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Sterling dall’inizio e l’assenza di un mediano: gli errori che costano la Champions a Guardiola

Il Manchester City si è presentato alla finale di Champions League senza un mediano di ruolo e con la sorpresa Sterling a dare corpo alla pattuglia di calciatori offensivi. Pep Guardiola ha smontato e rimontato la sua squadra prima della gara contro il Chelsea ma i cambi sono riusciti a modificare il corso del match.
A cura di Vito Lamorte
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"Tu quoque, Pep". Il Manchester City ha perso la finale della Champions League 2020-2021 per 1-0 contro il Chelsea e l'occasione di portare per la prima volta la ‘coppa dalle grandi orecchie' nella parte della città degli Sky Blues. I campioni d'Inghilterra non hanno disputato una buona partita e hanno messo in difficoltà poche volte la squadra di Thomas Tuchel, che ha gestito bene il gol di Havertz ed è riuscita a portare a casa la seconda vittoria nella massima competizione europea.

C'è stato grande stupore all'annuncio delle formazioni del City e uno dei motivi era l'assenza di un uomo d'ordine davanti alla difesa, come Fernandinho o Rodri. Si tratta di due calciatori che sono stati determinanti tutti l'anno nel dettare i tempi e per dare copertura alla difesa in una zona di campo dove le mezze punte del Chelsea hanno sempre trovato spazi per fare male e si sono mossi senza nessun tipo di ostacolo. I calciatori dei Blues non hanno mai avuto problemi nella gestione della palla nella metà campo offensiva perché non vi erano uomini che chiudevano le linee di passaggio e tenevano il passo degli avversari.

Il povero Gundogan è rimasto in balia degli avversari per tutto il match perché ha accusato, in maniera evidente, la mancanza di un uomo con caratteristiche meno offensive al suo fianco. Può sembrare una considerazione esagerata ma l'assenza di un uomo con quelle caratteristiche ha messo in difficoltà l'intera squadra è parsa confusa in più di una circostanza.

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Un'altra scelta molto discussa è quella di Raheem Sterling nella formazione iniziale rispetto alle ultime uscite europee: la presenza del jolly offensivo inglese in campo ha spiazzato tutti perché sia nei quarti contro il Borussia Dortmund che nelle semifinali con il PSG ha giocato pochissimo (10 minuti in totale) e il suo impatto sul match è stato praticamente nullo per i 77′ che è rimasto in campo. Un vero peccato vedere Phil Foden incidere poco sulla manovra rispetto al solito, visto che la squadra vincitrice dell'ultima Premier stasera non ha mostrato per niente la solita fluidità e verticalità nell'azione offensiva ed è sempre stata piuttosto macchinosa nel costruire le azioni da gol. Il bilancio finale dei tiri verso la porta di Mendy dice: 7 totali, 1 in porta e 2 fuori. Poco, troppo poco.

Una brutta serata per Pep Guardiola e il Manchester City, che si sono incartati sul più bello e nel momento in cui dovevano cercare la rimonta hanno perso anche De Bruyne per un brutto colpo alla testa. Il bilancio della stagione è positivo per i Citizens ma queste situazioni pesano sul giudizio di una finale che non sapremo mai come sarebbe finita se si fosse rivista, almeno in parte, la squadra che ha stravinto la Premier e che abbiamo ammirato fino alle semifinali di Champions League.

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