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La storia dell’ultima foto di Ayrton Senna, quella che non esiste più: “Nessuno deve vederla”

Il 1° maggio 1994 Ayrton Senna perse la vita dopo un terribile incidente avvenuto nel Gp di Imola. Il fotografo Angelo Orsi, suo grande amico, in uno scatto ritrae l’amico dopo l’incidente, ma decide di distruggere quella foto.
A cura di Alessio Morra
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Il 1° maggio 1994 è una data che nessun appassionato di Formula 1 può dimenticare. Quel giorno morì Ayrton Senna. Il brasiliano alle 14.17 nel corso del 7° giro si schiantò alla Curva del Tamburello. L'impatto fu letale. Il pilota venne a mancare poche ore dopo nell'ospedale di Bologna. Il mondo, non solo quello dello sport, fu sconvolto al termine di quel weekend terribile che segnò la storia della Formula 1 in modo drammatico. Quella tragedia ha avuto tante sfaccettature, tante storie e tra queste c'è pure quella della foto che Angelo Orsi, grande fotografo e caro amico di Ayrton, scattò in quei momenti e che poi decise di distruggere.

Il Mondiale Formula 1 è iniziato da circa un mese. Senna è alla Williams, guida una vettura che era stata invincibile nei due anni precedenti, ma che con il nuovo regolamento non è più la migliore. Anzi, è diventata tremendamente complicata da guidare. Le prime due gare sono state deludenti per la stella del circus: due ritiri, e contemporaneamente due vittorie di Schumacher, la nuova stella. Quando arriva a Imola il tre volte campione del mondo sa di dover vincere per non dover essere chiamato a una rimonta impossibile. Ma in quel weekend alla gara ci penseranno tutti molto poco.

Perché al venerdì Rubens Barrichello, giovane pilota brasiliano, una sorta di ‘figlioccio' di Ayrton, con la sua Jordan è autore di un incidente tremendo. Rubens rischia la vita, ma fortunatamente si salva. Il terrore piomba sulle rive del Santerno. Si capirà poi che quello è solo l'inizio di un weekend terribile. Perché nel giorno successivo muore Roland Ratzenberger, pilota austriaco che stava vivendo il terzo Gp della carriera.

La sua Simtek diventa inguidabile e alla Villenueve l'austriaco sbatte a velocità elevatissime. Non c'è niente da fare. La vettura si spacca in due. Ratzenberger viene soccorso, ma mentre è in volo verso l'ospedale muore. Roland è il primo pilota a perdere la vita in un weekend di gara dopo dodici anni.

Le prove praticamente finiscono lì, in pista scendono solo alcune vetture. Senna mantiene la pole position. Ayrton sente molto quel dolore. Aveva già temuto il peggio per Barrichello, ma la morte si è materializza il giorno successivo. Lui chiede un incontro con tutti i piloti, servono nuove misure per garantire o meglio per aumentare la sicurezza dei piloti. Parla anche con Niki Lauda, un altro mito della Formula 1. Senna è tormentato, il dottor Sid Watkins, il medico del circus e suo grande amico, gli suggerisce di mollare tutto. Lui, serio con le braccia conserte, gli dice che non può farlo.

In quelle ore il titolo Mondiale, un'ossessione per anni, e quella gara diventano quasi marginali. Vuole vincere sì, ma vuole farlo per omaggiare Ratzenberger e allora chiede a un amico di procurargli una bandiera austriaca. La voleva sventolare in caso di vittoria a Imola. La mattina della gara parla anche con l'amico Gerhard Berger (allora in Ferrari) e con Angelo Orsi, fotografo e suo grande amico. Orsi è un grande fotografo, un professionista che ha spesso raccontato aneddoti gustosi sulla loro amicizia e qualche volta ha parlato anche di quella maledetta giornata.

Quella mattina Senna incontra Orsi e gli dà un appuntamento, gli dice: "Se vinco fatti trovare al Tamburello, salì sulla macchina e fotografi me con la bandiera austriaca con le tribune di Imola piene di tifosi". Sarebbe stato un omaggio stellare per Ratzenberger.

La gara parte. JJ Lehto e Pedro Lamy si scontrano, c'è un altro incidente. Tocca alla Safety Car, che resta in pista cinque giri, quando la gara riparte Senna è davanti a Schumacher. All'inizio del 7° giro la Williams diventa incontrollabile, il piantone dello sterzo viene meno. L'incidente è tremendo. Anche chi è davanti alla tv ha la percezione di qualcosa di tragico. Non resta che pregare. Angelo Orsi era nella prima metà della curva del Tamburello, ma appena sente dell'incidente corre lì, non sa nemmeno che l'incidente ha come protagonista il suo amico, come dirà a ‘La Repubblica' nei giorni successivi: "Ho sentito dell'incidente e sono corso lì, con il motorino che usiamo all' autodromo. Ayrton era ancora là. Ho fotografato, fotografato. Ma quelle foto adesso non usciranno da un cassetto. Non si riconosce, Ayrton".

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Orsi dopo aver velocemente raggiunto il Tamburello con il motorino e arriva nel punto esatto dove i medici stanno cercando di salvare il pilota. Inizia a scattare, fa il suo mestiere – con la maestria dei professionisti – fa una foto dietro l'altra con la sua Canon. Momenti terribili per chiunque, per Orsi un po' di più perché legato da amicizia con chi stava lottando per la vita. Scatta una lunga serie di foto, poi le manda nella redazione di ‘Autosprint', la rivista per cui lavora. I momenti sono drammatici. Poche ore dopo, alle 18:40, dopo anche che la gara è ripartita ed è terminata, arriva la notizia che nessuno voleva sentire: "Senna non ce l'ha fatta".

Orsi chiama in redazione, prima di arrivarvi, e chiede che uno degli scatti che ha fatto non venga pubblicato. Come ricorda Motorsport.it, che scrisse, a vent'anni dalla morte di Ayrton, di quella telefonata. Il fotografo parlando con la redazione disse: "Ci deve essere uno scatto, uno solo che non voglio che vada in giro. Quando lo vedi mettilo da parte. Non lo può vedere nessuno. Avvisa subito Cavicchi".

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Arriva in redazione in seguito e quello scatto lo trova. Il direttore del settimanale, Cavicchi, è d'accordo. Quella foto, quella in cui si vede Senna senza casco a terra con l'orbita dell'occhio insanguinata non esisterà mai. La diapositiva viene trovata e viene consegnata al direttore che la mette in cassaforte. Quando arriva Orsi quella diapositiva viene distrutta, tagliata con la forbice in mille pezzi. Via, cancellata. Non esiste più. L'amicizia vale più dell'oro, non per tutti è così. Ma per Angelo Orsi sì. Quando si viene a sapere che lui era l'unico fotografo presente al Tamburello in quel drammatico momento, le grandi agenzie internazionali lo contattano, vogliono quella foto. Lui dice no. Rinuncia a un guadagno milionario e lo fa per l'affetto che provava per un amico.

In quella notte Orsi analizza tutte le foto, una per una. I suoi scatti vengono pubblicati, compreso uno che all'inizio non pare molto rilevante. Ma pochi giorni dopo il pilota Gabriele Tarquini leggendo la rivista, vede le foto pubblicate e nota che il piantone è completamente staccato dalla vettura. Quell'immagine sarà poi determinante anche in sede di processo, quando vengono accertate le responsabilità della Williams.

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