Verstappen stizzito dalla domanda del giornalista in Canada: “Non parlo con te di queste cose”

Max Verstappen ha avuto un botta e risposta piccato con il giornalista di Sky Sports, Ted Kravitz. L'argomento era un nervo scoperto, un tema molto caldo sia per il pilota sia per la Red Bull che teme di perdere l'olandese in odore di squalifica. Il quattro volte campione iridato ha discusso di quanto accaduto in Spagna, della penalità che gli è stata inflitta per la collisione con George Russell e di come il Gran Premio del Canada possa essere l'occasione per rilanciarsi nel Mondiale di F1 o, addirittura, rappresentare una pesante battuta d'arresto qualora incappi in qualche irregolarità fatale. Esiziale perché, coi punti sulla super licenza ormai finiti, basta ne prenda anche uno solo di penalità perché scatti la sospensione di una gara e riparta il (lungo) conteggio per averli di nuovo tutti. "Avevo otto punti di penalità, ora ne ho undici – è l'approccio dell'olandese -. Non posso semplicemente ritirarmi da ogni duello in pista. Corro come voglio correre e non cambierò nulla. Ho fiducia in me stesso".
Il botta e risposta col giornalista per l'incidente in Spagna
Lo scambio di battute è salito di tono quando il reporter ha citato il neo direttore sportivo della scuderia austriaca, Stephen Knowles, facendo riferimento all'interpretazione del suo ruolo nell'incidente col britannico avvenuto durante l'ultimo GP in Spagna e del dialogo avuto nel Team Radio con il suo ingegnere di pista, che gli aveva chiesto di restituire la posizione a Russell. Quello che è avvenuto dopo, è noto: contatto, gap di 10″ secondi inflitto, sanzione estesa anche alla sottrazione di bonus dalla patente. Verstappen ha manifestato immediatamente fastidio per quella riflessione sgradita.

"Onestamente, penso che non sia bello cercare di dare la colpa a una sola persona – le parole dell'olandese -. La prospettiva giusta è affrontare quell'episodio come una squadra, pensando a cosa possiamo fare per migliorare sempre. È così che la vediamo anche in merito a Barcellona. E, ripeto, non è giusto citare in giudizio una sola persona".
Lo scontro in conferenza: "Lo stai prendendo di mira, ok…"
L'interlocutore ha insistito e tenuto il punto ma la precisazione ("non sto dando affatto la colpa a Knowles, l'ho solo nominato") ha sortito l'effetto contrario o, almeno, il pilota l'ha recepita in maniera differente rispetto al tentativo del giornalista di chiarire il proprio pensiero. Verstappen era chiaramente in disaccordo, al punto a togliere la parola a Kravitz per precisare: "Lo stai prendendo di mira, ok…". "No, volevo solo dire che Jonathan Wheatley (passato dalla Red Bull alla Sauber, ndr) è sempre stata la persona di riferimento per certe cose e adesso c'è Knowles nuovo arrivato…".
La contro-replica dell'olandese è stata veemente. "Ma stiamo parlando di lui ora… Non devo comunque discutere di questo genere di cose qui. Se ci sono cose che possiamo fare meglio, le faremo. Proprio come fa ogni altra squadra. Ma non starò davanti alla telecamera a dire chi è esattamente il colpevole. Tutti sbagliamo e impariamo".
La tensione è palpabile, il reporter ha fatto un ultimo tentativo per spiegare quale fosse il vero senso del suo quesito ma s'è rivelato del tutto inutile. Ormai Verstappen ha chiuso ogni linea di comunicazione al riguardo. "Ma io non ti ho chiesto una cosa del genere… l'hai detto tu: si sbaglia e s'impara. Comunque, ok grazie".