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Il miracolo di Alberto Tomba, che ha cambiato lo sci e sarà per sempre un mito italiano

Alberto Tomba ha cambiato lo sci, il modo di proporlo alla gente, ed è stato più grande del suo sport come solo campioni del calibro di Valentino Rossi e Federica Pellegrini sono riusciti a fare negli ultimi 40 anni.
A cura di Jvan Sica
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Alberto Tomba è il Vasco Rossi dello sci, c’è un fortissimo elemento comune che li fa stare nella stessa frase. Vasco Rossi entra con tutta la sua semplice energia nel panorama della musica italiana di fine anni ’70, così come Alberto Tomba fa nel circo bianco dello sci, travolgendolo allo stesso modo con un’inarrestabile semplicità.

Essere semplici nel fare meravigliosamente alcune cose, come scrivere e cantare canzoni o sciare, porta con sé un altro elemento fondamentale ieri come oggi, ovvero che quello che la persona di talento sta facendo in quel momento venga compreso senza sforzi da tutti, grandi e piccini avrebbe detto una vecchia pubblicità.

Quando Vasco Rossi canta tutti entrano nel suo mondo, vivendo la storia che sta raccontando. Quando Alberto Tomba sciava tutti lo seguivano perché in quel momento stava raccontando la sua storia, la storia del ragazzo di Bologna che con la sfrontatezza dei più grandi ha preso in mano lo sci mondiale e lo ha cambiato.

“Ho sempre avuto un carattere estroverso: vincevo e facevo ridere la gente”.

I cambiamenti tecnici li riconoscono tutti ancora adesso, la sua aggressività sul palo è ancora oggi ricercata in ogni specialità, la sua forza fisica completamente diversa dai vari Gustav Thöni e Ingemar Stenmark che lo avevano preceduto apre una nuova era dello sci, la sua energia, la sua capacità di essere sempre stabile e compatto nel momento in cui doveva acquisire velocità in Slalom gigante e Slalom speciale sono ancora oggi il punto di partenza per un grande sciatore contemporaneo. Ma questa è la parte che Tomba ha consegnato ai posteri della sua disciplina per farla ulteriormente esplorare.

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C’è poi la dimensione del personaggio che in Italia ha avuto forse solo in Valentino Rossi e Federica Pellegrini altri due personaggi extra-calcistici al suo livello. I tre erano il loro sport in Italia, ne assolutizzavano le vicende e le storie, il 90% di chi guardava la gara della loro disciplina era per guardare la loro gara.

“Ho sempre pagato a caro prezzo la mia sincerità, ma sul gradino più alto del podio tira sempre più vento. C'è chi ti ama e chi ti odia, ed ancora oggi non riesco a capire perché davo fastidio”.

Quando un atleta riesce in questo miracolo si dice che anche “la casalinga di Voghera” si è avvicinata e in parte appassionata alla disciplina. E per Tomba è ancora più vero perché sono state davvero decine le volte che migliaia di famiglie italiane, intorno al tavolo della domenica, in pieno inverno tra piatti fumanti, guardavano Tomba scendere, magari solo Tomba scendere e niente altro. E lì la casalinga c’era e per quanto voleva e poteva essere distratta, ha assistito alla sua incredibile carriera. Fuori di metafora Alberto Tomba è diventato molto velocemente nazionalpopolare, anche grazie a un carattere che gli ha permesso di essere interessante anche fuori dalla pista da sci.

Durante i suoi anni da atleta tutto il clamore mediatico spesso lo faceva etichettare come “gossiparo” e poco attento allo sport, ma come ci ha detto pochi giorni fa alle Iene proprio un mito di cui sopra, Federica Pellegrini, vorremmo questi idoli sportivi come degli automi atletici, mentre anche loro vivono la loro vita e spesso quei momenti di “non sport” sono anche importanti per la loro carriera agonistica.

“All'estero un campione come me sarebbe stato osannato, l'Italia mi ha solo criticato. Il risultato è che la gente oggi mi ricorda solo per le cose brutte: la paletta di carabiniere che ho usato per sorpassare a Cortina, il passaporto falsificato, la coppa tirata dal podio, i guai con il fisco”.

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Quando un atleta del genere decide di smettere, e quest’anno abbiamo presa la doppia mazzata Rossi-Pellegrini, la frase fatta è “chissà quanto ci vorrà per rivederne un altro”. Questa è una delle frasi obbligatorie più sensate che ci siano, perché sarebbe davvero troppo chiedere un atleta uguale a questi, nella stessa disciplina, con caratteristiche atletiche e comportamentali uguali e lo stesso numero di vittorie. Di Tomba ancora non abbiamo visto in Italia un successore e non siamo solo noi a dolercene, perché quando questi campioni vanno via mancano al loro sport in generale. Eppure ci piace pensare che questo ritorno accadrà, non si quando e come, ma accadrà. Tomba ce n’è sarà sempre soltanto uno, ma uno sciatore che porterà lo sci in prima serata su Rai 1, magari tornerà di nuovo. Sperare conviene sempre.

“Piacevo perché festeggiavo anche la sconfitta”.

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