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Djokovic rimprovera un giornalista, gli aveva chiesto di Sinner e Alcaraz: “Ci vuole rispetto”

Djokovic corregge un giornalista in conferenza e chiede rispetto per la golden era del tennis, negando di aver detto che Sinner e Alcaraz hanno portato il gioco a un altro livello rispetto a loro.
A cura di Marco Beltrami
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Novak Djokovic ha rimproverato un giornalista durante l’ultimo incontro con la stampa. Nole, sempre molto abile a pesare le parole, non ha gradito la domanda di chi aveva riportato alcune sue considerazioni. Il finalista del torneo di Atene, che dopo il match contro Musetti deciderà se partecipare o meno alle Finals di Torino, ha chiesto pubblicamente rispetto, ottenendo le scuse del suo interlocutore.

Djokovic non gradisce la domanda e rimprovera il giornalista

Oggetto della discussione: il valore di Sinner e Alcaraz, ovvero i due dominatori del tennis attuale, e il paragone con le leggende del passato. Il cronista, infatti, ha iniziato il suo intervento incalzando Djokovic: "Hai detto che Sinner e Alcaraz hanno portato il tennis a un altro livello".  Infastidito, il campione serbo lo ha subito interrotto: "Quando avrei detto che hanno portato il tennis a un altro livello? Ho solo detto che stanno giocando su un livello diverso rispetto a chiunque altro, non che abbiano portato il tennis a un altro livello".

Nova chiedere rispetto per i campioni del passato

Nessuna volontà, dunque, di fare paragoni con il passato per Djokovic, che ha chiesto rispetto: "Dobbiamo avere un po’ di rispetto per la golden era del tennis degli ultimi 20 anni. Dobbiamo rispettare i ragazzi più giovani, ma andiamoci piano. Federer, Nadal, io, Murray: quello è il livello di tennis a cui ci si dovrebbe riferire. Tuttavia, questi due ragazzi sono sicuramente su un livello diverso rispetto a chiunque altro".

Subito sono arrivate le scuse del giornalista, con Djokovic che ha sorriso: "Tutto bene, succede". In realtà, poco dopo anche qualcun altro ha infastidito il serbo con un’altra domanda, questa volta relativa al ritiro e alle tempistiche dello stesso: “Lasciatemi in pace. Lasciatemi giocare e divertirmi. Non c’è un conto alla rovescia. Certo, ci ho pensato, ma vado al mio ritmo. Mi fermerò quando voglio, non quando gli altri pensano che dovrei". Capitolo chiuso.

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