agli Australian Open e agli US Open. E ora con l'edizione 2023 del prestigioso torneo australiano all'orizzonte, cosa succederà?

Djokovic ne ha parlato in un'intervista esclusiva ai connazionali di Sportal. Dall'Australia sono arrivati segnali "distensivi" dopo le turbolenze dell'edizione 2022 con il polverone legato alla sua esclusione dalla "terra dei canguri", con tanto di divieto d'ingresso dopo la battaglia legale sul visto per il giocatore che non si è mai voluto vaccinare contro il Covid. Tutto dipenderà dunque dal nuovo governo australiano, con gli organizzatori che recentemente hanno speso parole improntate anche all'ottimismo, dopo l'ammorbidimento delle posizioni istituzionali.

Novak non ha mai fatto mistero del quanto i fatti australiani ad inizio 2022 abbiano poi influito sul proseguimento della stagione: "Spero di poter finire questa stagione nel miglior modo possibile perché quest'anno è stato molto insolito, diverso, piuttosto impegnativo mentalmente ed emotivamente". Entrando nello specifico, l'ex numero 1, ha svelato di come la sua psiche ne abbia risentito: "Quello che è successo all'inizio dell'anno ha lasciato un segno nella mia psiche. Soprattutto i primi sei mesi del 2022. Stavo cercando di affrontarlo in un certo modo e pensavo di averlo completamente superato, ma non era così. Tuttavia, ho dovuto affrontarlo in modo diverso e attraverso tornei e partite per liberarmi di quella sensazione che è rimasta negativa e per tornare alla forma che volevo". 

Quello che è certo è che Djokovic vuole andare a tutti i costi in Australia e tornare a giocare quello Slam che ha vinto ben 9 volte: "Voglio andarci, anche se la situazione è completamente diversa rispetto a quanto accaduto quest'anno. Tuttavia, ho superato tutto quello che è successo e voglio davvero giocare a tennis. Questo è ciò che so fare meglio. L'Australia è sempre stato il Paese in cui ho giocato il mio miglior tennis e si vede dai risultati, quindi sono sempre molto motivato ad andarci. Questa volta sono ancora più motivato e spero che la risposta sia positiva".

Djokovic costretto all'isolamento in Australia prima del processo
Djokovic costretto all'isolamento in Australia prima del processo

Djokovic comunque non ha cambiato idea sul vaccino, e non porta rancore nei confronti di chi lo ha attaccato anche pesantemente. Se tornasse indietro probabilmente Nole rifarebbe tutto: "Ci sono persone che pensano che forse non dovrei andarci per qualche motivo. Rispetto il fatto che ognuno abbia un modo di pensare diverso in relazione alla mia situazione e alle circostanze in cui mi sono trovato e in cui mi trovo. Dopotutto, non ho mai offeso nessuno e non ho mai cercato di essere irrispettoso in alcun modo. Ho sempre cercato di dimostrare che è importante che tutti abbiano il diritto e la libertà di scelta. Per le scelte che ho fatto, sapevo che ci sarebbero state alcune conseguenze come non andare in America. Per l'Australia è stato un caso diverso, perché avevo un permesso, ma alla fine è successo quello che è successo. Conosciamo l'epilogo".

E per questo da quanto accaduto, Djokovic ha saputo comunque trarre una lezione importante dentro e fuori dal campo. In particolare il giocatore ha potuto capire a fondo meglio le persone che lo circondavano. Il riferimento alle "maschere cadute" è emblematico: "Descriverei il 2022 come molto interessante. Insolito. Ma cerco sempre, questo è il mio carattere e la mia mentalità, di tirare fuori le cose positive. Tutto quello che mi è successo quest'anno, soprattutto con l'Australia e il modo in cui le persone mi hanno trattato che non mi piaceva e che non avevo mai sperimentato prima, mi ha portato alcune importanti lezioni di vita facendomi capire in che tipo di mondo vivo, in particolare quell'ecosistema del tennis. Molte maschere sono cadute, per così dire ed è stato molto interessante per me osservare come qualcuno mi ha trattato durante quest'anno".

Djokovic durante gli allenamenti pre-Australian Open prima del ban
Djokovic durante gli allenamenti pre-Australian Open prima del ban

Mancano ancora diversi mesi fino al 16 gennaio, data d'inizio degli Australian Open. I tempi delle decisioni ufficiali sulla presenza o meno di Djokovic non sono ancora maturi. Eppure le sensazioni di Nole sembrano buone, con i contatti ben avviati: "Abbiamo delle buone indicazioni, ma è tutto ufficioso. Attraverso i miei avvocati in Australia comunichiamo, cioè comunicano effettivamente con le autorità e le organizzazioni governative responsabili del mio caso. Spero in una risposta, qualunque essa sia, che mi consentirà di prepararmi adeguatamente per l'inizio della stagione. È positivo che ora abbiano aperto i confini per i non vaccinati in Australia. Ho questo divieto di entrare nel Paese, ma spero che venga revocato. Lo ripeto, non è nelle mie mani. Spero che le persone nel governo australiano diano una risposta positiva, tutto qui".

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