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La rabbia di Romo, fuori dalla Vuelta per l’incidente causato da un ProPal: “Tragedia sfiorata”

Il ciclista spagnolo della Movistar costretto ad abbandonare la corsa per le conseguenze della caduta avvenuta nei giorni scorsi. Il video mostra il pericoloso capitombolo fatto a causa della confusione provocata da un manifestante.
A cura di Maurizio De Santis
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Javier Romo, ciclista della Movistar, è stato costretto a ritiro dalla Vuelta 2025. È ancora acciaccato, dolorante per la brutta botta presa a causa di una caduta provocata dall'incursione di un manifestante Pro Pala. L'uomo, che impugnava una bandiera della Palestina è sbucato all'improvviso e se non ce l'ha fatta a invadere la carreggiata per scagliarsi contro un atleta della Israel-Premier Tech è stato solo perché inciampato sul ciglio della strada. In quello stesso momento, uno degli agenti della Guardia Civil s'è fiondato verso di lui per bloccarlo definitivamente. Un episodio che ha scombussolato il gruppo di corridori, tra questi c'era proprio Romo: sorpreso da quel trambusto improvviso e forse anche spaventato, ha sbandato e perso il controllo della bici rovinando sull'asfalto mentre procedeva a 50 km/h. E s'è fatto davvero male. La sua Vuelta è finita allora. Niente di grave, per fortuna, ma non è in condizioni di proseguire la corsa come lui stesso ha spiegato prima della partenza della 16ª frazione.

"Non ce la faccio nemmeno a fare una semplice passeggiata – ha ammesso Romo ai media spagnoli -. Cadere a quella velocità avrebbe potuto causare conseguenze ben più gravi e pericolose, poteva succedere una tragedia". La sua reazione è tanto più piccata perché accusato di aver cercato di scagliarsi contro il manifestante. Ha smentito quella versione dei fatti chiedendo che gli fossero mostrate le prove, il video. "Se c'è, fatelo vedere. Io non ho fatto del male a nessuno… "Non giudico le azioni di queste persone, se ne occuperà la polizia. Ma credo che non sia io quello che dovrebbe pagare per tutto questo".

Il contesto ambientale di tensione e polemiche ha caratterizzato questa edizione della Vuelta, con gli organizzatori obbligati perfino a neutralizzare una delle tappe precedenti proprio a causa dei tumulti scatenatisi per le proteste degli attivisti contro il team israeliano. "In definitiva, io sto facendo il mio lavoro – ha aggiunto con rammarico Romo -. Credo che stiamo mettendo in scena uno spettacolo sportivo, che è ciò che dovrebbe essere mostrato. Siamo corridori che si allenano ogni giorno e fanno tanti sacrifici. Eppure, viene mostrato qualcos'altro".

Israel-Premier Tech ha cambiato la divisa dei ciclisti per questioni di sicurezza

Fino alla conclusione della corsa non ci sarà più alcun riferimento a Israele sulle divise del team nell'occhio del ciclone. La squadra ha deciso di eliminare ogni riferimento al Paese "per dare priorità alla sicurezza dei corridori e dell'intero gruppo". È così che concluderanno la Vuelta fino a Madrid, respingendo per l'ennesima volta la richiesta di ritiro dalla competizione pur avendo in squadra un solo corridore di nazionalità israeliana.

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