I ciclisti minacciano lo sciopero per le nuove regole UCI: vietati gomiti sul manubri e super tuck
L’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) nel mirino dei ciclisti professionisti L'ente che regola il mondo delle due ruote ha diramato nuove direttive che, secondo il punto di vista dei burocrati svizzeri, dovrebbe dare più sicurezza e ridurre il numero di incidenti nelle corse ma i corridori non sono per nulla d'accordo sulla lunga lista di sanzioni previste in questo nuovo regolamento e minacciano lo sciopero.
Nel regolamento pubblicato lunedì era stata messa fuori legge la "super tuck position", ovvero la postura aerodinamica che viene utilizzata in discesa e sposta in avanti il corpo, con il sedere quasi appoggiato sul tubo piantone e il busto oltre il manubrio: non ci sarebbero incidenti dovuti all'utilizzo di questa tecnica ma chi dovesse adottarla dal prossimo primo aprile potrebbe incappare nell’esclusione immediata dalla corsa. Un'altra postura aerodinamica molto utilizzato in pianura che stata bandita è quella che vedeva l'appoggio dei gomiti sul manubrio congiungendo le braccia in avanti: dall'inizio del mese di aprile chi non terrà le mani sempre e saldamente sul manubrio verrà punito con l’espulsione nelle prove in linea e nelle corse a tappe con 30” di penalizzazione alla prima infrazione, due minuti alla seconda e il cartellino rosso alla terza.
Questo nuovo insieme di regole proibisce in maniera totale il lancio di borracce ai tifosi lungo la strada e verrà sanzionata con la squalifica l’uso di marciapiedi, piste ciclabili parallele al percorso ufficiale a cui a volte i corridori fanno ricorso per evitare situazioni spiacevoli come cadute o incidenti.
Dura la reazione da parte di molti corridori e tra questi c'è la dichiarazione molto forte rilasciata dal ciclista belga Iljo Keisse a Sporza: "Spetta a noi atleti decidere come stare in bici e come affrontare le discese. La federazione pensi a fare bene la sua parte sulla sicurezza. Siamo professionisti e pedaliamo ogni giorno. Ognuno decide da solo cosa è sicuro e cosa no. Non abbiamo bisogno di consigli da persone che non hanno mai guidato o guidato una bicicletta. Davvero non capisco da dove vengono queste decisioni e chi le prende. Non so dove vuole andare l'UCI, ma le sue priorità non sono quelle giuste".