Voluntas Brescia è una storia di calcio unica: così i fratelli Esposito tramandano i valori di Clerici

Ci sono storie troppo belle per non essere raccontate, e quella della Voluntas Brescia è una di quelle. Non parliamo di una scuola calcio come le altre ma di una vera e propria istituzione del calcio giovanile in Italia. Una società fuori dal comune e lontana da ogni cliché, nata da un’idea di Roberto Clerici, uno dei maggiori scopritori di talenti del nostro paese, che ha la sua casa a Brescia e che ha visto crescere nelle sue fila gente che ha scritto la storia del ‘pallone’ nostrano come Andrea Pirlo, Francesco Acerbi, Roberto Baronio, Aimo Diana, Eugenio Corini, Daniele Bonera, i gemelli Filippini, Emiliano Bonazzoli, Federico Agliardi e tanti altri che non sono arrivati in cima ma che hanno proseguito il loro percorso calcistico nelle serie minori.
Tra i tanti nomi che hanno spiccato il volo in Voluntas ci sono i fratelli Esposito, Sebastiano e Salvatore, che sono sbarcati nella città lombarda da giovanissimi dopo che Clerici li aveva visti giocare: era andato a vedere un’amichevole per attenzionare Gigio Donnarumma, ma gli bastarono pochi minuti per innamorarsi di Sebastiano. Quella fu la svolta per la tutta la famiglia, che si trasferì nel 2011 a Brescia.

Germano Panni è stato un calciatore e oggi è il presidente della Voluntas Brescia, di cui è anche proprietario con Agostino, Salvatore e Sebastiano Esposito; e ci racconta così questa bellissima avventura: “Un anno e mezzo fa si siedono davanti a me e mi dicono ‘Che bello quello che stai facendo mister, se possiamo darti una mano noi ci siamo’. Io mi emoziono perché io li ho allenati questi ragazzi. Quando la famiglia Esposito si è trasferita a Brescia e Agostino e Flavia hanno portato Sebastiano in ritiro, c’ero io ad attenderli. Tra le prime persone che hanno incontrato c’ero io e il signor Clerici mi disse ‘Arriva questa famiglia e bisogna curarla bene’. Eravamo in una struttura meravigliosa per il ritiro e invece di mandare Sebastiano e Francesco Ruocco (oggi al Mantova) nell’ala con gli altri ragazzi, li mette in una camera vuota vicino alla mia e di Marco Piovanelli. Pensavamo ci fosse un errore e quando glielo chiesi, il signor Clerici mi disse: ‘Non c’è nessun errore, i ragazzi stanno lì perché quel ragazzo lì, il ricciolino, giocherà in Serie A’. A volte noi ci chiedevamo come facesse a dire certe cose in maniera così diretta ma, alla fine, aveva sempre ragione lui“.
Un tratto distintivo di questa storia è la voglia di non slegarsi dalle proprie radici e Panni prosegue così il suo racconto: “Salvatore e Sebastiano hanno nutrito da sempre un affetto per Clerici che traspare ancora oggi nelle loro parole. Non è stato facile arrivare qui per due ragazzi così piccoli, le attenzioni e le invidie iniziali poi si sono tramutate in altro ma per loro, intendo tutta la famiglia, non è stato facile cambiare vita. Dimostrano un affetto incredibile a questa società e a questa storia, sono presentissimi e operativi nonostante i loro impegni. Io non so se esiste un’altra situazione simile, dove due ragazzi che hanno fatto parte di una storia ti danno un aiuto e vogliono essere ancora parte di quel percorso. Affetto, passione e valori: questa è la Voluntas”.

Voluntas prima e dopo la morte di Clerici
Roberto Clerici è venuto a mancare l'11 gennaio del 2018 e pochi mesi dopo Germano Panni ha deciso di rimettere in piedi la sua creatura: “Quando Clerici è venuto a mancare ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che la nostra storia non poteva morire. Non solo la storia di chi è diventato campione del mondo o professionista, ma quella di chi si è portato nella vita determinati valori che ha appreso qui da noi. Era ed è un imprinting che ti porti nella vita. Chi passa da qui capisce che c’è qualcosa di diverso e se lo porta nella vita”.

Panni non è solo l’attuale presidente ma è stato un calciatore e le sue parole sono un viaggio nella storia della Voluntas: “Al tempo in cui ha iniziato non c’erano tutti questi competitor e lui aveva un intuito che ancora oggi non ho mai più riscontrato, ma Clerici è stato un genio perché lui ha creato un centro sportivo nel cuore di Brescia negli anni ’70 e poi l’ha venduto al comune dando una casa alla sua creatura. Oggi parliamo di Vinovo per la Juve o di altre strutture, ma qui c’eravamo arrivati anni prima grazie alla sua lungimiranza. Per noi ragazzi del territorio era una cosa incredibile arrivare qui, un po’ come andare in una grande squadra. Facevamo i nostri campionati nei paesi dei dintorni e negli anni ’80-’90 questo era. A fine stagione ci facevamo fare due tornei in zona ma questo era, nulla di più. Noi andammo in Messico dopo sei mesi che arrivai qui: avevo 12 anni e mi sembrava di essere su un altro pianeta”.
Questo racconto trova riscontri nelle parole di Emiliano Bonazzoli, altro ‘figlio’ della Voluntas: “Io non avevo mai visto una cosa come il centro sportivo San Filippo, era il paese dei balocchi”.

Germano Panni è stato fermato da diversi infortuni e non è riuscito ad arrivare nell’élite del calcio come alcuni suoi compagni ma ricorda con grande affetto ed emozione il modo in cui Clerici cresceva i suoi ragazzi: “La forza che ha avuto lui è stata quella di costruire dei giocatori con un percorso strutturato: chi aveva il talento per potersi esprimere se entrava in uno stadio a 16 anni era una cosa normale perché lavorava tanto sull’anticipazione dell’empatia e sull’abitudine alle situazioni. In Messico noi facemmo 12 partite in uno stadio di 20mila persone, ma potrei parlarti dell’Olanda, del Perù degli USA o di Barcellona. Una cosa fuori di testa per quei tempi e per bambini di quell’età. Anche le idee di calcio che ci trasmetteva erano all’avanguardia e rivedendo, ripensando oggi, ad alcune cose ti fa capire quanto fosse avanti. Noi iniziavamo a giocare con i centrale di difesa, non buttavamo la palla, c’era una grande conoscenza calcistica anche di quello che accadeva altrove. Lui ci catturava anche con questo, perché aveva idee diverse da quelle che si vedevano all’epoca e una volta che arrivavi qui era tabula rasa perché bisognava seguire una strada precisa“.
Lo stesso Antonio Filippini, altro ‘figlio’ della Voluntas ha elogiato Roberto Clerici e il suo lavoro nel calcio giovanile: “Roberto Clerici è stato un istituzione per tutti noi e per il calcio bresciano, senza ombra di dubbio”.

Questa bellissima storia poteva subire dei ridimensionamenti dopo la scomparsa del signor Clerici ma chi è cresciuto nella Voluntas come Panni ha sentito il dovere di prendere in mano le cose per riannodare i fili di un percorso e non sono mancati i momenti difficili: “Quando ho rilevato questa situazione, che era tabula rasa praticamente, ci sono stati dei passaggi dopo la sua morte. Abbiamo lavorato cinque anni con la Juventus e io ero un riferimento per Vinovo in Lombardia. Questo percorso ci ha dato tanto anche a livello di mezzi e di strumenti perché la Juve è una realtà unica in Italia: abbiamo l’area psicologica, l’area recuperi con la palestra e la fisioterapia, dei percorsi sulla tecnica e sull’aspetto condizionale. Abbiamo pensato che fosse utile raggruppare un po’ di situazioni ed essere anche dei riferimenti per le famiglie sotto tutti i punti di vista. Non solo calcistico. Siamo una società moderna e questo ci rende orgogliosi. Oggi Voluntas è qualcosa di diverso rispetto a quello che c’è intorno a noi, chiude 10 giorni a dicembre e 15 giorni ad agosto. Punto. Non abbiamo il campionato e il torneo, abbiamo percorsi diversi con test-match, amichevoli e tornei internazionali… l’anno scorso siamo stati a Barcellona, ad esempio. Sono cambiate tante cose, perché è cambiato il mondo in questi anni, ma ci sono alcune cose che non cambieranno mai e sono i principi di campo ed educativi, oltre alla passione, che il signor Clerici ci ha trasmesso”.
Nell’estate del 2022 Sebastiano e Salvatore Esposito, insieme al padre Agostino, hanno deciso di fare un salto nel loro passato ma, allo stesso tempo, di guardare al futuro con la Voluntas Brescia e di continuare il percorso cominciato da Roberto Clerici e portato avanti da Germano Panni. La scorsa estate la Voluntas ha trovato un accordo con il Brescia Calcio e sarà di nuovo il motore del calcio di base delle Rondinelle: “Facciamo dalla scuola calcio fino agli Allievi. Ci hanno chiesto di fare una Juniores o una prima squadra ma rimarremo puro settore giovanile perché era quello che Clerici avrebbe voluto e perché fare una prima squadra distoglierebbe l’attenzione da tutto il resto. Voluntas è sempre stato questo e resterà questo, almeno finché saremo qui noi. Questo forse è un limite ma noi siamo così".

Tanta Voluntas nel Brescia che vinse il Viareggio del 1996 e nel calcio italiano, dall’élite alle serie minori
Per capire l’importanza della Voluntas nel calcio italiano basterebbe prendere le rose degli ultimi vent’anni delle squadre professionistiche del nostro paese: su tutti Andrea Pirlo, campione del Mondo nel 2006; ma bisogna citare anche Daniele Bonera, Eugenio Corini, Aimo Diana, Emiliano Bonazzoli, Roberto Baronio fino ad arrivare ai fratelli Esposito.
Dal nazionale al locale, e viceversa. Nel Brescia che vinse il Torneo di Viareggio nel 1996 c’era tanta Voluntas e questo fa capire ancora di più l’importanza di avere una scuola di calcio così: “L’ultimo anno di esordienti, che lui portava a fare i tornei all’estero, passava in blocco come giovanissimi al Brescia Calcio. Quindi c’era proprio un gruppo Voluntas che si faceva notare perché poi se arrivavi qui vuol dire che qualcosa avevi: c’erano 4-5 gruppi ed eravamo 70-80, chi passava al Brescia Calcio erano veramente i più forti. Lo scorso anno abbiamo ricominciato questo cammino e per i prossimi cinque anni ci occuperemo del settore di base, riportando questo marchio dove lui voleva che fosse: al San Filippo e col Brescia Calcio. Per me è un orgoglio. Non è stato facile, è stato un percorso lungo ma siamo ripartiti. Non saremo mai come lui ma non tradiremo mai i valori e la passione che ci ha tramandato”.
Per tutte queste cose, e per tante altre, la Voluntas Brescia è una storia di calcio unica. Perché ci sono storie troppo belle per non essere raccontate, e quella della Voluntas è una di quelle.