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Il camionista che ha investito e ucciso Davide Rebellin è ancora a piede libero

Il campione di ciclismo ha perso la vita il 30 novembre scorso, il conducente del Tir abbandonò luogo dell’impatto. L’uomo, un tedesco di 62 anni, è indagato per omicidio stradale e fuga, nei suoi confronti non è stato preso alcun provvedimento e il mezzo non sarebbe stato ancora posto sotto sequestro.
A cura di Maurizio De Santis
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Il camionista che ha investito e ucciso Davide Rebellin è ancora a piede libero.
Il camionista che ha investito e ucciso Davide Rebellin è ancora a piede libero.

Il camionista tedesco che ha investito e ucciso Davide Rebellin è ancora a piede libero. L'incidente mortale è avvenuto il 30 novembre scorso sulla rotatoria della Fracanzana che conduce verso il parcheggio del ristorante "La Padana", a Montebello Vicentino. Da allora, pur essendo stato identificato il conducente che dopo l'impatto aveva fatto perdere le tracce di sé, tutto è rimasto fermo a quelle immagini drammatiche del veicolo accartocciato e distrutto sull'asfalto, del velo che copriva il corpo del corridore.

Non ci sono state conseguenze legali per l'uomo che è ancora in libertà nonostante il gravissimo episodio e i precedenti: nel 2001 aveva patteggiato per l'omissione di soccorso che gli era stata imputata, nel 2014 gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. La legge in Germania non è così severa come in Italia quanto a reati stradali (quello di omicidio non esiste): ecco perché, con ogni probabilità, una volta resosi conto di quel che era successo a Rebellin, Wolfgang Rieke (è il nome dell'autotrasportatore 62enne) aveva subito lasciato il luogo dell'impatto. Se fosse rimasto in Italia, se gli agenti lo avessero trovato, sarebbe stato arrestato.

Un momento dei funerali del campione di ciclismo, deceduto il 30 novembre scorso.
Un momento dei funerali del campione di ciclismo, deceduto il 30 novembre scorso.

Il camionista, che lavora per un'impresa di spedizioni di proprietà del fratello, è indagato dalla Procura per omicidio stradale e fuga. Null'altro gli è successo, né sono stati presi provvedimenti nei suoi confronti, né il mezzo che guidava allora è mai stato posto sotto sequestro. L'ordinamento tedesco – almeno nel suo caso – non ne prevede. A confermarlo è l'avvocato che lo rappresenta: "A quanto mi risulta – le parole di Andrea Nardin raccolte da Il Giornale di Vicenza – per adesso il mio assistito è e rimane solo indagato, senza alcuna misura". 

Si attendeva la richiesta di un mandato di arresto europeo ma quell'atto – almeno finora – non è mai andato avanti. "Credo sia una possibilità ormai da togliere – ha aggiunto l'avvocato. Posso solo dire che non ho notizie di provvedimenti a carico di Rieke". 

Consulenza straordinaria. È stata ribattezzata così la documentazione che sarà spedita ai legali e farà da prologo alla perizia che porterà ancora una volta gli inquirenti sul luogo dell'incidente per (ri)costruire la dinamica di quell'impatto mortale. Cosa è successo al Tir guidato dal camionista? Nulla… esattamente come all'uomo che era al volante. "Da quel che so – ha spiegato Davide Picco, legale della famiglia Rebellin – al mezzo sarebbero state semplicemente scattate delle foto da parte della polizia tedesca".

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