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Spalletti fa mea culpa sulla Nazionale, ma attacca Acerbi: “Racconta un’altra versione dei fatti”

L’ex CT ha parlato degli errori che ha commesso in veste di Commissario Tecnico della Nazionale. Spalletti però non dimentica i problemi con Acerbi e gli risponde: “Le cose non sono andate come dice lui”.
A cura di Alessio Morra
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Luciano Spalletti è tornato a parlare della Nazionale, che ha guidato per meno di due anni. L'ex Commissario Tecnico al Festival dello Sport di Trento ha fatto autocritica, ha ammesso di provare ancora tanti rimorsi, e ha parlato dei suoi possibili errori. Non ha fatto invece retromarcia su Acerbi, che accusa di raccontare un'altra versione sul suo rifiuto all'Italia.

Gli errori con la Nazionale: "Ai calciatori serve essere leggeri"

Spalletti sapeva di ricevere domande sulla sua permanenza in azzurro ed ha risposto candidamente. L'addio ai colori azzurri brucia ancora all'allenatore, che ammette i suoi errori: "Avrei preferito non fare la brutta figura con la Nazionale. In Nazionale ho commesso l’errore di trasferire troppo il mio sentimento di amore per il calcio. Lì forse ho sbagliato, perché li ho un po’ intasato dal punto di vista delle cose richieste. Ai calciatori serve essere leggeri, perché le pressioni sono tante. Arrivare alla partita e sentire musica nello spogliatoi".

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"Le cose sono andate in modo differente"

Poi ha toccato la questione Acerbi dando la sua versione dei fatti: "Sono sempre di più quelli che trovano delle scusanti o delle motivazioni per non assolvere i propri impegni e per non prendersi delle responsabilità importanti. Sono sempre meno quelli che ci mettono la faccia. C’è una pre-convocazione, tu aderisci, il giorno prima della convocazione ti telefono: ‘Avevi ragione tu, perché devi sempre considerare il campo’. E il campo ha detto che lui era uno dei più forti".

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Spalletti parla delle parole dette ad Acerbi e della risposta di Acerbi, che poi pubblicamente invece racconta un'altra versione dei fatti: "Gli ho detto questo: ‘Il campo ha detto che tu sei ancora un leader e avevo pensato di comprarti’. Lui mi ha risposto, dopo averlo chiamato più volte. Mi ha detto ‘Sei lei dice così, mi fa piacere e vengo’, passano tre o quattro giorni e mi manda un messaggio dicendomi: ‘Io non vengo più’. Lo svolgimento della cosa è andata diversamente da quello che racconta“.

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