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Possiede una Ferrari unica ma non può venderla per ordine del Ministero: costosa beffa per un notaio

Beffa per il proprietario della mitica Ferrari 250 GTE 2+2 Series II Polizia del 1962 che oggi vale oltre mezzo milione di euro: non può metterla liberamente in vendita perché è diventata un bene di interesse storico e culturale per il patrimonio dell’Italia.
A cura di Michele Mazzeo
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Possedere una rarissima Ferrari nella stragrande maggioranza dei casi significa avere in garage un vero e proprio tesoro. Se poi si tratta di un pezzo unico vuol dire che in qualsiasi momento ci si può ricavare una cifra monstre. E questa era l'idea del proprietario della mitica Ferrari 250 GTE 2+2 Series II Polizia, nota con il nome di "Pantera nera", utilizzata negli anni '60 dal leggendario maresciallo Armando Spatafora per inseguire i criminali sulle strade di Roma, cioè un notaio di Brescia che l'acquistata nel 2013 dal precedente proprietario che l'aveva tenuta per 40 anni dopo essersela aggiudicata ad un'asta nel 1972. L'idea del notaio bresciano è però naufragata nel momento in cui il Ministero della Cultura è venuto a conoscenza della sua volontà di venderla.

Già, perché dopo aver saputo che la mitica Ferrari della Polizia con numero di telaio 3999 era stata messa in vendita nel 2020 dalla società Girardo & Co, il dicastero guidato allora dal ministro Dario Franceschini ha avviato immediatamente l'iter per dichiarare la vettura "bene di interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico eccezionale per l'integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione" conclusosi nel dicembre del 2021 con il provvedimento notificato al proprietario nel marzo del 2022.

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Una dichiarazione che di fatto vietava al notaio bresciano la vendita della sua Ferrari 250 GTE 2+2 Series II Polizia che, considerato il prezzo attuale pagato dai collezionisti oggi per avere quel modello del Cavallino Rampante (tra i 300mila e i 400mila euro) e data la sua unicità (è infatti l'unico esemplare rimasto dei due regalati da Enzo Ferrari alla Polizia di Stato) e la sua particolare storia (con i leggendari inseguimenti ai malavitosi romani da parte del maresciallo Spatafora), gli avrebbe fruttato una cifra nettamente superiore al mezzo milione di euro.

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Ricevuto il provvedimento, che aumenta sì il valore economico della vettura ma che impone grandi limitazioni alla proprietà (tra cui il divieto a vendere liberamente), il notaio ha tentato di contestarlo facendo ricorso al Tar appellandosi al fatto che la Ferrari 250 GTE 2+2 in suo possesso di per sé non è un pezzo unico in quanto presenta gli stessi requisiti tecnici degli altri circa mille esemplari prodotti in serie dalla casa di Maranello in quegli anni.

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La tesi del notaio però non ha convinto i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale che nella loro sentenza hanno confermato che, trattandosi dell'unico esemplare di Ferrari realizzato per la Polizia ancora esistente (l'altra donata dal Drake al Capo della Polizia nel 1962 sarebbe invece andata distrutta dopo poche settimane di servizio in un incidente avvenuto nel corso di un inseguimento) e avendo ancora oggi caratteristiche uniche rispetto alle altre Ferrari 250 GTE 2+2 come la livrea nera con le scritte ‘Squadra Mobile' sulle fiancate, la radio di bordo e il lampeggiante, l'auto in suo possesso è da considerarsi un bene di interesse storico e culturale per il patrimonio italiano.

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