Spalletti: “Ho telefonato ad Acerbi e gli ho chiesto scusa, lui mi ha detto: ‘È tutto a posto'”

Luciano Spalletti lascia l'Italia con tanti rimpianti dopo l'esonero incassato dal presidente federale Gravina e nel post partita della vittoria per 2-0 con la Moldova, che tiene ancora aperta la piccola speranza di insidiare il primo posto della Norvegia non fa nulla per nascondere quanto ci tenesse a dare tutto se stesso per la causa azzurra. Dall'altro lato, il CT azzurro si assume tutta la responsabilità dei risultati fallimentari: "Mi porterò il dispiacere per quello che non ho fatto. Non lascio un grande entusiasmo, lo so bene, perché io non ho fatto la differenza – dice in conferenza – Per certi versi è giusto che vada a casa, ma non mi sono dimesso, perché ero convinto di poter fare meglio. Auguro il meglio alla Federazione e all'Italia: io non ho dato una grande mano e non sono stato bravo a sopperire in certe situazioni. Forse non ci sarebbe riuscito nessun altro, perché un pochino di esperienza ce l'ho anch'io, ma sono comunque amareggiato perché questa volta ho fatto male il mio lavoro. Altre volte no, ma questa volta sì. E la Nazionale non l'ho migliorata".
La telefonata con Acerbi: "Ho riconosciuto di aver sbagliato, lui mi ha detto che era tutto a posto"
Il caso Acerbi è una ferita che sanguina ancora, Spalletti spiega perché si sente tradito dal veterano dell'Inter che aveva richiamato nel momento del bisogno, a causa dell'emergenza totale in difesa, per il doppio impegno con Norvegia e Moldova. Il tecnico toscano svela il contenuto della telefonata avuta col giocatore prima che lo convocasse dopo un'assenza di un anno e mezzo, una chiamata dopo la quale era sicuro che i problemi fossero alle spalle: "Nella risposta di marzo (data a un giornalista, "ma lo sai quanti anni ha Acerbi", che peraltro adesso non nomina mai, ndr) mi sarò comportato male, ma credo di non aver detto niente di male ricordando la sua età. Quando gli ho telefonato, gli ho chiesto scusa e ho riconosciuto di aver sbagliato a non convocarlo più perché aveva fatto un campionato super. Lui mi ha detto: ‘Mister, se dice così, è tutto a posto', ma poi non ha risposto alla convocazione".

"La situazione è questa – continua Spalletti – È vero che prima me ne ero privato, ma perché volevo dare forza a Calafiori, a Buongiorno, si stava preparando Leoni. Sono convinto che anche altri avrebbero fatto questa scelta. Ho detto ‘quanti anni ha', proprio facendo i conti in vista del prossimo Mondiale. Acerbi nel finale di stagione è stato il migliore di tutti e io devo per forza assorbire quello che il campionato mi detta. Il rifiuto mi ha un po' mi ha spiazzato, perché poi avevo portato anche qualcuno in più, ma a livello fisico siamo logori".
Spalletti svela le chiamate a Chiesa e Zaccagni, poi fa una richiesta alla FIGC: "Chi rifiuta l'Italia non torni più"
Il CT azzurro svela poi anche qualcos'altro su qualche calciatore assente invocato da media e tifosi: "Io ho anche telefonato a Chiesa, ma non ha mai giocato. Zaccagni stava male, mi ha chiesto di restare a casa, Zaniolo non gioca più".
Quanto a chi rifiuta la convocazione dell'Italia, Spalletti auspica che la Federazione usi il pugno duro in futuro: "Spero che a quelli che rifiutano la Nazionale ci sia qualcuno che gli dice che non non tornano più". Acerbi, ma non solo: l'Italia va abbracciata sempre e comunque quando chiama al servizio della patria, senza pensare al proprio tornaconto personale.