Filippo Baroncini torna a casa, fa il segno della V di vittoria: “Sono vivo per miracolo”

Filippo Baroncini ha lasciato l'ospedale Niguarda di Milano. Fa il segno della V di vittoria con le dita e torna a casa. Il messaggio condiviso in una storia su Instagram fa il paio con i progressi fatti finora: ha ripreso a mangiare anche qualcosa di solido. Finalmente, ha riassaporato un paio di bocconi di pasta. Un altro piccolo passo verso quella normalità che ha rischiato di vedere compromessa. E tanto è sufficiente a spiegare come sta il ciclista della UAE Emirates che il 6 agosto scorso è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente durante la terza tappa del Giro di Polonia. L'impatto fu tremendo, riportò fratture multiple al viso e subì un'operazione lunga e delicata: l'intervento maxillo-facciale e neuro-chirurgico durò 11 ore, dovevano rimettergli a posto le ossa ‘esplose' a causa della violenza dell'impatto.
L'incidente: "Pochi centimetri e le mie vertebre avrebbero subito danni maggiori"
Baroncini era finito contro un muretto a 60 km/h, chi l'ha visto non può dimenticare quella scena. "Adesso capisco cosa ho passato e quanto fossero serie le lesioni. Pochi centimetri ancora e le mie vertebre avrebbero subito danni maggiori. Sì, ora posso dirlo: sono vivo per miracolo", confessa il corridore che per due settimane – data la complessità delle condizioni – era stato tenuto in coma farmacologico e successivamente risvegliato con tutte le cautele del caso.

Baronicini ricorda cosa è successo: "La caduta provocata da un sasso"
Il ricovero in Polonia poi il trasferimento al Niguarda di Milano: il mese appena trascorso è stato il più importante della sua vita. Nel corredo accessorio del quadro clinico figurano anche altri trattamenti necessari per rinsaldare due vertebre dorsali che avevano ceduto in seguito al ruzzolone. Baroncini l'ha scampata e ricorda tutto con grande lucidità: descrive la discesa stretta e pericolosa, lo sbandamento improvviso della bici provocato da qualcosa urtato sulla strada ("forse un sasso un po' più grande"), il dolore conseguente allo schianto.
"Respiravo a fatica", ha ammesso alla Gazzetta dello Sport: gli faceva male tutto, era come se gli fossero passati addosso. "Ho subito pensato di essermi rotta una costola. Ho mosse le gambe e questa cosa mi ha un po' rassicurato. Poi è arrivata l'ambulanza".

Quando potrà tornare alle corse: "So che devo avere pazienza"
Fin qui la sequenza che ha stampata in mente, fino alla cesura medica, al buio indotto dagli anestetici. Quasi venti giorni dopo quel brutto episodio Baroncini ha riaperto gli occhi e ripreso conoscenza. La domanda sorge spontanea: quando potrà tornare a correre inforcando i pedali? Non ci pensa. Non adesso, non ancora è il momento di pensarci per quanto lo desideri.
"So che devo avere pazienza, dopo infortuni del genere non si possono affrettare i tempi. Non è un caso che i chirurghi ci abbiamo messo tanto per effettuare l'operazione. Poi c'è il tono muscolare, il peso perso… però sono vivo". Non c'è una data precisa per il rientro, ma la certezza di Baroncini è una sola: "So di essere un animale in questo senso. Farò di tutto per poter riprendere a competere".