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Perché Arianna Fontana vuole gareggiare per gli USA: i problemi mai risolti con la Federazione

La più titolata atleta azzurra di sempre, Arianna Fontana, ha confermato la totale rottura dei rapporti con la Federghiaccio italiana: “Fiducia irrecuperabile”. Una spaccatura che ha origini lontane, mai del tutto risolte e che adesso la stanno portando ad una drastica decisione finale.
A cura di Alessio Pediglieri
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La più titolata atleta italiana di ogni tempo, Arianna Fontana, ha di nuovo spaccato in due il mondo dello sport confermando di avere definitivamente interrotto ogni rapporto con lo staff tecnico della Fisg, la Federghiaccio. La pattinatrice azzurra ha così spiegato la propria decisione, al momento irremovibile, in cui sottolinea la concreta possibilità di gareggiare in futuro sotto un'altra bandiera, quella statunitense: "Ho davanti a me decisioni importanti da prendere e tutte le carte sono sul tavolo" ha scritto nel suo lungo sfogo social, "anche quelle che pensavo non avrei mai preso in considerazione".

Un riferimento feroce agli attuali problemi insanabili con la Federazione, che ha subito replicato alle accuse, verso cui Fontana afferma senza remore  di non aver più alcuna fiducia, "irrecuperabile" finché "condona comportamenti e decisioni dannose nei miei confronti". Così, la valutazione di un molto probabile passaggio alla Nazionale USA di pattinaggio di velocità, dopo essere stata di recente a Salt Lake City e aver già parlato con la Federazione statunitense. Un ultimo strappo, definitivo, che arriva dopo una lunga attesa a seguito dello scandalo su cui la stessa Arianna Fontana alzò il velo e che riguardavano i metodi di allenamento, la scelta degli allenatori mai pienamente condivisa, le vessazioni subite in un ambiente sempre più ostile, avallato – come sostiene ancora oggi Fontana – dalla Federghiaccio presieduta da Andrea Gios.

La preparazione di Arianna Fontana con il marito Lobello lontana dall'Italia

Le frizioni pubbliche con la Figs erano nate a seguito della candidatura di Anthony Lobello quale allenatore della Nazionale italiana, che non lo aveva appoggiato non ritenendolo "la figura giusta per allenare tutti gli atleti della Nazionale". L'ex pattinatore italo-americano, nonché marito di Arianna Fontana che lo sostenne apertamente a suo tempo, dunque non fu considerato all'altezza della posizione aprendo il fianco a divergenze che lentamente hanno portato alla deriva i rapporti personali e, di conseguenza, di lavoro. Nel settembre 2020 Arianna si trasferisce a Budapest e inizia ad allenarsi con la nazionale di Short Track ungherese, senza partecipare ai Campionati Europei di Danzica, ma conquistando tre medaglie ai Campionati Mondiali di Dordrecht, concludendo la competizione in terza posizione dietro Suzanne Schulting e Courtney Sarault.

Una situazione che spinge Fontana ad allontanarsi dagli ambiti federali per preparare le Olimpiadi invernali del 2022, lavorando in Ungheria e in Germania, allenata sempre dal marito, isolandosi di fatto dal resto della squadra azzurra pur ricevendo il sostegno economico da parte della Federazione Italiana. Fino alle Olimpiadi di Tokyo, dove Arianna Fontana si laurea la più vincente atleta di sempre superando Stefania Belmondo, con l'ennesima medaglia olimpica. Occasione per dare sfogo al suo malessere, svelando che la situazione attuale con la Fisg aveva radici ben più profonde e mai fino a quel momento portate alla luce.

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Lo sfogo dopo le Olimpiadi: attacchi diretti all'interno della Nazionale

Fontana, a conclusione dei Giochi giapponesi si sfoga e rivela tutte le difficoltà incontrate nei periodi precedenti, tra cui evidenziando che già tre anni prima, durante una serie di allenamenti con la Nazionale a Courmayeur, un compagno di squadra l’aveva presa ripetutamente di mira in pista per farla cadere sul ghiaccio. Una accusa diretta e circostanziata, che aveva suscitato clamore a tal punto che il presidente Gios era stato costretto a intervenire a nome della Federazione: "Una situazione che era stata già valutata e su cui non era emersa volontarietà alcuna" disse tra le altre cose il numero uno della Figs, senza dimenticare una stoccata diretta all'atleta: "Ad Arianna piacciono le polemiche, probabilmente da loro trae linfa e motivazione".

Il silenzio dopo Pechino e l'attesa di un confronto con la Federazione

Dopo Pechino, Fontana si è allontanata ancor più dagli ambienti federali, di fronte ad una situazione che dal suo punto di vista non è mai stata fondamentalmente risolta. Il famoso "anno sabbatico" lontano dalle gare, che molti pensavano fosse una scelta ponderata da parte di un'atleta che prossimamente compirà 33 anni,  è stata in realtà un'ulteriore amara conseguenza che Fontana ha dovuto affrontare per i problemi con la Federazione. E se formalmente i vertici dello sport italiano hanno sempre professato un avvicinamento, di fatto non è stato fatto alcunché. Nel giugno 2022, in una intervista a Fanpage, Arianna Fontana disse di attendere segnali da parte della Federazione, dando disponibilità per un confronto. A luglio dell'anno scorso aveva incontrato Malagò e lo scorso novembre sempre il presidente del Coni, durante la premiazione per i Collari d’oro, aveva dichiarato pubblicamente di essere disposto a fare il massimo "per portare Arianna alle Olimpiadi di Milano-Cortina".

L'ultimo strappo: la possibilità di gareggiare per gli USA

E così, si arriva alla denuncia degli ultimi giorni, con un lungo post social in cui Arianna Fontana ha ricapitolato una realtà che ha ribadito essere per lei improponibile condividerla con un ambiente che ha "fatto promesse che non sono mai state mantenute. Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile". Scatenando un ulteriore polverone di polemiche e di contro accuse che lasciano intravvedere la conclusione dell'intera vicenda ancora lontanissima. E con la concreta probabilità di vedere però, la più titolata atleta italiana di ogni tempo, gareggiare sotto la bandiera di un'altra Nazionale e Federazione. La sconfitta più grande. Per tutti.

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