video suggerito
video suggerito
Giro d'Italia 2025

Cosa ci resta del Giro 2025: le mille sfide tra Del Toro e Carapaz, la folle magia in rosa di Yates 

Il Giro d’Italia 2025 ha avuto un epilogo impensabile, nell’ultima tappa utile, quando sull’ultima salita Simon Yates ha sfilato la maglia rosa a Del Toro. Che per 3 settimane ha battagliato invano con Carapaz, i due grandi sconfitti, beffati all’ultimo atto dal “più intelligente”
A cura di Alessio Pediglieri
119 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Simon Yates ha vinto a sorpresa il 108° Giro d'Italia, edizione 2025, riuscendo a sorprendere tutto e tutti nella penultima tappa, prima della passerella finale di Roma, iconico Gran Finale con tanto di saluto a Papa Leone XIV e vittoria in volata di un imponente Kooij, compagno della maglia rosa. L'inglese della Visma ha stoccato l'imboscata perfetta, umiliando Richard Carapaz e Isaac Del Toro, incapaci né di reagire né di intuire come gestirsi al meglio per vincere una Corsa che ancora una volta si decide sul fil di lana. Ma se Yates e la Visma hanno studiato la Corsa perfetta, la grande accusata sul banco degli imputati è la UAE Emirates che nell'ultima frazione ha sbagliato tutto ciò che c'era da sbagliare. Insieme a Richard Carapaz che, con la sua esperienza, ha fallito una lettura tattica evidente a tutti.

Il ribaltone di Yates su Isaac Del Toro, il ragazzino messicano che ha vestito cullato la maglia rosa fino a ridosso di Roma, e Richard Carapaz, l'eterno astuto veterano di mille gare, ha stupito tutti per un epilogo inaspettato: Del Toro e Carapaz hanno corso il Giro dandosi battaglia per tre settimane, Yates ci ha impiegato mezz'ora per vincerlo.

Cos'è accaduto sulle Finestre tra Carapaz e Del Toro: "Non sapeva come correre"

Proprio sulle Finestre si è consumato lo psicodramma sportivo perfetto di Del Toro e Carapaz, raccontato dalle parole degli stessi protagonisti che invece di rincorrere e sfidare Yates, sono rimasti praticamente immobili a marcarsi. Perdendo entrambi l'occasione più grande. "Avremmo potuto essere i più forti, ma ha vinto il più intelligente", ha riso amaramente a fine tappa Carapaz. "Del Toro? Ha perso il Giro perché non sapeva come correre in questa situazione". Pensiero condiviso dal messicano: "Volevo giocare in difesa. Ho messo pressione a Richard, perché Yates era terzo in classifica ed era quindi il primo a insidiarlo. Ma non gli ho dato cambio: lui me lo ha chiesto quando Yates era a 40 secondi, ma quando glielo chiesi io quando eravamo solo a 20 si era rifiutato. Così, con la maglia rosa in pericolo non volevo di certo perdere anche un eventuale secondo posto". 

Del Toro incolpevole: sul banco degli imputati c'è tutta la UAE Emirates

Il crollo psicologico di Isaac del Toro che dall'alto dei suoi 21 anni si è improvvisamente ritrovato in corsa senza sapere cosa fare. Ma soprattutto lasciato alla berlina da una UAE Emirates assolutamente colpevole della fine incredibile del proprio capitano e maglia rosa. Un team esperto, rodato da anni di gare, con uno staff di assoluta qualità  non ha saputo capire che avrebbe dovuto gestire diversamente tutta la tappa, aiutando Del Toro partendo da lontano, inserendo uomini in fuga, dandogli aiuto nell'unico modo possibile: come ha fatto la Visma con Yates. Che ha permesso all'inglese di stravolgere il Giro studiando una tattica perfetta che ha visto un campione come Wout van Aert prendersi l'onere di trascinare il proprio compagno all'apoteosi finale.

L'imperdonabile leggerezza di Richard Carapaz: esperienza gettata al vento

Ma cos'è accaduto sulle rampe delle Finestre, salita iconica e decisiva di questa edizione? Ingiusto ridurre il tutto ai 9 chilometri che hanno fatto la differenza tra picchi a percentuali importanti e lo sterrato ancora una volta micidiale. La vittoria di Yates è partita da lontano, da Durazzo per la precisione, la prima tappa in Albania. L'inglese ha corso un Giro in copertura, gestendo e mantenendo freddezza e testa in attesa del momento decisivo, dove tutti hanno sbagliato tutto, tranne Yates e la Visma. Il primo a perdersi nel vuoto è stato Richard Carapaz che ha sbagliato tutto il possibile. Imperdonabile per chi un Giro lo aveva già vinto e si era preso la scena con merito salendo sul podio prima della terza settimana. Poteva divorarsi il ragazzino messicano come e quando voleva, ma i suoi molteplici tentativi sono serviti solamente a dare più stimoli a Del Toro. Che ha preso fiducia scalando salite per lui inedite, come Tonale, Mortirolo, Finestre: dove Carapaz invece di uscire allo scoperto, si è nascosto colpevolmente.

Simon Yates e la folle magia 7 anni dopo: le Finestre tolgono, le Finestre danno

Simon Yates ha così concluso il suo bisticcio col destino: sette anni fa, alla vigilia della tappa di Bardonecchia con il Colle delle Finestre, l’inglese in maglia rosa andò in crisi, perdendo 40 minuti e il Giro. In quell’edizione Yates attaccò fin dai primi giorni, vinse tre tappe per poi perdere l'obiettivo più grane. Sette anni più tardi ha fatto tutto il contrario: correndo da terzo, ha lasciato agli altri gli onori di giornata, maglie e applausi. Per poi prendersi il traguardo più bello nel modo più bello, chiudendo un cerchio perfetto.

119 CONDIVISIONI
264 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views