Perché per Verstappen vincere il mondiale F1 2025 è quasi impossibile nonostante i trionfi di Monza e Baku

Max Verstappen ha rispolverato la versione più solida di se stesso, imponendosi con autorità prima a Monza e poi a Baku, dove ha dominato. Due successi che hanno ridato ossigeno alla Red Bull e illuso i tifosi di un clamoroso rientro dell'olandese nella corsa al titolo piloti.
Ma la realtà dice altro: Oscar Piastri guida il mondiale con 69 punti di vantaggio sul quattro volte campione del mondo, con Lando Norris secondo a -25 dal compagno di squadra. Con appena sette GP e tre Sprint alla fine, parlare di rimonta resta più un sogno che una possibilità concreta. Anche, e soprattutto, per il tipo di piste che ospiteranno i restanti Gran Premi del campionato della Formula 1 2025.
Red Bull rinata ma (per ora) solo a basso carico
Le vittorie a Monza e Baku non sono casuali. Sono infatti due tracciati a basso carico aerodinamico, configurazione in cui la RB21 ha dimostrato di trovarsi a suo agio. "Penso che nel complesso sia stato un ottimo weekend per noi. Partire dalla pole position è stato fondamentale", ha spiegato Verstappen dopo la vittoria in Azerbaijan. Condizioni che però si ripresenteranno solo a Las Vegas, altro appuntamento sulla carta favorevole alla monoposto di Milton Keynes.

Il resto del calendario (a partire da Singapore, pista mai conquistata da Verstappen) si annuncia ostico: alto degrado gomme, trazione e temperature elevate non esaltano le caratteristiche della RB21. Qui McLaren resta favorita, con un pacchetto tecnico più versatile e affidabile.
Gli aggiornamenti e il nuovo corso Mekies
Dalla pausa estiva in poi, la Red Bull ha introdotto aggiornamenti costanti: fondo a Silverstone, pacchetto aerodinamico in Belgio, modifiche all'ala anteriore in Ungheria e Olanda, nuovi elementi al retrotreno tra Monza e Baku. Lavori che hanno reso la monoposto più guidabile, riducendo il sottosterzo lamentato da Verstappen a inizio stagione.

Con l'arrivo di Laurent Mekies, la filosofia di lavoro si è spostata da un approccio troppo legato alle simulazioni a un metodo più concreto e "pistaiolo". In assenza di una galleria del vento competitiva, la Red Bull si affida alla sensibilità di Verstappen, capace di adattarsi con un assetto vecchio stile e tirare fuori prestazioni che altri non saprebbero replicare.
McLaren padrona del proprio destino
La vera incognita non è Verstappen, ma la McLaren. La MCL39 resta la vettura più completa, anche se a Baku è stata tradita dal vento e da un assetto a basso carico instabile che ha reso la macchina quasi ingovernabile. Piastri ha compromesso il weekend con errori gravi in qualifica e in partenza, mentre Norris non è riuscito ad approfittarne, penalizzato anche da un pit-stop lento.

Gli scricchiolii ci sono, e il fair play voluto da Andrea Stella, che concede pari opportunità a entrambi i piloti, rischia di complicare la gestione interna. Il precedente del 2007, con il titolo perso tra le mani dei due McLaren e finito sorprendentemente a Raikkonen, resta un monito. Ma oggi lo scenario è diverso: quella era una lotta feroce, questa è una battaglia a tratti spenta tra un Piastri scopertosi improvvisamente fragile e un Norris discontinuo.
Rimonta impossibile?
Verstappen ha ammesso di non farsi "illusioni" e che affronterà gara per gara senza pensare troppo alla classifica. La verità è che il mondiale lo può solo perdere la McLaren. Perché, al netto dei progressi Red Bull, il margine di Piastri resta enorme e il talento dell'olandese non basta da solo a colmare un vuoto tecnico e numerico così grande. Uno scenario in stile 2007, con un outsider pronto ad approfittarne, è suggestivo ma poco realistico. Per Verstappen la strada verso il quinto titolo è quasi impossibile: serve una caduta verticale della McLaren. Se non accadrà, le vittorie di Monza e Baku resteranno episodi isolati in un mondiale che ha già preso la via di Woking.