Van der Poel con la polmonite al Tour, com’è possibile: “E’ entrato nella zona grigia e ha ceduto”

Mathieu Van der Poel ha dovuto dire addio al Tour de France non presentandosi al via della 16a tappa, la prima dell'ultima settimana di gara e quella successiva al secondo giorno di riposo. Una notizia allarmante e che ha suscitato diversi dubbi in chi ha ritenuto assurdo che un ciclista professionista del calibro del campione del mondo olandese possa contrarre un disturbo così grave all'improvviso, come la polmonite. Il motivo lo ha spiegato il medico della nazionale di ciclismo olandese, Kris Van der Mierenche, ha sottolineato due aspetti che anche un professionista come MVDP e tutta l'Alpecin-Deceuninck hanno evidentemente sottovalutato: "Non c'è una scienza esatta per tutelare la salute dei ciclisti, non si conosce mai il limite e lui è entrato nella zona grigia dei parametri".
Cos'è accaduto a Van der Poel al Tour: costretto al ritiro per una polmonite
Mathieu Van der Poel non è riuscito a superare la terza settimana del Tour de France dopo essere stato uno dei principali protagonisti delle prime 15 tappe dell'edizione 2015, in cui ha vinto una tappa, si è vestito per alcuni giorni di giallo ed era in gara per conquistare la maglia verde. Eppure, clamorosamente ha dovuto dare forfeit per un motivo che ha suscitato perplessità: polmonite. Come spiegato dall'Alpecin-Deceuninck, l'olandese ha trascorso una notte in ospedale, con febbre alta e spossatezza, arrivando all'obbligato ritiro.
La spiegazione del medico: "Nella 3a settimana di sforzi una piccola infezione può trasformarsi in qualcosa di grave in un attimo"
Una situazione particolare che però può colpire anche il migliore dei professionisti in una gara così importante come il Tour de France dove tutti i ciclisti sono costantemente monitorati 24 ore su 24 dagli specialisti dello staff medico del proprio Team. Ma c'è una spiegazione quasi banale per ciò che è accaduto a Van der Poel, spiegata da Kris Van der Mierenche, medico della nazionale olandese: "È proprio nella terza settimana che le difese immunitarie diminuiscono, mentre la stanchezza continua ad aumentare. Questi due aspetti diventano vasi comunicanti, aumentando il rischio di malattie. Una piccola infezione può quindi peggiorare in qualcosa di più grave in pochissimo tempo".
La polmonite di Van der Poel: "Colpa anche della decompressione, ha ceduto allo stress"
Non solo, perché il problema accusato da Van der Poel è stato essersi anche spinto oltre i limiti di resistenza del proprio fisico: "Ha preteso molto, troppo, dal suo corpo. Ma avendone anche tratto beneficio, con prestazioni importanti non si sa mai dove si toccherà il limite. Purtroppo non c'è una scienza esatta a tutela della salute dei ciclisti, resta una zona grigia dove è difficile tracciare il limite. Una cosa del genere spesso si verifica durante la decompressione, quando il tuo corpo cede allo stress. Si potrebbe paragonarlo a un non atleta che si ammala all'inizio delle vacanze, proprio quando la stanchezza viene a galla".

I dati condivisi da Van der Poel: riposo e recupero praticamente inesistenti
Un'analisi che ha trovato amarissima conferma anche in ciò che lo stesso Van der Poel ha mostrato via social per far capire ai suoi fan, e a chi ne era dubbioso, che aveva parametri con cui non poteva assolutamente continuare a correre. Il tutto evidenziato condividendo alcuni dei suoi dati personali sul "tracker di attività", che misura lo stato di salute generale degli atleti tramite un braccialetto. I risultati hanno mostrato che aveva riposato pochissimo la notte prima (solo il 21%) e, cosa ancora più importante, che non si era ripreso quasi per niente dalla prestazione del giorno prima (solo l'1%). Tutto questo nonostante il giorno di riposo che avrebbe dovuto farlo recuperare.