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Filippo Zana come Vicenzo Nibali, un capolavoro in salita al Giro da campione d’Italia: “Un sogno”

Era dal 2016 che un campione nazionale non vinceva una tappa del Giro di pura salita, l’ultimo era stato lo Squalo di Messina. Zana ci è riuscito a Zoldo con la maglia iridata sulle spalle: “Non ci credo nemmeno io”
A cura di Alessio Pediglieri
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Filippo Zana ha conquistato tutti, in una delle giornate più attese di questo bistrattato Giro 2023, dilaniato dal mal tempo, dal Covid, dalle polemiche. Il campione d'Italia ha onorato al meglio la maglia tricolore, soffrendo per la squadra per due settimane e ritagliandosi la gloria personale nel momento più bello. Dimostrando che da semplice gregario può subito diventare uomo classifica e capitano. Nel segno di Vincenzo NIbali.

Un'azione che ha infiammato la corsa ed esaltato il pubblico, rivedendo i 150 metri della volata finale, in salita, dove Filippo Zana non ha sbagliato nulla con un Thibaut Pinot ben più esperto e ben più forte in un arrivo allo sprint. E invece è stato il campione d'Italia ad alzare le mani al traguardo di Zoldo, con tutta facilità permettendosi anche di guardarsi dietro e gustarsi gli ultimi metri rialzandosi sui pedali.

In una tappa durissima, quella che apre un trittico in cui si deciderà il Giro edizione numero 106. Zana ha dato vita alla battaglia da lontanissimo, intuendo la fuga giusta durata quasi tutta la tappa, iniziata a sei e poi conclusasi con un testa a testa emozionante. Un gruppetto che il plotone ha lasciato sfilare piano piano ma senza mai volendo riprenderlo e così i battistrada hanno preso gusto, assaporando la gloria di giornata. Che sorride al giovane della Team Jayco AlUla, professionista dal 2020, classe 24 anni, arrivato al Giro squadra più che punto di riferimento del team australiano.

Ciò che ha compiuto Filippo Zana a Zoldo ha qualcosa di epico soprattutto per il ciclismo italiano: era dal 2016 che non accadeva che un campione nazionale riuscisse a trionfare in salita dando un segnale fortissimo a tutto il movimento. L'ultima impresa era targata dallo "squalo", Vincenzo Nibali. 

Non ci credo ancora e devo ringraziare la squadra che mi ha dato la chance di fare il Giro e di arrivarci al 100%. Nel finale mi sono giocato tutte le mie carte ed è andata bene. Ho cercato di dare tutto è stata un’occasione così capita poche volte nella vita, un sogno. I miei compagni sono stati sempre fantastici, siamo arrivati con un’ottima condizione, ora cerchiamo di finire in bellezza. Sinceramente non credevo che potessi correre così bene.

Una vera e propria impresa, che laurea il vicentino tra le migliori realtà italiane in un Giro che lesinava nomi del nostro ciclismo pronti a dare spettacolo. Tra questi, Zana era solo una speranza, insieme a Marco Frigo, altro giovanissimo (al debutto nella corsa rosa) sempre presente nelle fughe di giornata e Jonathan Milan, il gigante delle volate tra gli sprinter. E proprio Zana da ora in poi è da considerare un corridore da classifica generale anche se prova ancora a nascondersi: "Se un giorno farò classifica? Rimane dura, poiché quando hai interessi devi tenere duro ogni giorno. Ma chissà, magari ci prepareremo ancora meglio e si vedrà".

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