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Ducati assume 250 lavoratori per soddisfare la richiesta record per la nuova gamma di moto

Ducati Motor farà 250 assunzioni di lavoratori stagionali per gestire un numero di ordinativi da record della nuova gamma di moto da consegnare prima dell’estate. Numero di assunzioni quintuplicato rispetto agli anni precedenti per la fabbrica di Borgo Panigale. In 100 hanno già firmato il contratto con il produttore di motociclette bolognese.
A cura di Michele Mazzeo
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Entro le prossime settimane Ducati Motor effettuerà 250 nuove assunzioni con circa un centinaio di lavoratori che hanno già firmato il contratto. Il produttore di motociclette con sede a Borgo Panigale (di proprietà del Gruppo Volkswagen) si è infatti trovato a dover gestire un numero di ordinativi da record della nuova gamma di moto da consegnare prima dell'estate, e ha interessato le principali agenzie interinali per reperire un quantitativo molto elevato di stagionali per coprire il surplus di lavoro di aprile e maggio.

Non è una novità per Ducati Motor che ogni anno in questo periodo assume dei lavoratori stagionali per far fronte al periodo con più richieste, ma queste assunzioni a tempo determinato non sono mai state più di 50 all'anno. Per fronteggiare l'enorme mole di ordini già arrivati, nel 2021 la casa di Borgo Panigale ha quindi quintuplicato le assunzioni di addetti che andranno ad affiancare i 600 operai specializzati già in organico: segno che, dopo l'annus horribilis causato dalla pandemia di Covid-19, la ripresa del settore automotive e delle assunzioni in tale comparto si stia effettivamente concretizzando.

Questi 250 nuovi assunti andranno dunque ad ampliare fino al 31 maggio il reparto montaggio di motori e veicoli della fabbrica di Borgo Panigale. E per loro ci sarà poi la possibilità di essere confermati dall'azienda bolognese dato che in Ducati esiste un rodato sistema per la stabilizzazione del personale con i contratti a tempo determinato che dopo il terzo rinnovo con valutazione positiva che diventano contratti part-time verticali che in seguito, in contrapposizione all'uscita di lavoratori già stabilizzati (per pensionamento o altro motivo) vengono trasformati in contratti a tempo indeterminato.

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