Red Bull rivoluziona il team di Verstappen: cosa c’è dietro le lacrime di Lambiase e l’allusione di Marko

La Red Bull ha chiuso il Mondiale 2025 di Formula 1 con una vittoria ad Abu Dhabi e una sconfitta pesantissima nella corsa al titolo: Max Verstappen ha perso il mondiale per soli due punti, battuto da Lando Norris, dopo una rimonta tecnica clamorosa (da -104 punti a -2 dalla vetta negli ultimi 9 GP) che aveva rimesso in carreggiata una stagione nata male.
L'olandese in radio, nell'immediato post-corsa, è apparso in pace con se stesso e con il team, e anche nelle interviste TV ha parlato di atmosfera tornata positiva e di un gruppo di nuovo compatto, ma i rumor circolanti nel paddock di Yas Marina sembrano raccontare altro.

Red Bull, la rivoluzione silenziosa dopo Abu Dhabi: Verstappen resta il centro, ma tutto cambia intorno
Le lacrime del fidatissimo ingegnere di pista Gianpiero Lambiase al muretto, consolato in radio dallo stesso quattro volte campione del mondo, e le frasi criptiche del superconsulente Helmut Marko hanno acceso un faro su ciò che sta cambiando dentro il team di Milton Keynes. Non una rivoluzione annunciata, ma una transizione profonda che guarda già al 2026.

Il futuro di Helmut Marko e il nuovo assetto Red Bull
Subito dopo la gara, Marko ha lasciato intendere che il suo futuro in Red Bull non sia scontato nonostante un contratto valido anche per il 2026: "Non c'è alcun dubbio, ma ne parlerò e poi vedrò cosa fare. È un insieme complesso di cose diverse. Devo dormirci sopra e poi vedremo". Parole che arrivano in un momento delicato, con la casa madre austriaca sempre più presente nelle scelte strategiche e con la necessità di costruire una leadership sostenibile nel lungo periodo.
La figura del consulente austriaco resta centrale nella carriera di Verstappen, a cui ha aperto le porte della F1 nel 2015, difendendolo anche nei momenti di tensione interna più duri. Ma l'era Red Bull post-Mateschitz ha imposto un nuovo equilibrio che, dopo Christian Horner, potrebbe accompagnare anche Marko verso un'uscita graduale.

Lambiase in lacrime e il rapporto speciale con Verstappen
Ancora più evidente è stato il segnale arrivato dal muretto box. Gianpiero Lambiase, ingegnere di pista di Verstappen dal 2016 e diventato nel 2025 anche Responsabile Racing della scuderia, è apparso visibilmente provato dopo la bandiera a scacchi. Un'emozione legata a una stagione durissima anche sul piano personale, che lo ha costretto a saltare i GP di Austria e Belgio, con Simon Rennie chiamato a sostituirlo.
Il suo ruolo per il 2026 non è ancora definito e sarà oggetto di valutazioni durante l'inverno: Red Bull potrebbe scegliere una riorganizzazione interna, separando le funzioni operative da quelle gestionali, garantendo continuità ma alleggerendo il carico, cosa che tradotta vorrebbe dire più fabbrica e remote garage e meno, molto meno, pista.
Verstappen ha spiegato così l'emozione del suo uomo chiave: "È stato un anno emozionante. Lasciamo perdere i risultati di quest'anno e non voglio entrare troppo nei dettagli, ma è stato difficile. Sono molto felice di poter lavorare con qualcuno così appassionato. Certo, è il mio ingegnere di pista, ma lo vedo come un amico".

Una Red Bull che guarda al 2026
Il Mondiale sfuggito per due punti non cancella la clamorosa rimonta tecnica né la vittoria finale ad Abu Dhabi, ma segna un confine simbolico. La Red Bull di Verstappen entra in una fase nuova, con l'orizzonte dei regolamenti 2026, il progetto power unit interno e una struttura che si sta ridefinendo. Le lacrime di Lambiase e le parole di Marko sono il riflesso di questa transizione: non una fine, ma l'inizio di un altro ciclo.