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Sofia Goggia a Fanpage: “Ho vinto tanto ma non mi sono ancora espressa al 100%”

Sofia Goggia, a Fanpage.it, ha parlato del prossimo futuro, tra la Coppa del Mondo e le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, e della sua voglia di riprendersi il tempo perduto a causa degli infortuni.
A cura di Vito Lamorte
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"Ho vinto titoli molto importanti nella mia carriera ma penso di essere una sciatrice che non si è espressa al 100% e sta a me alzare l’asticella ogni giorno per migliorare". Sofia Goggia vuole riprendersi le occasioni perse negli ultimi anni e non ha nessuna paura a dirlo. Sempre determinata e focalizzata sui suoi obiettivi, la sciatrice di Bergamo è in grande forma e la meravigliosa impresa di Lake Louise lo dimostra in maniera indelebile: nel giro di tre giorni ha vinto due discese e un SuperG, traguardo raggiunto nella località canadese solo dalla tedesca Katia Seizinger e da Lindesy Vonn. Una vera e propria prova di forza.

La campionessa olimpica nella discesa libera a Pyeongchang nel 2018 è stata spesso frenata da incidenti, l'ultimo le ha impedito di partecipare ai Mondiali di casa a Cortina del febbraio scorso, ma non ha mai mollato di un centimetro: dal suo profilo Instagram si legge alla fine di un post "stesso focus perché si sa, ogni giorno si parte da zero" e queste parole rendono bene l'idea di che tipo di atleta sia Sofia Goggia.

A Fanpage.it la forte sciatrice classe 1992 ha parlato del nuovo progetto Red Bull ‘The Night Before', che racconta aneddoti sul percorso professionale e personale dei principali atleti invernali italiani; e dei suoi obiettivi per il prossimo futuro tra la Coppa del Mondo e le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022.

Si può dire che ‘The Night Before' è un viaggio nella Sofia che non conosciamo?
"Sì, è vero. Ho cercato di raccontare qualcosa che mi ero tenuta per me in questi anni. Non avevo mai parlato molto di alcune cose e mi è sembrato giusto condividerle".

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Hai dei rituali prima di affrontare le gare? Sei scaramantica?
“Bisogna innanzitutto specificare che si tratta di due cose diverse. La scaramanzia è un insieme di gesti per scongiurare qualcosa mentre il rito è qualcosa che fai senza quell’aspetto. Io ho i miei riti, le mie cose da fare, ma magari durante la giornata non le faccio sempre allo stesso modo. Anche il modo in cui preparo lo zaino è sempre quello, nell’hospitality mi muovo allo stesso modo. È un po’ la mia routine”.

Quella vista a Lake Louise è una Sofia Goggia che vuole riprendersi ciò che gli infortuni le hanno tolto?
"È una Sofia Goggia che vuole solo esprimere se stessa e il suo potenziale. Cosa che ancora non è riuscita a fare completamente. Ho vinto dei titoli molto importanti ma penso di essere una sciatrice che non si è espressa al 100% e sta a me alzare l’asticella ogni giorno per migliorare".

Come si riparte dopo tre stop importanti come quelli che hai avuto tu?
"Con la voglia di superarsi e di superare gli ostacoli che si hanno di fronte".

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Se e in cosa è cambiata Sofia Goggia rispetto a qualche anno fa? 
"Sono molto più matura e ho molta più esperienza. Conosco meglio i miei limiti e riesco a capire cosa e quando devo fare delle cose rispetto ad altre. Prima tendevo ad andare oltre, adesso sono più esperta".

Si è parlato spesso del tuo rapporto con Federica Brignone: il fatto che state vivendo un bel momento entrambe ha aiutato un po’ a riavvicinarvi?
"Io sinceramente non ho mai avuto problemi personali e credo che tanto sia stato montato dai media. Prima che arrivassero questi risultati c’è stata una sorta di avvicinamento e se ognuna riesce ad esprimersi al meglio non può che essere un bene. Io non guardo chi va più o meno forte provando invidia. Alla fine c’è solo stima nei confronti di chi riesce ad esprimere se stesso perché è quello che occorre per fare bene tutti giorni".

Che clima si respira in squadra in un momento così importante a 2 mesi dalle Olimpiadi?
"Si respira un bel clima, c’è molta consapevolezza di poter andare forte. Nell’ultima gara ci sono state altre atlete italiane che sono riuscite ad esprimersi bene e i risultati sono stati positivi per tutti. C’è la consapevolezza di avere uno squadrone. Bisogna continuare su questo trend".

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A otto anni la tua prima vittoria e poi un lungo viaggio: che ricordi hai delle prime discese?
"Alla prima gara che ho fatto non mi sono fermata al traguardo e ho cercato mia mamma per chiederle se avessi vinto".

La Coppa del Mondo assoluta, oggi, la vedi come un sogno o come un obiettivo?
"Nessuno dei due. È una naturale conseguenza di quella che potrebbe essere una stagione costante a livello di risultati. Quindi è una cosa che vedi quando vinci le gare e poi tiri le somme, non prima".

Si parla molto ultimamente della pressione e dei problemi di natura psicologica degli atleti: tu come vivi questo aspetto?
"C’è un passaggio di uno dei miei libri preferiti che si chiama ‘Letters to a Young Gymnast' di Nadia Comaneci in cui dice che la pressione non esiste, compare solo quando ti deconcentri dalle cose che hai da fare e non le porti a termine al meglio. Fondamentalmente fa capire che se uno ha la testa occupata non si ha spazio per altro, le pressioni arrivano nel momento in cui sposti il focus su di loro. Questo passaggio ce l’ho nel cuore. Più cercano di mettermi addosso pressione e più io mi concentro sulle cose che ho da fare, lasciando perdere ciò che non mi serve".

Sarai la portabandiera dell'Italia alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022: come ti prepari per questo grande evento?
“Sto pensando esclusivamente alle gare e non a tutto il resto. È l’unica cosa che devo preparare. Il resto si vedrà“.

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