Paura al Giro d’Italia, tra i ciclisti aleggiano veleni e sospetti: “Stanno cercando di squalificarci”

Il Giro d'Italia si appresta a disputare la più lunga tappa dell'edizione 108, la sesta in calendario arriva oggi a Napoli nella straordinaria cornice partenopea con un finale dedicato alla volata sul Lungomare Caracciolo. Ma nel gruppo dei ciclisti serpeggia un terrore sempre più palpabile per i nuovi regolamenti avvallati dall'UCI e che l'organizzazione del Giro sta seguendo con una tolleranza zero che ha scatenato panico e paura: si tratta della regola delle ammonizioni attraverso i cartellini gialli. Al secondo, vieni escluso dalla gara e dopo cinque tappe son già cinque i corridori sanzionati: "La sensazione è che la giuria voglia espellere il prima possibile uno di noi, così giustifica lo stipendio e la nuova squadra di arbitri al VAR".
La nuova regola dei cartellini gialli: al secondo si è esclusi dal Giro d'Italia
Più di un Mads Pedersen quasi irresistibile in volata o un Primoz Roglic deputato a fare scintille non appena la strada si impennerà, a far tremare il gruppo è tutt'altro, anche in vista dell'ennesima volata con arrivo a Napoli, dove potrebbe accadere di tutto soprattutto sul fronte disciplinare. Ad agitare i ciclisti è la nuova regola introdotta da quest'anno dall'UCI con l'introduzione dei cartellini gialli: i ciclisti che commetteranno una qualsiasi delle ventiquattro violazioni inserite in elenco e che verranno sanzionati, saranno costretti a lasciare immediatamente il Giro. Violazioni che vanno dal togliersi il casco o discutere con un avversario durante la gara al lanciare una borraccia fuori dalle zone di smaltimento rifiuti, fino alle classiche "scorrettezze" da volata tra testate, spinte e tagli di linea.
Il sospetto nel gruppo: "Vogliono espellere qualcuno così giustificano il loro stipendio"
Tutto plausibile, ma non quando ci si ritrova già con cinque corridori ammoniti dopo solo cinque frazioni e per di più con una giuria che sta facendo uso indiscriminato del VAR andando ad analizzare chirurgicamente tutti gli episodi e sanzionando senza appello. La sensazione, oltre che di disagio e panico, è anche quella di un intento ben preciso: "Soffermiamoci anche sugli arbitri che sono addetti al VAR" ha sottolineato un team manager che ha preferito restare anonimo per ovvie opportunità. "Siccome è una squadra nuova e dovrà essere pagata e alloggeranno in hotel per tutta la durata del Giro, stanno cercando dimostrare di non essere lì solo per fare spettacolo… Stanno giustificando la propria presenza e stipendio, cercando di mandare a casa un corridore il prima possibile. Così fanno vedere che il sistema funziona e la loro presenza serve".
Cinque tappe e cinque ciclisti sanzionati: a Napoli paura per lo sprint sul Lungomare Caracciolo
A cadere nel "tranello" dei cartellini gialli sono stati già cinque ciclisti dopo altrettante tappe. Il primo a farne le spese di un regolamento che sta creando malumori, ansie e paure è stato Francesco Busatto (Intermarché-Wanty), subito alla Grande Partenza in Albania, colpevole per aver deviato dalla sua linea nello sprint, mettendo così in pericolo gli altri corridori sul finale. Poi in tappa 3, due sono finiti sotto sanzione: Kasper Asgreen (EF-EasyPost), per aver lanciato una borraccia in zone non consentite dal regolamento e Martin Marcellusi (Bardiani) per aver deviato dalla sua linea nella volata si Valona. Nella quarta tappa è toccato a Bram Welten (Picnic-PostNL) per aver rallentato nello sprint e a Max Kanter (Astana) per aver deviato dalla sua linea. Ora, in vista dell'ennesima volata a Napoli, il terrore serpeggia in gruppo e la sensazione è che si rischierà di condizionare soprattutto gli sprinter e i compagni che tireranno lo sprint, con conseguenze pesanti per i team.
Lo sfogo di Welten: "Quando il VAR decide è inappellabile, anche quando sbaglia"
Per tanti, sono state sanzioni eccessive, senza criterio e con una tolleranza zero che sta mettendo davvero in difficoltà molti corridori con tre settimane ancora davanti da affrontare: "Ho analizzato il mio lead-out per Casper van Uden cinque volte" ha detto uno sconsolato Welten, "e ancora non capisco il mio cartellino giallo. Se avessi deviato a sinistra e costretto che altri velocisti deviassero con me, avrei capito. Ma ho semplicemente mantenuto la mia linea, fermandomi nel pedalare". Welten e il suo team hanno presentato formale protesta alla giuria, ma "una volta che il VAR ha deciso, è inappellabile" ha spiegato.
Van Aert e Ayuso in coro: "Troppa facilità con i cartellini, hanno creato un problema nel gruppo"
Anche Wout van Aert si è fatto avanti su una situazione che sta creando più di un semplice problema a tutte le quadre. "Sono sorpreso dal modo di mostrare i cartellini gialli al giro con troppa facilità. Non mi coinvolge ancora personalmente, ma è un problema nel gruppo: immaginate di ricevere un cartellino giallo ingiustamente o in modo assurdo, e di trovarvi in difficoltà per il resto del Giro…". Stesso pensiero per Ayuso, altro big per la vittoria finale, preoccupato di perdere qualche gregario in vista delle salite: "Sono cose che possono capitare a chiunque e la sanzione immediata la ritengo troppo severa. Per un'infrazione lieve ci dovrebbe essere un cartellino di colore diverso, che ci avvisa della possibile ammonizione. Avrebbe senso in una corsa lunga e complicata come il Giro".