Simone Pafundi, talento purissimo che in Italia gioca solo in Nazionale: “Ma sono cresciuto tanto”
Simone Pafundi, numero 10 della Nazionale italiana Under 19 che ha semplicemente deliziato nella partita disputata mercoledì 20 marzo contro la Scozia, il giorno dopo si gode complimenti ed elogi. Talento purissimo che i tifosi azzurri riscoprono solamente quando gioca con la maglia della Nazionale campione d'Europa in carica, ma che non ha trovato spazio nel nostro calcio, giocando all'estero con la maglia del Losanna. Ennesimo scempio del nostro movimento, incapace di coltivare e tenersi stretti i giovani di qualità: "Io non ci penso, ho solo un obiettivo: migliorarmi ulteriormente".
Classe 2006, friulano d'origine, ma cittadino del mondo, Simone Pafundi è uno dei giovani più promettenti del nostro calcio e a livello internazionale tra i suoi coetanei. Eppure in Italia non ha trovato spazio a tal punto che ha dovuto emigrare a soli 18 anni all'estero, in Svizzera, al Losanna dov'è in prestito con il cartellino che è proprietà dell'Udinese. Ultimo club italiano a inserirlo in rosa ma mai senza credere fino in fondo nel suo talento. Che, ogni volta combacia con la maglia della Nazionale, fa gridare allo scandalo e alla vergogna di un calcio incapace di coltivare il meglio che possiede.
Contro la Scozia ha strabiliato, trascinando l'Under 19 azzurra campione continentale in carica nel 3-1 dove Pafundi ha espresso tutta la propria classe, lasciando esterrefatti per la semplicità con cui mostra una maturità e una superiorità manifesta ai suoi apri età: "Non vedevo l'ora di giocare, non vedevo l'ora che arrivassero queste partite" ha detto il giorno dopo alla sua magnifica prestazione. Dietro cui si nasconde, con l'elogio al gruppo, altro elemento di innata maturità: "Abbiamo vinto offrendo tutti una buona prestazione, ma possiamo fare molto meglio di così, lo si vedrà nelle prossime gare".
Eppure autentico trascinatore è stato lui, il numero 10 che il calcio italiano non considera e non sembra meritare, "fuggendo" all'estero per trovare un posto da titolare quando i numeri e il talento parlano per lui. "Sono consapevole che, da un anno e mezzo a questa parte, c'è una certa attenzione mediatica nei miei confronti ma questo, a livello personale, non mi ha mai distolto dal mio obiettivo: migliorarmi continuamente". Profilo basso, malgrado numeri altissimi: a 16 anni, 2 mesi e 12 giorni ha debuttato in Serie A, diventando il primo 2006 della storia della massima serie; in Nazionale, la scorsa estate si è laureato vice campione del Mondo Under 20 e ora è il leader dell'Under 19 Campione d'Europa.
Solo all'esterno ha però trovato spazio e continuità, tutto ciò che il nostro calcio gli ha negato. Ma anche in questo caso, il profilo è basso a fronte di un talento altissimo: "Consiglio a chiunque un'esperienza del genere – sottolinea ai canali ufficiali FIGC – perché ti insegna molto: in poco tempo, non a caso, sono cresciuto tantissimo". In attesa del "ritorno a casa", al Friuli dove l'Italia Under 19 sfiderà la Repubblica Ceca: "Questa è casa mia, sono cresciuto qui. E qui ritornare a giocare sarà una emozione fortissima". Anche se solo con la maglia della Nazionale.